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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Istria e Litorale

Nuova "impresa di Fiume", uno dei protagonisti: "Mi assumo tutta la responsabilità"

Nei mesi scorsi tre giovani di Locorotondo in provincia di Bari avevano issato la bandiera tricolore sul castello di Tersatto, alle spalle del capoluogo quarnerino. Il gesto, che presto aveva fatto il giro del web, aveva provocato diverse reazioni politiche in Italia e in Croazia

Fiume, capoluogo della regione litoranea-montana in Croazia, anno del Signore 2019. Tre giovani cittadini italiani visitano il castello di Tersatto alle spalle della città quarnerina e, dopo un discorso registrato e pubblicato per primo dal sito Total Croatia News, issano la bandiera tricolore. "Oggi siamo a Fiume a fare una bella impresa, a ricordare che qui è Italia”, queste le affermazioni dai toni enfatici che si sentono pronunciare dal gruppo di "legionari contemporanei", i cui volti vengono oscurati.

La notizia fa presto il giro del web, se ne occupano i media croati e quelli italiani. Ieri 16 luglio ecco che sulla pagina Coaching Di Biaso Roberto compare il post in cui viene ammessa la responsabilità del gesto, questa volta a viso scoperto. "Sono Roberto Di Biaso e mi assumo tutta la responsabilità dell'accaduto" scrive il giovane di Locorotondo in provincia di Bari che nel post aggiunge, tra gli altri, il link alla notizia ripresa da Primato Nazionale, organo d'informazione sovranista e tra i preferiti dai militanti di Casa Pound. 

Il video del blitz "irredentista"

Le parole dei giovani pugliesi

"Non protagonismo o esaltazione, ma un gesto che vuole riportare dei valori ormai persi, nella nostra cultura e società. Non un atto ostile nei confronti dei croati, ma un'impresa curiosa, romantica, avventurosa e affascinante" continua così il post, in cui vengono fatti i nomi dei presunti altri compagni di Biaso, vale a dire Ezio Scatigna e Giuseppe Palmisano, anch'essi di Locorotondo. 

Locotorondo a Fiume 3 (2)-2

La notizia che raccontava il gesto dei tre giovani pugliesi aveva suscitato le consuete polemiche politiche, in quella contrapposizione ideologica che ancora oggi, ad oltre un secolo di distanza dalla marcia su Fiume condotta dal poeta Gabriele D'Annunzio in testa ai legionari partiti da Ronchi (Gorizia), alimenta le divisioni della memoria del confine orientale d'Italia, rimettendo le lancette della Storia indietro di chissà quanto. 

"Immaginare un grande paese"

I tre continuano ricordando "a 100 anni di distanza, quell'impresa rivoluzionaria D'Annunziana che sognò di fare grande l'Italia, scindendola da un atto politico, che oggi come allora è stato largamente strumentalizzato. Immaginare e costruire un paese grande e virtuoso, e raccogliere i pezzi persi per strada non può essere un reato. Se ami veramente la tua terra, il tuo popolo, la tua casa".

La stampa bigotta

Nel post Di Biaso ne ha anche per i giornalisti, attaccando "il bigottismo che si cela in certa stampa" e che "non coglie l'essenza dell'amore del gesto, verso il proprio paese. Quanto siamo di mentalità aperta, se non valutiamo, anche solo per un istante, il profondo sentimento che echeggia in questo gesto? Cosa sappiamo veramente di quel "folle" gesto che molti ahimè condannano?". Nel post poi anche il j'accuse ai banchieri, all'econonia, ai conti e nei confronti dello spread. 

Contro tutto e contro tutti

Secondo il giovane pugliese il tutto sarebbe da ricondurre al sentimento identitario, un'italianità che ogni giorno sarebbe maltrattata, derisa e messa in un angolo. Per Di Biasio l'Italia sarebbe spogliata dello splendore che "avvolgeva il nostro paese irradiandolo d'avvenire". I passaggi successivi del post riguardano quindi l'egoismo, i concetti legati all'idea di Paese, di popolo, di crescita e buone pratiche, il benessere collettivo ed individuale. Insomma, una sedimentazione allargata, e forse confusa, di ideali socio-culturali che evidentemente nascondono comportamenti al limite del contradditorio. 

Di Biaso poi conclude scrivendo: "Da italiano sento Fiume italiana, ed è come se una parte della famiglia ci fosse stata strappata. Non abbasseremo più la testa davanti alle ingiustizie storiche". Si può scommettere che l'ultima affermazione a qualcuno non piacerà. Firmato: Roberto Di Biaso, Ezio Scatigna, Giuseppe Palmisano. Da Locorotondo, Puglia, Adriatico occidentale. 

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