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Cronaca

Triestino invitato a Verona a parlare su esodo e foibe, il comune nega la sala

Sandi Volk ha "denunciato" il fatto che il municipio di Verona non ha accolto la richiesta per l'utilizzo della sala Tommasoli di via Perini. L'evento "appare divisivo". La replica dell'autore: "Sono il primo che ha scritto in maniera documentata sulla questione del destino dei profughi istriani"

"Il carattere dell'iniziativa appare divisivo ed è in contrasto con i valori di libertà, giustizia, eguaglianza, fraternità e solidarietà iscritti nello Statuto comunale. Il Giorno del Ricordo vuole conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo. Per questo la richiesta non può essere accolta". Firmato, il comune di Verona. 

Le ragioni del diniego

E' questa la motivazione che il municipio scaligero ha fatto pervenire a Sandi Volk, storico triestino e autore del volume "Esuli a Trieste" che nella giornata di lunedì 20 gennaio avrebbe dovuto tenere il suo intervento dal titolo "Storia del confine orientale - Esodo istriano e dintorni. Spostamenti di popolazioni in Istria e Trieste” all'interno dell'evento in programma presso la sala Tommasoli di via Perini 7. I vertici del comune infatti non avrebbero visto di buon occhio le "posizioni espresse dal relatore ed il titolo" della serata, sul cui invito compare anche un sottotitolo "Perchè la propaganda della destra fascista non
soffochi la ricerca e la ricostruzione storica", frase vicina ai simboli di Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Pci. 

La replica dell'autore

La lettera del municipio veneto è datata 16 gennaio. Immediata la replica di Volk che ha sgranato gli occhi di fronte alle accuse mosse in merito alle "posizioni" sopracitate. "Quest’ultima affermazione mi ha colpito personalmente - racconta l'autore - perché significa che le mie posizioni sarebbero in contrasto, oltre che con il testo della legge sul Giorno del Ricordo, anche con i valori di libertà, giustizia, eguaglianza, fraternità e solidarietà. E questo non glielo permetto perché è un affermazione per me offensiva, dato che sono esattamente i valori per la cui concreta realizzazione mi batto da sempre".

"Il primo che ha scritto in maniera documentata"

Volk sostiene di essere "il primo che abbia scritto in maniera scientifica, documentata, sulla questione del destino dei profughi istriani e dalmati dopo aver lasciato le loro terre, mettendo in rilievo anche gli episodi poco nobili e le strumentalizzazioni di cui istriani e dalmati sono stati vittime. Sono queste le “note posizioni” che danno fastidio? Se ce ne fossero altre la pregherei di citarmele, anche se dubito che lei o qualcuno di coloro che ha steso il testo del diniego della sala abbia mai letto una riga di quanto ho scritto".  

Poi spazio alla dura critica sull'espressione divisiva. "Quanto alla divisività del titolo credo che il problema stia in realtà nel sottotitolo. Ma combattere chi cerca, attraverso il Giorno del Ricordo, di replicare l’aizzamento all’odio tra i popoli praticato dal fascismo non solo non è divisivo, ma risponde pienamente proprio ai valori e alle norme a cui ci si richiama per negare la sala" così l'autore.

Le responsabilità

Infine l'affondo. "La sua amministrazione - conclude Volk - decidendo di impedire l’utilizzo di una sala pubblica per contrastare la propaganda di chi oggi incita all’odio tra i popoli, si è di fatto schierata dalla parte di quest’ultimi. Ci può essere scelta più “divisiva” di questa?  Delle sue scelte lei porta l’intera e totale responsabilità. Per quanto mi riguarda continuerò ad esprimere le posizioni che ritengo più giuste, documentate e corrette, anche se non piacciono a chi vive sulle menzogne e le invenzioni. Forse in fondo dividersi tra chi libertà, giustizia, fraternità, eguaglianza e solidarietà le sostiene davvero e chi le cita solo per negarle è giusto ed inevitabile". 

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