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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Caso Coop in Comune: «Situazione drammatica, che la Regione rimedi ai suoi errori» (FOTO)

12.52 - In sala, nella riunione dei capigruppo, sindacalisti e soci sostenitori: assente per motivi giuridici l'avvocato Maurizio Consoli

Dopo due ore di discussione nell'assemblea dei capigruppo, allargata a una delegazione di cinquanta soci delle Coop (circa una metà, gli altri sono rimasti in attesa in piazza Unità), avvenuta nella sala del Consiglio Comunale, si è giunti a due conclusioni: la prima di carattere sociale riguarda il «dramma 100 volte maggiore a quello della Ferriera» (ha dichiarato Franco Bandelli, Un'Altra Trieste, nel suo intervento) perchè ci sono più di 600 lavoratori, con le rispettive famiglie, che rischiano di perdere lo stipendio e 17 mila soci che rischiano di perdere i loro risparmi; la seconda conclusione vede la Regione oggetto delle accuse, «ha il compito di controllare i bilanci di tutte le cooperative» (hanno sottolineato in molti), ma anche soggetto di quel salvataggio che tutti hanno auspicato.

La seduta è stata introdotta dal presidente Furlanič che ha riportato una breve cronistoria delle richieste ai vertici della cooperativa di chiarimenti: «Il 15 novembre 2013 era stata richiesta una convocazione dei dirigenti sullo stato di salute dell'azienda: non era stata data risposta. Il comune non può costringere, quindi era stata votata una mozione urgente, approvata l'11 dicembre 2013, in cui si chiedeva la convocazione dei vertici per spiagare le gravi perdite di bilancio e le conseguenze sui dipendenti. Ancora nessuna risposta. Il 20 dicembre e il 24 gennaio altre convocazioni, ma ancora con esito negativo. Oggi era stato convocato solamente l'avvocato Maurizio Consoli, che è l'attuale amministratore giudiziario, ma alle 9 si sarebbe dovuto recare in tribunale per parlare con il magistrato e quindi ha dovuto rinviare l'incontro con i capigruppo alla prossima settimana».

A questo punto la parola è passata al sindaco Cosolini (poi andato via per altri impegni istituzionali) che ha sottolineato «l'impegno nel cercare una soluzione per lavoratori (incontrati ieri) e risparmiatori (incontrati questa mattina prima della seduta). L'angoscia è comprensibile. Ci terremo in contatto con le sigle sindacali. So che c'è la richiesta di una sala per le riunioni e abbiamo pensato al Palachiarbola, vista la grande quantità di persone interessate».

C'erano i rappresentanti sindacali Cgil - Filmcams che ha ricordato che «noi avevamo già avvertito che l'investimento della Coop Gran Duino era insostenibile: non ci sono mai stati consegnati i bilanci; il primo campanello d'allarme era stato il tentato esubero dei 75 dipendenti lo scorso inverno: ora lottiamo perch questi 600 lavoratori e i possessori dei libretti, nella speranza che si trovi un accordo con le cooperative interessate all'acquisto». Dello stesso avviso anche il rappresentante della Uil: «Il fallimento sarebbe una catastrofe, dobbiamo traguardare la cooperativa verso la nuova proprietà». I due delegati Cisl (di cui uno di categoria) hanno tirato in ballo le istituzioni che «devono trasmettere fiducia: bisogna tornare a investire sul territorio».

È stata la volta poi degli interventi dei soci in sala, tra i quali spiccano due interventi. Il primo, commosso, della signora Spallino, ha ricordato che «sono anni che sono socia delle Coop, dal 1999. Lì ci sono i nostri risparmi che a quanto pare sembra hanno retto la baracca in questi anni. Non eravamo investitori o speculatori, né ingenui come ci vogliono far sembrare: semplicemente riponevamo fiducia in questa istituzione, nella quale abbiamo riposto anche il futuro dei nostri figli. Ora vogliamo delle risposte, perchè è vero che la legge non ammette l'ignoranza, ma non ammette neanche gli illeciti che sembra siano stati compiuti». 
Il microfono è poi passato nelle mani di un altro socio, il signor Metz, che ha puntato il dito contro la «Regione, perchè questa situazione era nota dal 2007. Da allora non è successo nulla: ora dobbiamo attribuire le responsabilità. E la Regione ne ha: infatti chiunque investiva era garantito che c'era un ente che revisionava ogni anno i bilanci».

Il primo consigliere a prendere la parola è stato Franco Bandelli, Un'altra Trieste, che con energia e strappando gli applausi del pubblico, ha chiarito che «questo è un dramma sociale 100 volte maggiore della Ferriera. La responsabilità non può essere solo del presidente: esiste un consiglio di amministrazione. Ci saranno dei responsabili. Basta prese per il c**o. È giusto che la politica metta le toppe dove ha sbagliato per decenni e si faccia capofila della class action».

Dopo di lui si è alzato Paolo Menis, Movimento 5 Stelle, che punta il dito verso quei «politici e partiti che hanno invaso i consigli di amministrazione. Accolgo la proposta del consigliere Bandelli, il comune deve essere attivo in questa situazione. Ma è la Regione che deve garantire visto che fin'ora non ha fatto nulla: forse non è giusto utilizzare il fondo di garanzia per un errore di una cooperativa, però 100 milioni rischiano di essere un grosso ammanco nell'economia di tutti. La colpa è anche della stampa, che è stata zitta in tutti questi anni». (In questo caso va detto che Triesteprima si era occupata del caso già due anni fa, ndr)

Altri consiglieri si sono espressi contro la Regione: Roberto Antonione, Gruppo Misto, ha detto sottolineato il fatto che «esiste un istituto incaricato dei controlli sulle cooperative che non ha controllato a dovere: a questo punto la Regione deve aprire un tavolo, magari sollecitata dal sindaco Cosolini». Marino Sossi, Sinistra Ecologia e Libertà, è sicuro che «il buco si potrà colmare e così deve essere, ma questo Cda deve sparire e magari andare in prigione se sono stati commessi degli illeciti». 

Maurizio Ferrara, Lista civica indipendente, si è domandato «come sia possibile che solo in questi giorni sia venuta fuori la questione della copertura limitata al soli 30% per il prestito sociale. In questa situazione dobbiamo fare di tutto per salvaguardare lavoratori e risparmiatori, com'è stato fatto di tutto (anche rilasciare autorizzazioni incredibili) per la Ferriera».

«Ogni sforzo va fatto per salvare quella che negli anni è stata ed è una realtà importante del nostro territorio. Alle persone alle quali è stata carpita la fiducia in questi anni vanno date delle risposte e la certezza dei propri diritti - dichiarano Marco Toncelli, capogruppo in consiglio comunale, e Štefan Čok, segretario provinciale Partito Democratico -. Altrettanto certa dovrà essere l’individuazione delle responsabilità di una situazione che rappresenta una pesante ferita per Trieste: chi ha sbagliato dovrà renderne conto, alla giustizia e all’opinione pubblica. E speriamo quindi che tutte le forze politiche agiscano in tal senso, ragionando in termini di diritti delle persone e non di strumentalizzazione politica».

La consigliera Pd, Anna Mozzi ha poi evidenziato come nella cooperativa la "democrazia" non fosse proprio ben chiara: non solo mancavano gli avvisi pubblici per le elezioni, ma addirittura le schede elettorali che venivano recapitate a casa dei soci per posta presentavano dei numeri seriali che annullavano la segretezza del voto».

L'ultima a parlare è stata Alessia Rosolen, Un'Altra Trieste, che, appoggiando la class action, si è chiesta «come si potranno recuperare gli oltre 100 milioni di euro che sembrano spariti: questo sarà l'obbligo principale della politica».

Insomma tutto è tempo di fare fronte comune (come ha sottolineato più di qualche partecipante alla discussione di oggi) nel tentativo di salvare posti di lavoro e risparmi. Nell'attesa della prima udienza di lunedì prossimo in tribunale (nei giorni seguenti l'avvocato Consoli riferirà ai capigruppo) i soci stanno raccogliendo le adesioni alla class action e alle iniziative.

21ott14. Caso Coop in Consiglio comunale (Foto Emanuele Esposito)

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