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Cronaca

Acqua alta e clima, il parere dell'esperto: "La situazione è in peggioramento"

Franco Coren, direttore della sezione infrastrutture di ricerca di OGS: "Nel golfo c'è un incremento massimo teorico del livello del mare stimato in 4 millimetri l'anno, mentre Trieste scende di un millimetro l'anno. Valori molto elevati"

Il fenomeno dell'acqua alta nei giorni scorsi ha scosso il web e l'opinione pubblica: le immagini di una Venezia in ginocchio e di una piazza Unità vagamente simile a piazza San Marco hanno risvegliato ancora una volta interrogativi sul cambiamento climatico in corso. Sul web impazza il dibattito tra chi riconosce l'emergenza climatica e chi minimizza chiamando in causa “il solito scirocco”, noi abbiamo preferito rivolgerci a un esperto per tentare di approfondire, chiedendo lumi a Franco Coren, direttore della sezione infrastrutture di ricerca di OGS.

Il picco del 1969

Il 26 novembre del 1969 – spiega Coren - c'è stato un picco di marea che a Trieste ha raggiunto i 193 centimetri, il più alto della storia. A questo si sommi il fatto che da uno studio recente, molto completo della regione, emerge che nell'ultimo decennio nel golfo di Trieste la velocità di innalzamento del livello del mare è stimata in 4 millimetri l'anno, mentre Trieste presenta un abbassamento che in media è di un millimetro l'anno. Sono valori molto elevati e tutto questo va inquadrato in un contesto di cambiamento climatico secondo cui la situazione è destinata a peggiorare”.

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Un po' di chiarezza

“I modelli su cui ci basiamo – dichiara il ricercatore - sono molto precisi per quanto riguarda la marea astronomica, poi vanno aggiunti i fattori meteorologici, chiamati forzanti, ossia il vento e la bassa pressione. Le masse d'acqua risentono della pressione atmosferica e del vento. Il vento spinge l'acqua nella direzione in cui soffia, verso zone in cui il mare, in virtù della bassa pressione, si solleva, mentre in zone di alta pressione viene spinto verso il basso. Questi fenomeni sono soggetti al cambiamento climatico". 

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Se il clima cambia, quindi, anche le perturbazioni ne risentono e a volte vanificano, com'è accaduto a Venezia in questi giorni, le simulazioni degli scienziati. “Nell'arco di decenni – spiega Coren - possiamo solo aspettarci un peggioramento e un'intensificazione di questi episodi. I cambiamenti climatici in corso portano gli studiosi a rivedere continuamente i modelli e le statistiche, basti pensare che per un fenomeno come quello del 1969 era stato stimato un tempo di ritorno sui 650 anni, mentre dopo soli 50 anni si è verificato un innalzamento di marea molto simile, anche se inferiore”. Si è parlato infatti di 179 centimetri a Grado e di 176 a Trieste e, come dichiara l'esperto dell'OGS, “con valori come questi il tempo di ritorno sarebbe stimato in 140 anni, mentre gli ultimi fatti ci smentiscono clamorosamente”.

il futuro

Sicuramente la prontezza di intervento della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e delle autorità cittadine ci è d'aiuto nei casi di grave maltempo, ma spetterebbe alla politica e alle istituzioni intervenire nel lungo termine. Ad esempio, come suggerisce Coren, sarebbe saggio “limitare le costruzioni in zone a rischio e predisporre delle barriere per quanto possibile, ma mi rendo conto quanto sia difficoltoso imporre queste misure a livello politico. Purtroppo è difficile prendere coscienza delle cose finché non accadono. Le previsioni degli scienziati non sono tutte uguali, ce ne sono di più o meno catastrofiche ma tutte sono concordi sul fatto che nei prossimi anni tutto questo succederà sempre più di frequente”.

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