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"In Fvg si respira aria buona" il report dell'Arpa sul 2019

Permangono criticità riguardo all'ozono, da monitorare i livelli di benzoapirene. Nelle prossime settimane i dati relativi ai mesi dopo la chiusura dell'area a caldo della Ferriera. Scoccimarro: "Puntiamo a diventare capofila a livello comunitario, anticiperemo obiettivi Green Deal"

Complessivamente buona e in costante miglioramento la qualità dell'aria in Fvg dal 2015 al 2019, così riporta la relazione annuale, redatta di Arpa Fvg basata sui criteri nazionali ed europei. Risolti i problemi legati agli ossidi di azoto e del benzene, gli unici inquinanti da monitorare rimangono le polveri sottili, in particolare nel Pordenonese e nella Bassa Friulana, e il benzoapirene, presente in quantità molto basse ma, secondo i tecnici Arpa, da tenere sotto controllo. Il benzoapirene è prodotto anche da stabilimenti industriali come la Ferriera e dalle combustioni inefficienti, soprattutto dei ciocchi di legno, e secondo gli esperti sarà necessario lavorare per ridurre questa quantità individuando le sorgenti che la producono. I dati sono stati illustrati oggi in conferenza stampa dall'assessore regionale alla difesa dell'ambiente Fabio Scoccimarro assieme al direttore generale di Arpa Fvg, Stellio Vatta.

Critici invece i livelli di ozono, un problema tuttavia relativo a tutta l'area europea, che risulta anch'esso in leggero miglioramento. Si registrano infatti picchi molto meno intensi rispetto a un decennio fa, nonostante le condizioni climatiche e il surriscaldamento globale remino contro la remissione del fenomeno.

Focus sulla Ferriera

Per quanto riguarda Servola e la Ferriera si è rilevato che per il quadrienno 2016-2019 le emissioni degli altoforni, della cokeria e del campo di colata sono state disperse per lo più in direzione del mare, con episodi di dispersione verso i quartieri limitrofi. Marcata la variabilità nei quattro anni: il 2017 è stato l’anno più critico e al contrario nel 2018 si è verificato un numero ridotto di superamenti. A tali differenze ha sicuramente contribuito la variabilità meteorologica. Le emissioni di polveri dell’impianto hanno determinato, in ciascuno dei 4 anni analizzati, lo sforamento del limite annuale, ossia 35 superamenti della soglia giornaliera. Tale sforamento ha interessato un’area variabile tra gli 8 e i 15 ettari (pari a circa 10-20 campi da calcio), dunque circoscritta agli impianti e ai depositi limitrofi, e a una piccola porzione di mare vicino. Non sono ancora disponibili i dati relativi al monitoraggio del 2020 dopo la chiusura dell'area a caldo, che verranno comunicati nelle prossime settimane.

Scoccimarro: "Anticiperemo obiettivi Green Deal"

"I dati che ci troviamo a commentare - ha spiegato Scoccimarro - sono testimonianza dell'attenzione dell'amministrazione regionale sul fronte ambientale: un versante sul quale la Giunta intende investire con forza, non solo per rispettare ma addirittura per anticipare le scadenze fissate dal Green Deal europeo." "L'obiettivo - ha rimarcato l'assessore - è di affermare il Friuli Venezia Giulia quale capofila a livello comunitario nell'uso efficiente di risorse, nello sviluppo di un'economia pulita e circolare e nella riduzione dell'inquinamento: traguardi fissati al 2050, ma che la nostra regione può ambire a tagliare entro il 2045".

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