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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Case di riposo, Usb: "Buona parte fuori norma"

"Almeno la metà non rispettavano le norme di legge con episodi molto gravi, quali l’uso di sistemi di contenzione, la carenza di personale all’ora dei pasti, la situazione igienica in generale"

"Case di riposo: una buona parte sono fuori norma!" lo dichiara Usb in una nota dove denuncia l condizioni di alcune strutture per anziani triestine in seguito a un controllo effettuato su oltre 60 di queste, il quale avrebbe riscontrato che "almeno la metà non rispettavano le norme di legge con episodi molto gravi, quali l’uso di sistemi di contenzione, la carenza di personale all’ora dei pasti, la situazione igienica in generale".

La legge

"Poiché sui risultati di questo controllo - continua Usb - è calato un silenzio tombale sarebbe interessante sapere se, oltre all’applicazione delle sanzioni di legge, verranno predisposti degli interventi atti a garantire, da subito, un servizio rispettoso della normativa vigente. Il modo migliore sarebbe quello di applicare la Legge Regionale emanata nel 2015 e modificata nel 2017, sulla riclassificazione delle case di riposo che da due anni e mezzo è in una fase di stallo. Una decisione unanime del consiglio regionale ha prorogato l’applicazione della legge a gennaio 2019, con la motivazione che, sul mercato del lavoro locale, non è reperibile il numero neccessario degli operatori socio sanitari, per cui ci si sta rivolgendo fuori regione per trovarli".

I corsi di formazione

"È peraltro vero - precisa il sindacato - che nell’ultimo triennio sono stati effettuati dei corsi di formazione per OSS e che, per gli assistenti domiciliari e dei servizi tutelati (ADEST), per gli operatori tecnici di assistenza (OTA) e per gli operatori in possesso del titolo attestante l’acquisizione di competenze minime i corsi sono molto più brevi. Appare quindi singolare che, nel predisporre questi corsi non si sia tenuto conto del fabbisogno di queste professionalità in regione".

Norme non rispettate

Secondo Usb "L’aspetto più preoccupante (e di cui nessuno parla) è dato dalle norme che rivedono le metrature delle stanze, indicano il numero dei bagni necessari in funzione del numero degli ospiti, stabiliscono la presenza di operatori dedicati alle attività di animazione ed il numero di ore dedicate alle stesse, i tempi di presenza di addetti all’assistenza di base in termini di minuti al giorno per posto letto. Quasi tutte le case polifunzionali non rispettano le nuove norme sulla metratura, ciò presuppone una ristrutturazione delle stesse, il che comporterebbe spese edilizie notevoli, ma anche un calo del numero degli ospiti, quindi maggiori spese e guadagni ridotti per i proprietari, il che può spiegare il ritardo nell’applicazione della legge".

Disagi inevitabili

"La legge - prosegue la nota - fissa in tre anni il tempo per eseguire questi lavori, il che permetterebbe uno scaglionamento degli stessi, evitando di lasciare senza assistenza e ricovero le persone interessate, ma è chiaro che dei disagi saranno inevitabili; bisogna trovare degli spazi per alloggiare queste persone nel periodo di ampliamento delle strutture di ospitalità (si parlava a suo tempo di una disponibilità di spazi all’interno dell’Ospedale Maggiore). USB ritiene che queste difficoltà a cui si poteva cercare un rimedio per tempo non possono giustificare il ritardo nell’applicazione di una legge che vuole assicurare, sopratutto alle persone non autosufficienti, una vecchiaia tranquilla e serena, senza sentirsi un peso per la società o, ancor peggio, essere considerati una fonte di guadagno per pochi. Pertanto USB, in un momento in cui si parla tanto di decreto dignità e di fine della povertà, ritiene che l’assistenza agli anziani sia un nodo centrale - conclude - e quindi vigilerà sulla tempestiva e corretta applicazione della legge".

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