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Cronaca Chiarbola - Servola - Valmaura / Via Italo Svevo, 14

Ferriera, Serracchiani: «Prima il risanamento, poi attività "pulite"»

La presidente del Friuli Venezia Giulia analizza la situazione dello stabilimento di Servola: «Non illudiamoci - ha aggiunto - che se non fosse arrivato quell'imprenditore avremmo risanato comunque l'ambiente. Quel sito sarebbe rimasto una cloaca a cielo aperto»

«Siamo tutti attenti alla salute dei cittadini e dei lavoratori, ad iniziare dalla Regione e dal gruppo Arvedi. Per cui il sito della Ferriera di Servola potrà continuare a produrre solo se prima sarà stato completato il risanamento ambientale del sito». Il concetto è stato espresso ieri in Consiglio regionale dalla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, intervenuta nel corso del dibattito sul ddl 'Rilancimpresa', che dedica uno specifico capitolo proprio allo stabilimento triestino, per il quale è stato siglato a Roma lo scorso novembre un Accordo di programma per la messa in sicurezza, la riconversione industriale e lo sviluppo economico produttivo.

«La Ferriera è lì da oltre 100 anni, abbiamo ereditato una situazione complessa, aggravata dalla crisi del gruppo Lucchini, al punto che alcune azioni importanti di risanamento e di intervento sugli impianti per troppo tempo non sono stati fatti», ha ricordato Serracchiani, evidenziando come fino a qualche tempo fa «sembravano non esserci alternative alla sua chiusura e alla riconversione del sito».

«Nella vita ci vuole talento ma anche fortuna, abbiamo avuto la fortuna di trovare un imprenditore disposto a investire 170 milioni di euro», mentre contestualmente «si sono aperte nuove opportunità normative» grazie all'inserimento del sito della Ferriera, e quasi dell'intera Area Ezit, nelle zone di crisi industriale complessa.

SerracchianiIn proposito la presidente Serracchiani ha evidenziato come anche Arvedi intende proseguire l'attività produttiva solo se viene parallelamente definito il risanamento ambientale. «Non illudiamoci - ha aggiunto - che se non fosse arrivato quell'imprenditore avremmo risanato comunque l'ambiente. Quel sito sarebbe rimasto una cloaca a cielo aperto. Punto e basta. Nessuno avrebbe investito un solo euro senza l'assicurazione di poter proseguire l'attività produttiva», che in ogni caso «continuerà solo se pulita», ha aggiunto Serracchiani, elencando puntualmente gli interventi di risanamento nell'area della cokeria e nell'area della ghisa già conclusi o comunque in corso di rapida attuazione, «senza non si potrebbe prendere in considerazione alcuna autorizzazione integrata ambientale», ha precisato.

«L'Arpa sta facendo sistematicamente e in modo continuativo tutte le verifiche, i controlli e le ispezioni. Appena arriverà la relazione potrete valutare cosa si sta facendo», ha affermato la presidente, rivolgendosi ai consiglieri regionali. Ma ora «serietà vuole che si creino le condizioni perché questo imprenditore possa lavorare, nella legittimità e nella legalità, garantendo produzioni finalmente pulite. Possibili grazie alla scelta della Regione di utilizzare il denaro pubblico a disposizione proprio per il risanamento ambientale», ha affermato, non mancando di mettere in evidenza come a Trieste «stiamo facendo un intervento pubblico e privato assieme come raramente capita in questo Paese».

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