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Cronaca

Dopo sei anni "torna" la Consulta della famiglia, Roberti: «Diamo dignità agli argomenti trattati»

L'istituzione nel 2010, poi sei anni di "oblio". Ora, grazia alla proposta di delibera del vicesindaco, il Consiglio comunale potrà dare il via alla costituzione dell'organo

Era stata istituita nel 2010 alla fine del Dipiazza bis, disciplinata dall'articolo 29 bis dello statuto del Comune di Trieste, al «fine di perseguire il principio di sussidiarietà tra famiglia e istituzioni pubbliche e il diritto di libera scelta da parte della famiglia dei soggetti erogatori di prestazioni e servizi». Dopo sei anni sta per prendere forma la Consulta comunale per la famiglia su proposta di deliberazione, discussa in Prima commissione, da parte del vicesindaco Pierpaolo Roberti che ha appunto la delega alla famiglia: tre i punti per attuare finalmente la Consulta dall'istituzione di un Albo delle associaizoni e organizzazioni con indirizzo di valorizzazione, promozione e sostegno della famiglia, l'approvazione del bando fino alla creazione del regolamento della Consulta stessa.

«Con questa delibera diamo di fatto vita a un organo che non era mai partito pur essendo stato previsto dallo statuto - ha spiegato Roberti -. Un passaggio tecnico che vuole dare dignità agli argomenti trattati: ricordo che questa decisione è giunta con larga maggioranza dell'allora Consiglio comunale», ha ribadito il vicesindaco rispondendo all'intervento della ex assessore alle Politiche sociali Laura Famulari (Pd) la quale aveva spiegato che «la Consulta per la famiglia non è mai stata regolamentata per non creare un appesantimento burocratico alla struttura, che ne rallenterebbe l’attività, oltre a comportare costi aggiuntivi alla macchina comunale».

Saranno undici i membri della Consulta, scelti dal Consiglio comunale, mentre il presidente sarà eletto dall’assemblea ed avrà un confronto continuo con l’aula.

Giovanni Barbo (Pd) ha poi evidenziato come nella passata Amministrazione «ci sia stata attenzione a queste tematiche, prova ne è l’istituzione della Consulta giovanile»; apertura da Salvatore Porro (FdI), che ha rimarcato «se fosse già esistita, iniziative come il "Gioco del rispetto" non sarebbero mai state attuate». Una voce parzialmente critica arriva da Marco Gabrielli (Lista Dipiazza): «Non c’è nulla da obiettare sull’istituzione dell’organo in se stesso, ma non vorrei che più che la Consulta per la famiglia si trasformasse nella Consulta per le associazioni. La famiglia è già di per sé una struttura solida e ben definita, e non mi sembra ci sia bisogno di coinvolgere il mondo dell’associazionismo».

Qualche battuta infine sulla definizione di "famiglia": «Per me esiste una sola famiglia», ha risposto Roberti a chi aveva sottolineato che nello statuto non vi fosse la specifica "tradizionale", che poi ha aggiunto «se si vuole sottolinearlo, va fatta una modifica allo statuto comunale».

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