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Cronaca

"Giorno del Ricordo", Cosolini: «Ogni anno un momento di riflessione e memoria»

Commozione e patriottismo alla cerimonia celebrativa del "Giorno del Ricordo" svoltasi alle Foibe di Basovizza. Il sindaco Roberto Cosolini: «Nostro dovere e nostro compito imprescindibile continuare a ricordare e a rendere omaggio e onore alle vittime di quelle tragiche vicende»

Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini è intervenuto alla solenne cerimonia del “Giorno del Ricordo” svoltasi oggi, mercoledì 10 febbraio, alla Foiba di Basovizza. «12 anni fa con voto pressoché unanime il Parlamento italiano approvava la legge che istituiva il Giorno del Ricordo. Da allora il 10 febbraio di ogni anno diviene un momento irrinunciabile di riflessione e di memoria che ci riporta, con inalterata intensità e intatta commozione, al dramma dell'Esodo dall'Istria, da Fiume, dalla Dalmazia e alla tragedia delle Foibe. Una pagina oscura della Storia delle nostre terre. Terre ferite dall'insieme delle contrastate vicende che hanno interessato il confine orientale italiano nel mezzo di quel secolo di fuoco che fu il Novecento e che vide in quegli anni un susseguirsi di aggressioni, persecuzioni e poi mire di rivalsa e di annessione del nazionalismo jugoslavo». Queste le parole di apertura dell'intervento del primo cittadino.

«Una pagina ora nota, ma che fu, per troppo tempo, da un lato silenziata a causa di opportunismi politici che oggi appaiono davvero sterili e angusti, e dall’altro rimossa dalla coscienza collettiva della Nazione, uscita traumatizzata dall’esperienza della guerra. La dissoluzione della Venezia Giulia e lo smembramento dei territori del confine orientale dal resto della nazione costituivano il ricordo sempre vivo di quella sconfitta, una catastrofe troppo difficile da assimilare per un Paese stravolto e ansioso di ricominciare a vivere. Ci fu certo l’attenzione con cui i governi e la diplomazia dell’epoca seguirono la “questione di Trieste”, ci fu senz’altro il sentimento patriottico, che infiammava l’opinione pubblica nei periodi di più acuta crisi; ma il "nodo" rappresentato dall’Esodo fu lasciato quasi unicamente alla memoria delle comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati, che si trovarono a dover abbandonare le loro terre d’origine per necessariamente riparare nel resto del Paese quando non all’estero».

FOTO CER FOIBA BASOVIZZA 2-2-2 «È grazie soprattutto a loro – prosegue nel discorso il sindaco Cosolini - se oggi sappiamo e ricordiamo. Troppo spesso non fu dato ascolto al dolore dei parenti delle vittime e degli esuli; così come quasi soltanto a loro, ovunque la diaspora li avesse sospinti, alla loro intatta caparbietà e tenacia, fu affidato il compito di ricordare e tramandare il patrimonio di valori e tradizioni di una civiltà straordinariamente vitale.
Oggi, nella Trieste che ha riacquistato la sua centralità nella regione adriatica dell’Europa integrata, possiamo dire con sicurezza che quanto di doloroso e di triste si è vissuto in queste terre appartiene al passato. Ma, nel contempo, resta nostro dovere e nostro compito imprescindibile continuare a ricordare e a rendere omaggio e onore alle vittime di quelle tragiche vicende, a ogni singolo infoibato, alle tante famiglie e comunità intere allora espulse dai luoghi a loro cari».

«Resta nostro dovere - conclude Cosolini - testimoniare ogni giorno la difesa di valori e diritti fondamentali dell'umanità che oggi vengono duramente attaccati in nome di rinnovate ideologie distruttive e di progetti che vogliono colpire vita, libertà, rispetto dell'integrità e delle diversità. Resta nostro dovere impegnarci per sconfiggere questi progetti con la forza, la coesione e la serenità delle democrazie. E il Giorno del Ricordo a ciò deve servire: in una nuova consapevolezza storica e nella convinta e responsabile adesione ai principi della cittadinanza democratica, a rafforzare in tutti la piena conoscenza della storia dell’Adriatico orientale, in tutte le sue pagine e in tutta la sua complessità, per contribuire in maniera decisiva a inciderla definitivamente nella nostra coscienza di cittadini italiani e di europei. In questo nobile magistero e in questa altissima valenza civile risiede il significato profondo della ricorrenza di oggi».

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