Pestaggio di piazza Libertà, la vittima: «Non sono un bugiardo e non ero ubriaco»
Manuel Pozzecco, intervistato da Telequattro conferma la sue versione dei fatti in merito all'aggressione subita giovedì scorso a suo dire da da sette immigrati. Tuiach preso di mira minacciato e insultato per la sua "ronda": «La Digos indaga su chi ha scritto il biglietto»
«Ero seduto sulla panchina (in piazza della Libertà), ero un po' provato, non c'era nessuno, solo questi setti immigrati; ero un po' provato, uno di loro mi si è avvicinato, gli ho chiesto gentilmente di lasciarmi solo; questo è tornato indietro dai compagni, hanno riso e si sono avvicinati a me. A quel punto mi sono alzato in piedi e ho ricevuto un forte spintone che mi ha fatto cadere a terra. Ho cercato di reagire, ma hanno cominciato a colpirmi con pugni alla testa: ho perso alcune diottrie all'occhio sinistro per i colpi ricevuti. Sono riuscito a scappare verso via Sant'Annastasio e in via Udine ho chiesto aiuto a un ragazzo, infermiere, che ha chiamato i soccorsi».
Questo il racconto della vicenda di cui tutta Trieste e non solo (molti politici e media nazionali l'hanno ripresa): Manuel Pozzecco, intervistato da Bernardo Gulotta per il tg di Telequattro, ha confermato la sua versione dei fatti: «Io faccio appello a tutte le persone che hanno avuto problemi con loro (i profughi, ndr) di farsi avanti e contattarmi, perchè non è giusto; io ho detto la verità, anche se alcuni mi danno del bugiardo e dicono che ero ubriaco: non ho inventato né falsificato niente. Chiedo al sindaco di prendere dei provvedimenti».
(Qui il servizio completo di Telequattro)
Un passo indietro invece lo aveva già fatto il pugile triestino Fabio Tuiach: nel suo ruolo di "paladino dei Topolini" e apprendista politico aveva organizzato una sorta di ronda in piazza della Libertà, ma poi ha ritirato l'iniziativa su consiglio della Digos (che sta indagando sulla vicenda) e per le voci che accusano Manuel Pozzecco di aver ingigantito la storia e aver tralasciato il suo stato di alterazione alcolica. Gli operatori della Polizia indagano anche «su un biglietto contenente insulti e minacce verso di me» spiega Tuiach che scrive su Facebook «Da circa tre mesi ho deciso di portare avanti i miei valori per il bene della città ma io non sono un politico e non parlo il politichese ma un guerriero abituato alla lotta e un trascinatore per i triestini che vuole solo muovere le coscienze e per questo sono così odiato! Purtroppo per noi questa è una dittatura di sinistra targata PD che è contro tutto quello che per noi è la normalità; mi aspetto altri insulti e minacce fino a giugno ma ho anche tante brave persone al mio fianco che la pensano come me».