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Cronaca

Aborto: ritirata mozione del centrodestra per informare sui rischi

Il documento è stato firmato da Fabio Tuiach (gruppo misto), Salvatore Porro (FdI), Bruno Marini (FdI). In Italia la percentuale dei medici obiettori si attesta intorno al 70%

«Un'importante campagna informativa su tutti i danni e i problemi alla salute in cui una donna può incorrere se decide di interrompere una gravidanza». È quanto chiedono in una mozione il consigliere comunale Fabio Tuiach (gruppo misto), Salvatore Porro (FdI), e Bruno Marini (FdI), mozione che è stata ritirata durante il consiglio comunale di lunedì 24 settembre.

I rischi secondo Provita

L'iniziativa prende spunto da alcuni articoli dell'associazione Provita, che parlano di "gravi complicazioni fisiche come infezioni pelviche e genitai che sono associate all'aborto chirurgico e farmacologico, che possono essere provocate dagli attrezzi chirurgici utilizzati per l'intervento, ma anche dai residui di materiale abortivo come placenta o parti del bambino rimasti nell'utero", infezioni che, "in casi estremi possono portare perfino alla morte".

Il documento parla anche dei possibili "lacerazioni della cervice uterina durante le operazioni di dilatazione", che possono portare a "compromissione o definitiva perdita della capacità procreativa". Si dichiara poi che "moltissimi studi hanno messo in evidenza l'associazione tra parto indotto e cancro al seno e infertilità" e per quanto riguarda i rischi psicologici, altri studi citati riporterebbero che "il trauma dell'aborto può portare al suicidio" oppure a "depressione, aautolesionismo, consumo di alcol e droghe".

Statistiche

Secondo le statistiche riportate da "Wired", l'aborto è un fenomeno in progressivo calo, attualmente al 74,7% in meno rispetto ai dati del 1982 (considerando che la legge 194 sull'aborto è stata approvata 40 anni fa, nel 1978). Sempre le statistiche nazionali parlano di una percentuale stabile negli anni di medici obbiettori, circa il 70%. I dati regionali riportano invece una percentuale del 60%. Sempre a livello regionale, in Fvg nel 1982 le interruzioni volontarie di gravidanza sono state 525 su 1000 nati vivi, nel 2016 il rapporto è stato di 168/1000.

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