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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Giornata della Memoria; Il Discorso del Sindaco Cosolini alla Risiera di San Sabba

Pubblichiamo il testo integrale del discorso pronunciato stamane alla Risiera di San Sabba dal Sindaco Cosolini AUTORITA’ CIVILI. MILITARI, RELIGIOSE, RAPPRESENTANTI DELLA COMUNITA’ EBRAICA E DELLE ALTRE COMUNITà DI TRIESTE, RAPPRESENTANTI DEI...

Pubblichiamo il testo integrale del discorso pronunciato stamane alla Risiera di San Sabba dal Sindaco Cosolini

AUTORITA' CIVILI. MILITARI, RELIGIOSE, RAPPRESENTANTI DELLA COMUNITA' EBRAICA E DELLE ALTRE COMUNITà DI TRIESTE, RAPPRESENTANTI DEI DEPORTATI, DEI PERSEGUITATI, DEI PARTIGIANI,DELLE ASSOCIAZIONI, CONCITTADINE E CONCITTADINI,

Da 12 anni in questa giornata siamo chiamati ad una riflessione su un'epoca della storia che ha avvolto nelle tenebre la speranza dell'uomo.

Il giorno della memoria serve a ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche nei campi e negli schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Ricordare significa anche prendere in considerazioneeventi passati per capirne le cause, per verificare se esse sopravvivono nella nostra società odierna, per testimoniare l'impegno affinché questo passato non debba più ripetersi.

Un passato oscuro che a Trieste iniziava nel 1938 quando Mussolini in piazza dell'Unità d'Italia tenne "il discorso del 18 settembre" annunciando la promulgazione delle "leggi per la difesa della razza"

Ed è tristemente da quel momento che la città di Trieste diviene, suo malgrado, anch'essa teatro fra i più importanti di un periodo vergognoso per l'umanità intera.

Il censimento del 1938 offrì una mappatura precisa della popolazione italiana e tale indagine diventò uno strumento fondamentale per il regime fascista per diffondere il germe della discriminazione razziale, per favorire una ricerca pedante e accurata delle vittime,per la loro determinata persecuzione cui non si concedeva appello né speranza o possibilità di salvezza.

La complicità del fascismo, il triste e oscuro capitolo delle delazioni così diffuse che in una sorta di vergognosa adesione vede tanti denunciare il vicino, il collega, il parente:

Trieste si trova ad essere terreno fertile per i nazisti della Aktion Reinhardt che hanno potuto perpetrare i peggiori crimini volti alla soppressione sistematica della persona anche attraverso il luogo dove ci troviamo adesso, la Risiera di San Sabba, il campo di concentramento e di sterminio più a sud d'Europa.

La persecuzione e la feroce determinazione allo sterminio colpì innanzitutto gli ebrei, ma si estese in queste terre anche a sloveni, serbi, croati, e colpì chi, come omosessuali e persone con disabilità mentale o fisica, apparivano ostacoli al delirante progetto della razza.

Ricordare e onorare perciò chi perse la vita, ricordare e onorare chi coraggiosamente si oppose pagando con la propria libertà o con la vita.

Ma il nostro 27 gennaio, un 27 gennaio che deve accompagnarci tutto l'anno è soprattutto consapevolezza della responsabilità che abbiamo come comunità civile di trarre sempre la lezione da questo passato, di doverla trasmettere ai giovani, di fare tutto ciò che possiamo e dobbiamo affinché questo passato non si riproponga come attualità o prospettiva futura per i nostri figli.

Ancora oggi il razzismo e l'antisemitismo affiorano strisciando nella società, sono presenti in modo inquietante nei nuovi mezzi di comunicazione frequentati soprattutto dai più giovani e la cronaca ci presenta episodi quasi quotidiani. E se la scena internazionale di questi anni ha visto tante situazioni in cui razzismo, genocidio sistematico, persecuzioni si sono ripetute senza che la politica internazionale abbia voluto o potuto opporvisi efficacemente,

oggi una crisi economica e sociale internazionale inedita può offrire, come in passato, la scintilla che fa sì che inquietudine, disagio, disperazione si facciano sedurre da slogan e da campagne capaci di indicare come la ricetta sia inventare e colpire un presunto nemico, un presunto colpevole, invece di rafforzare coesione e solidarietà per farcela tutti insieme.

Ed è qui perciò che possiamo e dobbiamo cogliere una sfida assieme: quale città più di Trieste può essere il luogo dove la lezione del 900 diventa consapevolezza dei valori di libertà, di rispetto, di riconoscimento delle diversità?

Proprio la Risiera e la città tutta possono essere in Italia e in Europa un simbolo e un luogo di ricerca su quelle che la storiografia ha chiamato efficacemente "le ombre dell'Europa" e cioè i progetti nazionalistici e totalitari che hanno distrutto la convivenza civile nel secolo scorso. Un luogo di iniziative, di studio, di confronto e di ascolto che promuovano alla cultura della pace, dell'accoglienza e della interculturalità.

Cogliere il lascito che il 900 ha tramandato alla nostra città, l'insegnamento che la convivenza pacifica non si può fondare su nessuna idea di sopraffazione, bensì si iscriva necessariamente nel valore della democrazia, nella cultura dei diritti e nella realtà di una cittadinanza inclusiva.

Cosi Trieste da città della memoria può essere città del futuro

Gli ultimi testimoni di quello che accadde se ne stanno andando e immagino che alcuni sopravvissuti possano essere inquietati da cosa succederà quando l'ultimo non ci sarà più, dalla prospettiva che con la loro memoria se ne vada la consapevolezza della barbarie che ci avvolse.

Allora, è nostro dovere rassicurarli. Dobbiamo fare in modo che chiunque ascolti un testimone, diventi a sua volta testimone e che attraverso la storia e lo studio di essa, la loro dolorosa esperienza sia ricordata nel tempo.

Meditate che questo è stato: vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa andando per via, coricandovi, alzandovi; Ripetetele ai vostri figli.

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