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Cronaca

Sicurezza: Sindacato autonomo di Polizia dal vicesindaco Roberti

Questa mattina il Sindacato autonomo di polizia è stato ricevuto al Comune di Trieste, dal vicesindaco Pierpaolo ROBERTI, assessore con delega alla Polizia Locale, sicurezza e protezione civile. Trattati i temi di sicurezza e ordine pubblico per il capoluogo giuliano

L’argomento dell’incontro di oggi nel palazzo del Comune tra i rappresentanti del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) e il vicesindaco Roberti, verteva sulla sicurezza del capoluogo giuliano e delle problematiche che da tempo il SAP denuncia in ambito locale e nazionale.

Il Segretario provinciale Lorenzo Tamaro ha voluto evidenziare che alla sempre maggiore richiesta di presenza e controlli da parte del cittadino, la Polizia di Stato anche a Trieste come nel resto d’Italia deve far fronte ad un sempre maggior “ridimensionamento” della forza a causa del mancato turn-over e a causa di un’età media troppo avanzata. Sono stati fatti gli esempi anche dei Commissariati di Rozzol-Melara ed Opicina, prime vittime a Trieste della cosiddetta spending review.

La posizione geografica di Trieste e i fatti che accadono nei paesi europei come la Francia ed il Belgio ed il fenomeno dell’Immigrazione che ci riguarda così da vicino impongono una forte richiesta e sensibilizzazione anche da parte della Giunta comunale sia in ambito di Comitato Ordine di Sicurezza pubblica sia in tutti gli ambiti governativi locali e nazionali, affinché si metta mano sulla grave condizione di tutte le forze dell’ordine, in termini di uomini e mezzi, chiedendo magari l’utilizzo dell’esercito per il presidio dei posti ritenuti “sensibili” al fine di poter svincolare gli operatori di polizia e “restituirli” ad altri compiti. 

Il Segretario del SAP giuliano, Lorenzo Tamaro ha poi espresso preoccupazione per il nuovo tentativo (martedì 19 luglio 2016), messo in atto dal “partito dell’anti-polizia” di far passare in Parlamento il reato di tortura, mettendo così a serio rischio ogni attività di polizia, in un paese come l’Italia dove questi metodi sono ben lontani dall’essere utilizzati e dove, a differenza di altri paesi Europei, il nostro codice già prevede pene severe per eventuali abusi commessi dagli agenti.

Inoltre è stato ribadito come sia costante ed incessante l’impegno da parte degli operatori di polizia nella lotta per la legalità, malgrado il Governo evidentemente dimentichi o faccia finta di dimenticare che il contratto di lavoro è “illegittimamente” bloccato dal 2009 creando seri problemi alle famiglie degli operatori di polizia.
 

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