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Cronaca

UE, Serracchiani: «Fvg come Europa in grado di superare i drammi del passato »

«Territorio ricco di varietà culturale e linguistica»

«Per quanto viva un momento difficile, l'Europa unita rimane uno dei massimi traguardi della storia contemporanea».
È il pensiero della presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, alla vigilia del 25 marzo, anniversario della firma dei Trattati di Roma.
«Lo possono dire le persone che hanno vissuto i drammi della seconda guerra mondiale e lo ha detto, cinque anni fa, il Comitato per il Nobel: l'Unione ha contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani nel Vecchio Continente», afferma Serracchiani.

Nella sua riflessione, la presidente sottolinea inoltre l'importanza per il Friuli Venezia Giulia dello spirito d'integrazione europeo.
«La nostra non è solo una regione che collabora armoniosamente con i due Paesi europei vicini, l'Austria e la Slovenia, ma è un territorio che deve molto del suo fascino e della sua ricchezza alla varietà culturale e linguistica della sua popolazione. Questa convivenza di diversità è stata l'ispirazione fondamentale dei fondatori dell'Unione europea: essere diversi, conservare le proprie identità, ma lavorare assieme per il bene di tutti».

Friuli Venezia Giulia e Europa sono secondo Serracchiani due patrimoni, accomunati anche dalla capacità di superare i drammi del passato. «Così come Italia, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi furono capaci di superare le tragiche vicende della prima metà del XX secolo, anche nei nostri territori abbiamo impedito al passato di ostacolare il futuro. Grazie a questo, oggi siamo sia un laboratorio di convivenza che un fattore di forte impulso alla collaborazione transfrontaliera e internazionale. Siamo infatti parte attiva in tutte le iniziative di aggregazione europea, quali le Macroregioni Alpina e Adriatico-Ionica».

E se da più parti si levano perplessità sul destino dell'Unione europea, Serracchiani esprime la convinzione che già dall'incontro di domani a Roma possa partire l'auspicato rilancio del progetto comunitario. «In uno scenario globale contraddistinto da sciagurate dimostrazioni di forza, è forte la necessità che l'Europa si faccia sentire. Tutta. Con le sue molteplici voci, pur sempre diverse, ma da 60 anni straordinariamente intonate. E sappia parlare con concretezza in primo luogo ai suoi popoli, a chi è deluso soffrendo l'ingiustizia sociale».
Il riferimento è al 1957, anno in cui vennero istituiti la Comunità economica europea e la Comunità europea dell'energia atomica. Dalla fusione di entrambe le Comunità, assieme alla Comunità europea del carbone e dell'acciaio, si è giunti nel tempo alla creazione dell'odierna Unione europea.

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