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Cronaca

Dispositivi anti-abbandono: le mamme di Trieste e la "psicosi da seggiolini"

Da ieri i genitori corrono alla ricerca dei dispositivi anti abbandono, una corsa all'ultimo esemplare per paura di incorrere nelle paventate sanzioni, di fatto mai applicate dalla Polizia Locale. I pro e i contro della nuova legge, vista dalle madri di Trieste

Impazza a Trieste e in tutta Italia la “psicosi da seggiolini” e da ieri i genitori corrono alla ricerca dei dispositivi anti abbandono, il sistema d'allarme che previene l'abbandono dei bambini sotto i 4 anni, una corsa all'ultimo esemplare per paura di incorrere nelle paventate sanzioni da 81 euro con la decurtazione di 5 punti della patente. La circolare ministeriale che imponeva l'obbligo di installazione dal 7 novembre e che ancora campeggia nel sito del ministero dell'interno ha messo in allarme mamme e papà, ma la Polizia locale ha dichiarato di non aver applicato nessuna sanzione e, su disposizioni del ministero, non lo farà fino a nuovo ordine.

Ciononostante la paura si è diffusa in rete attraverso le fake news, che parlano di persone già sanzionate a Trieste e intanto, nell'attesa delle sanzioni vere, le opinioni delle madri triestine sono discordanti. Prime tra tutte le lamentele relative al costo: “Noi mamme siamo veramente in difficoltà. Ho un seggiolino da 450 euro senza il dispositivo che risulta esaurito ovunque.. Prenatal, Lupus in fabula, Obi, Marinaz, Beps. Il modello più compatibile costa 60-80 euro, e il bimbo viene trasportato ben in tre auto diverse”.

Ilaria, madre single, è assolutamente d'accordo con la legge, ma ritiene che le modalità di informazione abbiano creato un effetto anomalo sul mercato online: “I prezzi minimi per questi dispositivi, se prima oscillavano tra i 30 e i 40 euro, ora sono schizzati anche a 50/70. Sui siti di scambio si sta assistendo a un vero e proprio sciacallaggio, anche perché molti rivenditori ufficiali hanno esaurito i prodotti. La legge andava comunicata diversamente, con una sorta di pubblicità progresso, e il mercato andava preparato prima. Inutili le solite parole dei politici sul sostegno della famiglia se poi ci lasciano allo sbando così”.

Perplessità anche sulle caratteristiche di un dispositivo omologato, (definite dal decreto del Ministero di trasporti 122 del 2 ottobre 2019), che in alcuni casi, come sottolinea Marianna “non corrispondono a quelle di alcuni dispositivi che pur si autocertificano come 'omologati', quindi a chi devo dare ascolto? Al Ministero o alle etichette dei prodotti?”.

Il dispositivo, inoltre, prevede la geolocalizzazione e l'invio automatico della posizione dell'auto con seggiolino a 5 numeri di emergenza in caso di bisogno. “Alcune madri si sono lamentate anche del costo degli sms – spiega Virginia – ma mi pare incomprensibile visto che si sta parlando della vita dei loro figli e non capisco nemmeno chi si lamenta del costo del dispositivo stesso. Il tutto sarebbe stato 'digerito' meglio con una campagna di informazione studiata. Più che altro si parla di uno strumento funziona con wi – fi o Bluetooth, e l'OMS sconsiglia l'uso del wi – fi perché le radiazioni non fanno bene ai bambini. In ogni caso si tratta di una legge necessaria”.

Interviene in un video su Facebook la ministra delle infrastrutture Paola De Micheli, che spiega "sarà presto possibile ottenere il rimborso di 30 euro per la spesa sostenuta, pertanto è bene conservare le ricevute d'acquisto", specificando poi che "questa legge dovrebbe costituire soltanto una conquista per tutti e non un motivo di polemica".

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