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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

13 luglio 2020, dopo un secolo il Narodni dom torna a parlare sloveno

Dopo l'omaggio al monumento alla foiba e ai fucilati di Basovizza, i presidenti Mattarella e Pahor hanno fatto il loro ingresso nell'edificio, che a cent'anni dal rogo fascista, torna nelle mani della comunità slovena di Trieste

Dopo cent'anni da quel 13 luglio 1920 in cui l'edificio venne dato alle fiamme dai fascisti, il Narodni dom è stato restituito alla comunità slovena di Trieste. Nel giorno in cui le diplomazie hanno messo in scena iniziative e cerimonie che hanno visto l'omaggio congiunto del presidente Sergio Mattarella e dell'omologo sloveno Borut Pahor a Basovizza (con le visite al monumento alle vittime della foiba e ai fucilati sloveni ndr), i due capi di Stato hanno ufficialmente sancito il passaggio di proprietà dello storico edificio già Hotel Balkan e Scuola di Traduttori ed Interpreti dell'Università degli Studi del capoluogo regionale. 

Una cerimonia blindata, quella svoltasi in Prefettura con la firma dello storico accordo, e che è stata seguita dal servizio pubblico della Rai (come d'altronde tutti gli appuntamenti della giornata ndr). Dopo l'incontro in piazza Unità quindi c'è stato il trasferimento nell'edificio di via Filzi dove, a distanza, un centinaio di persone hanno atteso i due presidenti. 

Nonostante il notevole ritardo sull'annunciato protocollo, per primo è arrivato Mattarella che ha varcato la soglia del palazzo intrattenendosi al suo interno fino all'arrivo del capo dello Stato della Slovenia. Successivamente il presidente della Repubblica italiana è uscito ed è salito a bordo dell'auto presidenziale che l'ha riportato in Prefettura per il pranzo previsto dal cerimoniale. L'arrivo di Borut Pahor è stato salutato dalla canzone Vstajenje Primorske, inno della resistenza degli sloveni del Litorale scritto da Lev Svetek Zorin nel 1944 ed intonato questa mattina da alcuni rappresentanti del coro partigiano Pinko Tomazic. 

Il centinaio di persone ha applaudito Mattarella e Pahor che, dopo il trasferimento del capo dello Stato italiano, si è intrattenuto all'interno dell'edificio per una conferenza stampa. In ultimo si registrano alcune polemiche inerenti alla bandiera italiana che tradizionalmente sventola all'interno del monumento alla foiba. Al suo posto sono stati issati i vessilli della Repubblica italiana, slovena e dell'Unione Europea. 

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