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Cronaca

Crack Coop, Trieste Libera costituisce un comitato

Il Movimento Trieste Libera si attiva per tutelare i prestatori coinvolti nel crack che ha coinvolto le Cooperative Operaie costituendo un Comitato indipendente di garanzia, offrendo consulenze legali e economiche col fine di intervenire in maniera efficace sulla collettività triestina

Il Movimento Trieste Libera ha annunciato in conferenza stampa che sta costituendo per i suoi aderenti, con propri legali ed esperti economici, un Comitato indipendente di garanzia per la tutela dei 17.000 soci prestatori coinvolti per 103 milioni di euro nel crack delle Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli.

L'adesione è aperta a tutti gli interessati, rivolgendosi all'ufficio di segreteria in piazza della Borsa 7, tel. 040 0641 602. Le Cooperative Operaie di Trieste erano una delle maggiori aziende superstiti della città, ma anche l'ultimo grande feudo dei partiti italiani, controllato dalla maggioranza politica di turno che è da alcuni anni quella del PD.

Era noto da quasi dieci anni che questa gestione partitica invece che imprenditoriale affondava l'impresa in passivi crescenti coprendoli con operazioni di bilancio illegali sugli immobili, riusciva ad eludere controlli ed ingannava i soci facendo credere che investire in prestiti aziendali fosse invece una forma di risparmio sicuro, sostitutivo e migliore di quello bancario.

Nel 2012 alcuni soci allarmati hanno formato il Comitato “Difendiamo le COOP”, ma il sindaco PD Cosolini ha appoggiato gli amministratori, che negavano irregolarità. La Voce di Trieste ha pubblicato allora un'inchiesta-denuncia sullo “scandalo delle COOP” ed un funzionario regionale ha inviato un esposto alla Procura, ma i politici amministratori hanno coperto solo il 30% del prestito soci con una polizza fideussoria di Banca Generali.

La Procura ha chiesto il fallimento appena due anni dopo (ottobre 2014), nominando un Commissario giudiziario che sta ora tentando un concordato. Ma i 17.000 soci prestatori non hanno ancora bilanci reali, hanno ricevuto sinora dai politici e dal Commissario solo promesse difficilmente credibili e devono attivarsi per incassare almeno la fideiussione.

Oltre ai loro risparmi, ed a tutti i beni dell'azienda che rischiano di finire svenduti, sono a rischio un migliaio di posti di lavoro diretto ed indotto ed altrettante piccole e medie imprese fornitrici di merci e servizi, ma la classe politica responsabile non aiuta e tenta di schivare le proprie responsabilità civili, penali e morali attivando anche vario genere di pressioni su tutti gli ambienti coinvolti.

Il Comitato indipendente di garanzia costituito dal Movimento Trieste Libera ha perciò lo scopo di tutelare il diritto dei soci ordinari e prestatori delle COOP, che sono anche i proprietari dell'azienda, di recuperare il massimo dei loro investimenti essendo esattamente informati sulla situazione finanziaria e sulle procedure in corso per poter intervenire efficacemente a difesa propria e dell'intera collettività triestina.

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