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Cronaca

Sequestro Fincantieri, Confindustria: "Provvedimento esagerato"

Secondo Confindustria Alto Adriatico e Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo si sarebbero potute valutare misure alternative al sequestro in quanto il progetto seguito da Fincatieri gode di tutte le autorizzazioni necessarie da parte delle varie amministrazioni competenti.

Per quanto riguarda il sequestro operato dal Comando dei Carabinieri del Noe di Udine nell’area dell’ex scalo 304 dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, Confindustria Alto Adriatico e Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo sono perplesse.

Se da un lato infatti non si può ovviamente prescindere dal rispetto delle norme, dall’altro siamo di fronte a una misura molto seria come quella del sequestro per il presunto sforamento di poco più di 10 giorni dei limiti temporali previsti dalla normativa di settore per il deposito temporaneo di materiali che non pare siano possibile causa di un grave pericolo per la salute e / o per l’ambiente.

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Le Associazioni Industriali sottolineano come in generale nel suo operato Fincantieri, che ricordiamo è la più grande impresa cantieristica europea, abbia non solo ovviamente recepito le specifiche norme sulla gestione ambientale previste dalla legislazione ma abbia anche da tempo adottato una struttura e un processo organizzativo finalizzato al continuo miglioramento del rispetto ambientale.

A questo scopo, il Gruppo Fincantieri nel corso del 2018 ha investito quasi 8 milioni di euro per la protezione dell'ambiente, avviando in particolare interventi finalizzati sia al miglioramento dell’impatto ambientale che alla riduzione delle emissioni dirette e indirette in atmosfera. E tale politica in materia di ambiente e salute viene condivisa con i fornitori dell’azienda. Inoltre, la trasparenza nella gestione del rispetto ambientale è asseverata dal conseguimento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) nel 2017 e dalle numerose attività sviluppate successivamente dall’azienda in condivisione con le competenti Autorità comunali e regionali.

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Quindi, pur non entrando nel merito del provvedimento di ieri, le Associazioni ravvisano che probabilmente si sarebbero potute valutare misure alternative al sequestro, in quanto l’attività operata dalle aziende specializzate incaricate da Fincantieri per gli interventi sulla struttura logistica ed impiantistica del cantiere, segue un progetto che gode di tutte le autorizzazioni necessarie da parte delle varie amministrazioni competenti. Un progetto che prevede il deposito temporaneo dei materiali da un lato per razionalizzare il numero di trasporti per lo smaltimento definitivo, dall’altro per il riutilizzo in loco, ove possibile, di alcuni dei materiali rimossi.

Stante alle informazioni ora in nostro possesso – affermano i Presidenti - sembrerebbe che siamo quindi di fronte più ad una questione di forma e di tempi che di sostanza, questione che peraltro non danneggia l’ambiente né inquina il territorio. Ma si tratta di una situazione che, in conseguenza delle misure adottate, potrebbe causare un rallentamento, se non addirittura un arresto, nelle operazioni di rinnovamento dello stabilimento necessarie a mantenerlo competitivo.

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