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Cronaca

Commemorazione Romoli, Mazzolini: «Un vuoto incolmabile per il Consiglio»

«Avrebbe guidato la nostra assemblea legislativa con autorevolezza, capacità di dialogo, indipendenza di giudizio»

La quinta seduta d'Aula della XII legislatura si è aperta con la commemorazione, da parte del vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini, della figura del presidente Ettore Romoli, mancato alcuni giorni fa, dopo una breve degenza ospedaliera, «lasciando - ha esordito Mazzolini - in noi tutti e nelle persone che l'hanno conosciuto un vuoto incolmabile per l'autorevolezza, la capacità di dialogo e l'indipendenza di giudizio con cui avrebbe guidato la nostra Assemblea legislativa».

Il vicepresidente ha quindi tracciato il percorso biografico e politico di Ettore Romoli, soffermandosi sull'importante eredità di esperienza che ha lasciato:

Nato a Firenze il 9 aprile 1938, si era trasferito a Gorizia con la famiglia nel 1954, dove il padre dirigeva il Consorzio agrario. Dopo la laurea in economia e commercio, conseguita all'Università di Trieste, prestò servizio militare come ufficiale di complemento. Insegnò per diversi anni estimo e ragioneria all'Istituto tecnico commerciale goriziano avviando più tardi la professione di commercialista e, in questa veste, fu tra i fondatori dell'ordine provinciale dei dottori commercialisti che ebbe modo anche di presiedere.

Avvicinatosi alla politica molto giovane, dopo una prima esperienza come consigliere comunale di Gorizia, negli anni Novanta fu tra i protagonisti della fondazione in Friuli Venezia Giulia di Forza Italia, partito del quale è stato consigliere nazionale, coordinatore regionale dal 1996 al 2003 e responsabile per il Nordest dal 2005. Fedele per ventiquattro anni a questa scelta, non si chiuse mai nelle rigide logiche di partito, rimanendo sempre un'anima libera, coerente con se stesso e con la politica che faceva, con l'autorevolezza che gli derivava dalla dirittura morale con cui ha condotto la sua vita.

Nel 1994 Romoli venne eletto al Senato della Repubblica entrando a far parte della Commissione Finanze e Tesoro, della Giunta per gli Affari Comunitari e della Commissione di Vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti. Nell'ottava legislatura entrò in Consiglio regionale ricoprendo, dal 1998, il ruolo di assessore alle finanze e alla programmazione nella Giunta guidata da Roberto Antonione, dando prova delle capacità politiche e professionali, di apertura alle istanze delle opposizioni e di attenzione rigorosa agli interventi regionali in tema di bilancio.

Candidatosi alle elezioni politiche del 2001, venne eletto alla Camera dei Deputati, entrando a far parte della Commissione Finanze. Tra le altre iniziative, presentò alcune proposte concernenti il regime fiscale delle aree di confine nel settore commerciale, gli incentivi per la crescita del sistema produttivo del Friuli Venezia Giulia e un'iniziativa legislativa di modifica dello Statuto regionale per assicurare un seggio alla minoranza slovena.

Nel 2007 diventò sindaco di Gorizia con il 51% dei voti, sostenuto da una coalizione di centrodestra. Nel corso del suo primo quinquennio sono state realizzate importanti opere di riqualificazione urbana e rafforzati i legami con la città di Nova Gorica e il Comune di Sempeter. Nel 2012 fu rieletto al primo turno con un largo consenso che testimoniò ancora una volta l'affetto della Città per il Suo Sindaco, una persona che sapeva rapportarsi con disponibilità e umiltà con tutti gli interlocutori. Negli ultimi anni di mandato Ettore Romoli guidò il Consiglio delle Autonomie Locali con l'esperienza e la capacità che gli erano riconosciute da tutti i componenti.

Coerentemente con il suo lungo percorso politico aveva continuato a rappresentare una parte importante del partito che aveva contribuito a fondare anche se negli ultimi anni la sua attività era meno volta all'impegno diretto. Non avvertiva il peso delle cose vissute e non smetteva mai di sentirsi politicamente giovane, per Lui c'era sempre un futuro da immaginare e delle cose da fare. Nelle consultazioni regionali del 29 aprile scorso, con 1996 preferenze, fu il consigliere regionale di Forza Italia più votato della Regione, un risultato che lo proiettò per esperienza, percorso politico-amministrativo, profilo dialogante ed aperto, verso la presidenza del Consiglio regionale.

Cari colleghi, il 22 maggio scorso, in quest'Aula raccolse consensi anche tra i gruppi di opposizione a conferma delle qualità e della levatura morale che gli erano unanimemente riconosciute. Pur sapendo di essere ammalato e di dover affrontare un lungo periodo di cure aveva intrapreso questa nuova esperienza con la passione, l'impegno e la dedizione che lo avevano sempre caratterizzato. Pur essendo una persona timida, che non tradiva i suoi sentimenti, era razionale e ironico, dotato di un'intelligenza e un'educazione che non si riscontrano facilmente. Era solito ripetere che sarebbe morto lavorando, ma il grande impegno non era per se stesso, ma per gli obiettivi che si prefiggeva, per la sua idea di società, per Gorizia e il suo territorio.

Era una persona che non portava rancore, guardava il lato positivo delle cose e ricordava come, al termine del mandato di Sindaco, i primi cittadini dei Comuni della vicina Slovenia gli avessero donato un quadro in segno di riconoscenza per quanto aveva fatto per costruire un percorso di crescita e comprensione tra le Comunità dell'area vasta a cavallo del confine che, secondo i suoi proponimenti, doveva portare innanzitutto a una riconciliazione umana e politica. Era molto orgoglioso del fatto che l'ultimo bilancio di previsione del Comune di Gorizia fosse stato approvato senza voti contrari perché anche le opposizioni avevano riconosciuto l'impegno straordinario del sindaco Romoli per la città.

Aveva instaurato un rapporto di fraterna amicizia, che andava oltre il legame personale, con pochissime persone con cui si sentiva quotidianamente, anche solo per un saluto, uno sfogo, un commento su qualche notizia giornalistica. A queste, poche ore prima dell'ultimo ricovero, confidò di non avere paura, fedele al fatalismo con cui guardava al domani. Mazzolini infine, esprimendo il cordoglio dell'Assemblea legislativa regionale ai figli Francesca e Andrea e alle nipotine Adele, Elda e Licia, ha ricordato che il concerto si terrà giovedì 19 luglio, sotto l'egida del Consiglio regionale, ai piedi dell'Ara Pacis di Medea, in occasione del centenario della conclusione della grande guerra, sarà dedicato anche al presidente Ettore Romoli che aveva voluto confermare l'impegno del Consiglio per questo evento.

«Sarà un modo di ricordarlo ancora una volta e di sentirlo vicino a noi - ha detto il vicepresidente. Ciao Presidente, ciao Ettore» è stato il saluto finale al quale si è unita l'Aula con un lungo applauso.

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