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Cronaca

"Arancia Meccanica", il capolavoro di Kubrik di scena al Politeama Rossetti

19.50 - Repliche dal 12 al 16 novembre per la stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Va in scena mercoledì 12 novembre alle 20.30 alla Sala Assicurazioni Generali Arancia Meccanica, testo di Anthony Burgess e regia di Gabriele Russo: un titolo di grande forza, che approda al teatro e diviene un appuntamento ricco d’induzioni attuali della Stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Quando arrivò sul grande schermo nel 1971, diretto da un visionario Stanley Kubrik Arancia Meccanica (A Clockwork Orange) divenne immediatamente un caso: creò sconcerto per la violenza e l’esasperazione dei temi e in Italia, fino al 2007 rimase un film vietato ai minori di 18 anni… Oggi del film ci inquieta soprattutto la forza presaga.

Ancor più colpisce l’intuizione di Anthony Burgess che già nel 1962 aveva pubblicato il romanzo distopico omonimo da cui è tratta la sceneggiatura, nonché creato per il teatro una versione drammaturgica con musiche. Scrittore, critico letterario, librettista, poeta, compositore, giornalista, saggista, traduttore, studioso, educatore, Burgess è a tutti gli effetti una delle massime personalità artistiche e sicuramente uno dei maggiori autori del Novecento inglese. In Arancia meccanica racconta, usando toni accesi e uno stile fantascientifico, sociologico e politico un futuro dominato da un’esacerbata violenza giovanile e da una sempre maggiore inclinazione al condizionamento del pensiero.

«A distanza di 51 anni dalla prima pubblicazione del romanzo ­­– riflette Gabriele Russo, regista dello spettacolo che ora giunge sui palcoscenici italiani, tradotto direttamente dalla drammaturgia di Burgess – ci si rende conto di quanto l’autore avesse saputo guardare anche oltre il suo tempo, presagendo, attraverso la storia di Alex e dei suoi amici Drughi, una società sempre più incline al controllo delle coscienze ed all'indottrinamento di un "pensiero unico". Se negli anni Sessanta quei temi stavano appena cominciando a diventare materia di argomento e riflessione oggi siamo tutti molto più consapevoli del tentativo di controllo delle coscienze a cui noi tutti siamo sottoposti. L'opera ha favorito delle domande, la libertà di scelta è davvero così importante? E a questo proposito, l'uomo è davvero capace di scegliere? E ancora: la parola libertà significa qualcosa di preciso? Ed in particolare, è meglio essere malvagi per propria scelta o essere retti ed onesti grazie ad un lavaggio scientifico del cervello?».

Lo spettacolo, messo in scena da un cast d’interpreti degni d’attenzione, sarà concepito come un incubo di Alex, il capo dei Drughi: la scena come una scatola nera conterrà e dissolverà le sue visioni ed i suoi ricordi che soprattutto nella prima parte si alterneranno a canzoni e musiche scritte da Morgan. Un musicista “fuori dagli schemi” che il regista ha cercato in qualche modo “somigliante” ad Arancia Meccanica.

«L’idea che tutto avvenga attraverso la testa di Alex – commenta Morgan – per me è stato fondamentale ai fini della realizzazione dei brani: le mie musiche iniziano riferendosi all'originale, per poi man mano deformarsi: trascendono e degenerano proprio perché stanno nella testa di Alex; quello che Alex ascolta non è Beethoven, è la sua idea deformata di Beethoven, è il suo delirio di Beethoven. E' questa deformazione musicale che mi ha interessato. Credo che tutto ciò che è nella mente, nel “planetario”, di Alex sia giusto, è il modo di metterlo in pratica, attraverso la violenza, che è sbagliato! Paradossalmente il canale della creatività, che si attua mettendo in scena un'opera come questa, è la strada giusta per trasmettere alla società di oggi un messaggio di non-violenza!»

Assai accurato il lavoro di traduzione, in particolare per ricreare lo slang dei Drughi, che si voleva suggerisse violenza ma anche identità, come accade per i “branchi” dei ragazzi d’oggi. Un’inquietante riflessione, dunque, sul male assoluto e senza ragione (com’è quello di Alex), sulla sottile linea di confine fra bene e male, sul rapporto vittima/carnefice e sulla connessione fra violenza sociale e del singolo.

Arancia Meccanica di Anthony Burgess, per la regia di Gabriele Russo e interpretato da Alfredo Angelici, Martina Galletta, Sebastiano Gavasso, Giulio Federico Janni, Alessio Piazza, Daniele Russo, Paola Sambo si avvale delle scenografie di Roberto Crea, delle luci di Salvatore Palladino e dei costumi di Chiara Aversano. Le musiche di scena sono di Morgan.

Lo spettacolo è una produzione del Teatro Bellini - Teatro Stabile di Napoli.

Repliche da mercoledì 12 a sabato 15 novembre alle ore 20.30; domenica 16 novembre alle ore 16. I posti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line, cliccando qui

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