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Cronaca Altopiano Carsico

Il GAL Carso pubblica il primo Bando per riutilizzare i campi abbandonati

I fondi potranno essere sfruttati dagli agricoltori dell’area GAL per rimettere in produzione terreni agricoli abbandonati o inutilizzati. Il valore dei progetti ammessi a finanziamento fino a 40 mila Euro. Il Presidente Pizziga: "Impegnarci per la terra dove viviamo diventa fondamentale, se il desiderio di migliorare la nostra quotidianità è reale"

"L'idea di tessere relazioni con chi vive il territorio rappresenta ciò che abbiamo di più caro. Impegnarci per la terra dove viviamo diventa fondamentale, se il desiderio di migliorare la nostra quotidianità è reale". David Pizziga è Presidente del GAL Carso, uno dei 2.000 GAL creati sul continente sotto gli auspici dei Regolamenti dell’Unione Europea. Il motto del GAL potrebbe risuonare come "far lavorare la gente insieme", anche se dietro agli slogan e ai registri espressivi tecnici, la mission è "costruita" sull'aiuto economico concreto per le aree rurali basato sui fondi europei.

"Il Carso è un'area particolarmente debole, a causa del suolo poco fertile e che soffre di proprietà microscopiche" racconta Pizziga. "L'economia
agricola del Carso (nel suo insieme composto da varie difficoltà tra cui la parcellizzazione tra tanti proprietari dei singoli fondi, la piccola dimensione delle proprietà, ma anche la scarsa fertilità) ha sofferto l'industrializzazione dell'agricoltura (dal secondo dopoguerra in poi) perché lavorare in Carso non era più competitivo, non era conveniente lavorare la terra quando il costo del prodotto finale del Carso sarebbe stato inevitabilmente molto più alto del prodotto da agricoltura delle grandi pianure, come ad esempio quella padana o magiara".

La parcellizzazione ha portato, in questi ultimi 60 anni, alla perdita di circa il 60 per cento della superficie agricola utilizzata". Il GAL è competente per quanto riguarda la Provincia di Trieste e quella di Gorizia di 12 Comuni. "Seguiamo progetti sul Carso triestino e goriziano fino alla parte istriana, con Dolina e Muggia". 

Quasi 4 milioni di Euro di finanziamento

"Ci sono circa 3.700.000 Euro a disposizione della Politica Agricola Comune che andranno ad aiutare il territorio nella programmazione europea 2014-2020, a cui - afferma Pizziga - si sommano i fondi per lo sviluppo di altri progetti specifici". Pizziga tuttavia ha a cuore una questione molto importante, lui che possiede radici solide su questo territorio: "Come si fa a far scegliere il Carso come punto di atterraggio tra mille altre possibilità turistiche? Cosa proponiamo al turista durante il tempo di discesa come “cose da fare” durante il soggiorno?". 

Ci sono le parti migliori e quelle affascinanti, un po' come una modella di un reportage per una rivista. "Buon senso e il rapporto quotidiano con il Carso, la narrazione, i questionari e le ricerche dedicate e infine, l'abbondanza di dati che oggi ritroviamo grazie al web in relazione a ciò che funziona da altre parti". In dialetto triestino si potrebbe dire "rubar coi oci". Il turista oggi ha frenesia, deve decidere in breve tempo, attratto da elementi storici, del paesaggio e della tradizione. Ha fretta di scegliere, sente la necessità di soddisfare la sua voglia di scoprire, di curiosare tra le mille storie che il mondo, e l'umanità possiedono. 

CicloPercorso della Salvia

"Scegliamo di mettere sui riflettori il CicloPercorso della Salvia: qui abbracciamo con lo sguardo la fine dell’Adriatico a picco sotto di noi. Le forme austroungariche di Trieste si vedono girando il volto. Sempre dalla vetta di queste scogliere, oltre Trieste, vediamo coste, strade e sentieri che giacciono in Slovenia e Croazia. Se mi fermo, posso passare una mano sulle piante e sentire un’aroma di salvia che si inizia a confondere con quello del mare, se assaggio la santoreggia unica sotto Aurisina assaporo un misto esotico di limone e piccante. Dietro la boscaglia oltre le falesie, si apre il territorio: c’è un puzzle le cui tessere sono cinte da bianchi muretti a secco, connesse dal lavoro delle api. Sono tessere che si compongono insieme: macchia mediterranea, vigneti sostenibili, qualche pascolo e qualche orto di officinali, paesini e chiesette ricavati dalla pallida pietra del territorio, piccole rassicuranti aziende agricole dove il contadino usa ancora le sue mani a contatto con la terra. Sotto terra, c’è il Carso più studiato dagli scienziati: un mondo misterioso di fiumi nascosti e grotte". Gli scettici potrebbero dire: "ok, tutte cose già sentite, raccontate mille volte, forse addirittura banali". È qui che il GAL ribalta le percezioni sbagliate, modificando il rapporto che abbiamo con la nostra terra. 

I due bandi "chiave" 

"Il CicloPercorso della Salvia - racconta Pizziga - è non solo la spina dorsale di un profilo affascinante. Da essa si dipartono le cose da fare: prodotti e servizi per clienti che vogliono fermarsi a riappacificarsi con ritmi più lenti, con la natura, con una popolo dall’identità unica. Questa spina dorsale una volta riconosciuta, resa visibile e fruibile al meglio, attende di essere ingioiellata con le proposte dal territorio: che siano trekking con le pecore, giornate col pastore, degustazioni in cantina, visite culturali, gite in bici elettrica, pasti in osmiza o in trattoria o quant’altro". Come? "Metteremo a disposizione la nostra dotazione finanziaria, a partire da due bandi chiave gestiti dal GAL per il pubblico: quello per la creazione di una rete di bici elettriche che connetta tre punti focali sull’asse ciclabile e il bando per la creazione di tracciati ciclabili e sentieri". 

Il GeoParco del Carso

"La Regione Friuli Venezia Giulia ci ha dato mandato per sviluppare un progetto che valorizzi le specificità della nostra terra". Sono 12 infatti i Comuni che, assieme a 6 Comuni sloveni, lavoreranno alla creazione del GeoParco. "Marketing, coinvolgimento di operatori privati e, auspicabilmente, risultati concreti e utili alle aziende, quella imprese che sappiano valorizzare il rapporto tra uomo e terra, in una frase sola, la relazione tra Natura e geologia". L'obiettivo del GeoParco - e quindi del GAL - è quello di ottenere il riconoscimento dall'Unesco in quanto tale. "Dobbiamo essere riconoscibili in tutto il mondo". 

Il primo bando da 400.000 Euro

"Il 26 settembre è uscito il primo Bando pubblico della nuova Strategia predisposta dal GAL di Pizziga". I fondi potranno essere sfruttati dagli agricoltori dell’area GAL per rimettere in produzione terreni agricoli abbandonati o inutilizzati, dando sfogo concreto a una richiesta storica delle organizzazioni degli agricoltori del nostro territorio. Ogni agricoltore dovrà creare un progetto del valore fino a 40.000 euro e, se ammesso a finanziamento, riceverà indietro in euro pubblici il 50% dei fondi investiti, anche di lavoro proprio. Nel passato, tutte le domande ai bandi GAL sono state finanziate e il rischio, più che di non essere finanziati, è quello per il Carso di far ritornare i soldi all’Europa". 

L'impegno a Muggia

A partire da dicembre 2017 il GAL è impegnato in un progetto di sviluppo dal basso del sistema turistico di Muggia, grazie a una convenzione siglata col Comune di Muggia. Il lavoro del GAL qui è stato di coinvolgere tutti gli operatori che avessero un progetto concreto per lo sviluppo del territorio o che volessero dare una mano allo sforzo collettivo di privati e enti pubblici. Questo ha portato, con la collaborazione dell’associazione Viaggiare Free, alla creazione di un infopoint e bike point turistico, realizzato in una logica pubblica-privata e che offre oggi non solo informazioni e brochure ma anche il noleggio di bici elettriche e un’officina per le bici. Il GAL assieme agli operatori è impegnato in questo momento nella creazione di altri servizi e prodotti per i turisti, tra cui una rinnovata formula di accesso alla Biblioteca Beethoveniana e un nuovo anello per le bici elettriche che congiunga il centro di Muggia con le colline di Crevatini e Chiampore e con la costa.

Il lavoro nel goriziano

"Stiamo facendo partire un progetto - ha continuato il Presidente del GAL Carso - per riuscire a coinvolgere operatori agricoli e, in aggiunta, riuscire a sviluppare un'analisi puntuale della capacità produttive del territorio da qua ai prossimi 20 anni, utilmente a chiarire le possibilità di investimento privato tra terra agricoli disponibile e vincoli". Il progetto, nato in collaborazione con la rete di allevatori del Carso goriziano ‘Kraška Gmajna’ (landa carsica), il Comune di Doberdò e la Camera di Commercio della Venezia Giulia, ha "particolare importanza perché è un “pilota” di un progetto che potrebbe essere più ampio cioè per tutto il Carso. Vuole permettere al territorio di uscire da un dibattito teorico e ideologico sull’importanza di investire sul Carso senza sapere le basi delle possibilità e vuole contribuire all’aumento della consapevolezza nei produttori agricoli nostrani ovvero sulla loro mission e le loro capacità". 

Il GAL guarda al MIT di Boston

Quest'estate il GAL si è registrato come hub nella rete mondiale del Presencing Institute del MIT di Boston. "L’obiettivo - afferma Pizziga - è quello di formare una serie di leader grazie al corso online gratuito U LAB offerto dal MIT. Il GAL pensa a “leader” nel senso di coach e mentor, capaci di aiutare il territorio a esprimere nuovi prodotti, un rinnovamento delle istituzioni e una nuova consapevolezza sul futuro di Carso, Istria e Trieste. L’hub di U LAB è una logica conseguenza della metodologia impiegata fino ad oggi dal GAL: i fondi pubblici seguono i progetti presentati dagli imprenditori  e la loro progettazione basata sulla realtà e non sono programmati su astratti dibattiti". Guardare al nostro territorio grazie a visioni che arrivano da fuori. Osservare gli altri per capire un po' noi stessi, la nostra casa. Forse, la "chiusura" che il Carso a volte manifesta ha prodotto diffidenza verso chi pretende di entrare a gamba tesa a casa "nostra" e suggerirci, o consigliarci come e quando realizzare un'idea. Stiamo vivendo un periodo in cui sempre più persone raggiungono la periferia dell'Impero, attratti dall'unicità del nostro paesaggio, della nostra Storia, delle nostre particolarità. Continuare a farlo da soli non ha senso. Farlo assieme può essere la "briscola" da giocare, ad inizio partita, per far capire, a chi è seduto di fronte e ci osserva che sì, si fa sul serio. 

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