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Cronaca

Disabilità: Garante e Consulta su regolamento contributi anti barriere

La nuova norma potrebbe comportare una discriminazione indiretta a svantaggio delle persone disabili e delle loro famiglie appartenenti ai ceti sociali più bassi

Walter Citti, garante regionale dei diritti della persona con funzioni di garanzia per le persone a rischio di discriminazione, e Vincenzo Zoccano, presidente della consulta regionale delle associazioni di persone disabili e delle loro famiglie, hanno sottoscritto congiuntamente e inviato una lettera all'assessore regionale alla salute Maria Sandra Telesca esprimendo un parere su una novità apportata dal nuovo regolamento di attuazione relativo alle modalità e ai criteri per la concessione dei contributi per il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche nelle abitazioni civili dove sono residenti persone con disabilità permanenti di natura fisica, psichica o sensoriale, e chiedendo di valutare la possibilità di riconsiderare la nuova disciplina.

La questione verte nello specifico su quanto previsto dall'art. 11 c. 3 in base al quale «in caso di decesso del beneficiario, il contributo concesso può essere erogato agli eredi se i lavori di eliminazione o superamento delle barriere architettoniche sono stati realizzati quando il beneficiario era ancora in vita e la documentazione comprovante la spesa è stata rilasciata prima del suo decesso». Garante e Consulta fanno notare che, al contrario di quanto previsto nel Regolamento precedente, il Comune deve necessariamente verificare l'esistenza in vita della persona richiedente, escludendo l'erogazione del beneficio quando il richiedente sia nel frattempo deceduto dopo la presentazione della domanda, anche nei casi in cui gli interventi siano stati nel frattempo già effettuati e il richiedente ne abbia beneficiato prima del decesso.

A loro giudizio il criterio della permanenza in vita del richiedente al momento della concessione del contributo da parte del Comune potrebbe indurre i richiedenti medesimi, in particolare quelli in età più avanzata e i loro nuclei familiari, a rinviare la realizzazione degli interventi oggetto della richiesta di contributo, al momento dell'avvenuta notifica della concessione del contributo da parte del Comune, che può intervenire dopo diversi mesi e anche a più di un anno di distanza dalla presentazione della domanda. A tale comportamento potrebbero essere indotti in particolare i richiedenti e i relativi nuclei familiari appartenenti ai ceti sociali più bassi, per le maggiori difficoltà ad anticipare le spese per la realizzazione degli interventi assumendosi il rischio che queste non vengano poi rimborsate per la sopravvenuta scomparsa del beneficiario nelle more del procedimento.

La norma del nuovo Regolamento potrebbe quindi comportare una potenziale discriminazione indiretta a svantaggio delle persone con disabilità e delle loro famiglie appartenenti ai ceti sociali più bassi, vanificando così l'obiettivo del beneficio che è quello di stimolare la realizzazione di opere per il più rapido miglioramento della qualità della vita delle persone con disabilità. Comparando le normative nelle altre Regioni, il criterio introdotto dal nuovo regolamento Fvg non pare sia seguito, prevedendo invece il criterio - più favorevole per i diretti interessati - della permanenza in vita al momento dell'esecuzione dei lavori.

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