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Cronaca

Ezit alla Regione: "Velocizzare le Procedure per le Bonifiche"

Ieri pomeriggio si è tenuta la presentazione dell'analisi di rischio nel Sito di Interesse Nazionale di Trieste, tenuta dall'Ezit, l'Ente della Zona Industriale di Trieste, che è il soggetto unico che si occuperà dell'analisi e dell'eventuale...

Ieri pomeriggio si è tenuta la presentazione dell'analisi di rischio nel Sito di Interesse Nazionale di Trieste, tenuta dall'Ezit, l'Ente della Zona Industriale di Trieste, che è il soggetto unico che si occuperà dell'analisi e dell'eventuale bonifica della vasta area in questione, a cui la Regione ha destinato un contributo di 15 milioni di euro per il progetto.
Secondo le dichiarazioni del Presidente dell'Ezit, Dario Bruni, già un buon 40% dell'area del SIN è stata caratterizzata anni fa, ma per procedere con le valutazioni, necessita di essere completata del minor tempo possibile.

L'analisi del rischio è attualmente lo strumento per definire se un'area è contaminata o meno, quindi se ci possono essere rischi per la salute dei cittadini e dei lavoratori, in questo caso la procedura prevede la necessità di adoperarsi per delle azioni di bonifica o addirittura di messa in sicurezza della zona.
Golder Associates, società italiana leader per le consulenze in campo ambientale, ha definito nel dettaglio tutte le fasi dell'analisi, per riuscire a calcolare le soglie di rischio per la salute caso per caso,partendo dalle valutazione delle sorgenti inquinanti e vedendo i meccanismi di trasporto, quindi da cosa quella zona è inquinata e gli spostamenti delle sostanze pericolose nello spazio, andando poi a giudicare chi potrebbe avere dei danni alla salute, come, e di quale entità.
Paolo de Alti, Direttore dell'Ezit, giudica la procedura dell'analisi di rischio innovativa e moderna, che permette di utilizzare maggior buon senso nei ragionamenti che vengono fatti su un'area, e sulla presenza o meno di agenti inquinanti e quindi pericolosi per la salute.
Su questo la zona triestina non dovrebbe correre troppi rischi, sebbene si siano registrati degli sforamenti, secondo dei dati di due anni fa le acque risulterebbero poco contaminare e anche i terreni con falda acquifera non dovrebbero avere grosse sorprese, sebbene sia stata riscontrata la presenza di idrocarburi pesanti, che però, dovrebbero essere di facile trattamento.
Ma questi risultati non possono essere un alibi: l'analisi deve essere fatta e tempestivamente, per questo l'Ente chiede all'Amministrazione Regionale e all'Arpa, di velocizzare la burocrazia e finire le operazione di caratterizzazione, per riuscire entro due anni ad avere un quadro completo della situazione e partire con le eventuali azioni per salvaguardare la salute dei cittadini.

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