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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Goletta Verde risponde alle «cannonate» dell'assessore Vito

La portavoce di Legambiente Carpentieri in risposta alle parole dell'Assessore regionale all'Ambiente Vito, sulle polemiche nate dopo il responso di Goletta Verde su inquinamento in FVG: «Avere fondi a disposizione non equivale sempre a vedere realmente un'opera realizzata».

Così Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde di Legambiente commenta le dichiarazioni rilasciate dall'assessore all'Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito, a seguito del passaggio a Trieste dell'imbarcazione ambientalista«Apprendiamo con favore l'impegno che la Regione Friuli Venezia Giulia dice di aver messo in campo per combattere il problema della depurazione. Bene anche lo stanziamento di fondi per il depuratore di Servola, di certo non l'unico necessario in questo territorio, visto che l'Istat certifica un deficit depurativo di reflui civili (per trattamenti secondari e avanzati) del 52%».

«Purtroppo, come spesso accade in Italia, avere fondi a disposizione non equivale sempre a vedere realmente un'opera realizzata, quindi attendiamo fiduciosi che la Regione indichi tempi certi per il completamento di infrastrutture necessarie. Per quanto riguarda le multe in arrivo dall'Ue, ricordiamo all'assessore Vito che la stima di 66 milioni di euro è stata fatta dalla stessa 'Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e lo sviluppo delle infrastrutture idriche' voluta dal Governo Renzi e che l'ultima procedura di infrazione dell'Ue - che si trasformerà inevitabilmente in condanna a gennaio prossimo - è arrivata appena lo scorso anno. È vero, invece, che l'Ue ci bacchetta da dieci anni, ma purtroppo continua a farlo visto che gli sforzi profusi su questo problema continano a non raggiungere gli obiettivi che la legge ci impone dal 2005».

«In riferimento, inoltre, alle dichiarazioni del vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello, svolto alla foce del Tagliamento nel comune di Lignano Sabbiadoro, si specifica che i tecnici di Legambiente eseguono il controllo dello stato di qualità del mare e delle coste con particolare attenzione al rischio di inquinamento causata dalla mancanza o inadeguatezza del servizio di depurazione e agli scarichi che si riversano nelle acque marine. Nel raccontare la fotografia scattata da Goletta Verde, Legambiente non ha mai sostenuto che la costa o le fasce costiere dei singoli comuni, siano inquinate e non ha soprattutto mai dato giudizi sulla balneabilità delle acque. Compito che svolge l’Arpa di concerto con le amministrazioni locali, i cui dati sono quelli di riferimento».

«Goletta Verde non esegue analisi sulla balneazione, ma come diciamo ormai in ogni occasione andiamo alla ricerca dei punti critici per intervenire sulle fonti e prevenire l’inquinamento, come fra l'altro viene indicato dalla direttiva comunitaria che chiede di monitorare anche i punti più a rischio di inquinamento e non limitarsi a verificare la balneabilità delle spiagge – dichiara Michele Tonzar, vicepresidente di Legambiente Friuli-Venezia Giulia -. La determinazione dei singoli punti avviene attraverso la raccolta d’informazioni sul territorio da parte dei circoli locali di Legambiente e delle segnalazioni dei cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. I valori da noi utilizzati come riferimento oltre che essere i limiti per la balneazione sono anche quelli utilizzati dalla direttiva e quindi dal Dlgs 116/2008 per indicare le classi di qualità ambientale delle acque costiere, quindi al di là della balneabilità o meno della foce sono comunque valori da rispettare e considerare. Non abbiamo mai parlato di acque inquinate a Lignano Sabbiadoro, ma piuttosto abbiamo focalizzato la nostra attenzione alla foce del fiume Tagliamento che da anni continua a rappresentare un problema».

«Il nostro giudizio è, infatti, riferito esclusivamente ai punti monitorati nell’ambito della campagna Goletta Verde, prelevati in particolare in prossimità di foci, canali e fossi proprio con l’obiettivo di denunciare come ancora oggi questi siano ricettacolo di scarichi non depurati, costituendo la principale fonte di immissione di inquinanti in mare».

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