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Commissariato di Rozzol, il Siulp: "Si sta spegnendo nell'indifferenza generale"

Secondo il segretario provinciale Fabrizio Maniago "la lenta e triste agonia è iniziata già nell'era Padulano ed è teminata in sordina con l'era Petronzi". Anche il Partito Democratico critico nei confronti della situazione

"È inutile suonare qui non vi aprirà nessuno", non è una strofa del noto brano del molleggiato, ma la cruda realtà sulla quale, in questi giorni, impatta il concittadino di Rozzol Melara e chiunque altro abbia bisogno del Commissariato di Polizia. Un presidio ove un tempo insistevano oltre quaranta poliziotti, un luogo che brulicava di vita e sfornava diuturnamente sicurezza reale". Queste le parole del segretario provinciale del Siulp, Fabrizio Maniago che esprime la posizione del sindacato in merito alla situazione del presidio di polizia del rione periferico di Trieste. 

"Una compagine di professionisti della sicurezza che aveva il territorio sotto controllo e non il semplice controllo del territorio, che è cosa assai diversa. Oggi dopo il part time orizzontale in cui, l'orario di apertura è divenuto 8-20, dopo la definitiva chiusura della Volante, dopo aver abdicato (temporaneamente?) a fornire il servizio passaporti, possiamo intonare tutti insieme il De Profundis".

Le criticità del Commissariato sono balzate agli onori delle cronache locali anche per la posizione espressa da alcuni esponenti del Partito Democratico, su tutti la deputata Debora Serracchiani e il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo. Rimanendo invece sul punto di vista sindacale, secondo il Siulp "il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Rozzol Melara si è spento nell'indifferenza generale, dopo una lenta e triste agonia - iniziata già nell'era Padulano a cui la quasi totalità delle sigle sindacali s'era opposta coinvolgendo la popolazione residente - ed è teminata in sordina con l'era Petronzi".

Che l'organico della Polizia di Stato non goda di ottima salute lo testimonia anche l'intervento del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, che da Catania aveva parlato di "tempesta perfetta", per indicare la situazione che le Questure stanno vivendo ormai da tempo in materia di personale. Per Gabrielli infatti, ad mancherebbero circa 18 mila poliziotti. 

"Va da sé - continua la nota del Siulp - che i questori sul territorio sono costretti giocoforza a fare delle scelte di campo sulla base delle priorità. Non solo oggi non riusciamo a sfornare con gli allievi lo stesso numero dei pensionati, ma continuiamo inesorabili ad andare sotto organico. E se da un lato il sistema dei tagli lineari ha partorito questo scempio, dall'altro il modello a venire oramai è chiaro ed è sotto gli occhi di tutti".

"Un futuro prossimo fatto di privatizzazione delle funzioni di sicurezza. In un mondo dove conta solo il denaro e l'unico criterio di scelta è quello del minor costo possibile, la spending review la fa da padrone ed il poliziotto non si sostituisce quando matura la pensione. Io non so se con un defibrillatore saremo in grado di resuscitare il Commissariato di Rozzol Melara, ma chiedo a tutta la società civile di organizzarsi e farsi sentire perché quel presidio negli anni ha dato tantissimo e può dare ancora molto, ma deve essere ripopolato stabilmente altrimenti perirà definitivamente".

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