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Cronaca

Edilizia: continua il progetto di autorecupero per dare una casa ai giovani

Proseguono le pratiche per avviare il programma da 239mila euro, stanziati dalla Regione. Una pratica innovativa con pochissimi precedenti in Italia

L’autorecupero è già una realtà a Trieste, dove è stato avviato un progetto con pochissimi precedenti in Italia: un immobile da ristrutturare è stato dato in concessione a un gruppo di giovani che, divenendo parte attiva nella ristrutturazione, ne diventano legittimi inquilini per trent’anni, abbattendo vertiginosamente i costi. Un concetto innovativo che si propone di dare un’unica risposta a più problemi: gli immobili abbandonati da ristrutturare, il precarizzato mercato del lavoro che rende i mutui inaccessibili e gli alti costi delle abitazioni.

La prima cooperativa di autorecupero si chiama “Casa ad arte”, a cui il Comune (in collaborazione con la Regione e l’Ater), ha concesso con un atto notarile lo stabile di via Piero della Francesca 4 nel quartiere di San Giovanni. È il coronamento di un lungo iter iniziato con una delibera approvata nel febbraio 2015 dalla giunta Cosolini e grazie alla quale è stato ottenuto un finanziamento regionale di 239mila euro. Una cifra che corrisponde al 35% del totale della spesa prevista (684mila Euro) per l’intervento di riqualificazione edilizia. Ognuno dei nove futuri coinquilini verserà quindi un canone mensile di 200 euro con il quale, attraverso un mutuo, salderà l’intero importo della ristrutturazione.

Tutto il percorso sarà accompagnato da un gestore sociale, ossia la Cooperativa Lybra insieme all’Associazione Kallipolis, che avrà funzione di coordinamento generale del progetto in ogni sua fase.  Le pratiche sono già a buon punto come rivela il vicepresidente della cooperativa “Casa ad arte” Davide Marin, triestino di 26 anni: «Superato il "problema" con la garanzia per il mutuo in banca, adesso non ci rimane che firmare per il diritto di superficie dello stabile e assegnare il caso all'architetto per instaurare il cantiere. Sono stimati in circa un anno di lavori, nei quali dovremmo prendere parte come manovali».

L’età media dei nove futuri coinquilini si aggira intorno alla trentina e Mickael Lebon, il presidente, ha 38 anni e gestisce una ditta di impiantistica. Per tutti sono previste un certo numero di ore di lavoro e formazione, che corrisponderanno a un abbattimento dei costi di manodopera vicino agli 80 mila euro, oltre che a un’interessante esperienza lavorativa soprattutto per i più giovani.

Iniziative che a volte cambiano la vita e che spesso passano in sordina nel mare di informazioni in rete. Per Davide è stata una casualità: «Sono venuto a conoscenza del programma grazie a un amico che ha trovato il bando visitando il sito online del Comune. Entrambi abbiamo deciso di partecipare, perché era un'opportunità dal carattere innovativo che sarebbe stato un peccato non cogliere. La cooperativa é nata appositamente per questo progetto, la selezione dei candidati é avvenuta qualche mese prima della nascita di quest'ultima, quindi ci conoscevamo da poco, ma fin da subito ci siamo trovati in accordo sul fine del progetto, che al momento è unico in regione e uno dei primi nel suo genere in Italia – conclude - ma confido che possa servire da esempio per future altre esperienze che possano trarre ispirazione da quanto siamo riusciti a creare in territorio regionale».

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