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Cronaca Chiarbola - Servola - Valmaura

Stress Servola-Guardiella: risultati "shock" dalle analisi delle urine

Dipiazza: «I valori emersi dall'indagine appaiano particolarmente pesanti e pericolosi. Dati sui quali bisognerà assolutamente riflettere poiché comportano un attacco alla salute dei cittadini»

È stato presentato il tanto atteso e «drammatico» l'articolato studio comparativo della situazione ambientale dei rioni di Servola e Guardiella, realizzato dall'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste e dall'Università degli studi di Trieste per conto del Comune (avviato sotto la Giunta Cosolini con l'assessore Laureni) e presentato nella veste di un "report analitico" su “Indicatori di stress e inquinamento industriale. Analisi di un contesto a forte insediamento produttivo”. Ad assistere alla presentazione una folta presenza di rappresentanti di diversi comitati e associazioni ambientaliste (5 Dicembre, No Smog, Fareambiente, Legambiente) e il sindaco Roberto Dipiazza, con il suo vice Pierpaolo Roberti e il competente assessore all'Urbanistica e Ambiente Luisa Polli, alcuni consiglieri comunali di diversi gruppi, il direttore generale dell'Asuits Nicola Delli Quadri.

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INDAGINE - L'illustrazione è stata introdotta dal dottor Riccardo Tominz del Dipartimento di Prevenzione dell'Asuits e responsabile dell’indagine nel suo complesso, che ha spiegato come la stessa, condotta tra ottobre 2015 e gennaio 2016, sia stata suddivisa in due parti: la prima riguardante una valutazione generale sulla qualità della vita e sulla “qualità dell’ambiente”; la seconda, più specifica, andando ad analizzare e a evidenziare le differenze, tra i residenti nei due rioni, nelle concentrazioni di due metaboliti ossidanti presenti nelle urine, la Malonildialdeide urinaria (MDA) e l'8-idrossi-2’-deossiguanosina (8-OHdG), entrambi indicatori di uno stress chimico di tipo ossidativo derivante dall'esposizione a contaminanti aerodispersi (il primo relativo in particolare all'involucro membranoso che ricopre le cellule, il secondo al nucleo più interno delle cellule stesse contenente il DNA). Stress ossidativi che sono poi alla base di molte delle principali patologie dell'uomo, da quelle cardiovascolari, a quelle neurodegenerative (come l'Alzheimer), dall'invecchiamento precoce ai tumori.

«Per effettuare la ricerca - ha spiegato ancora il dottor Tominz - sono stati coinvolte 400 persone residenti nei due rioni (200 a Servola e 200 a Guardiella), nel complesso 196 uomini e 204 donne, di età compresa tra i 35 e i 69 anni (età media di 52 anni circa)».

QUALITÀ DELLA VITA E DELL'AMBIENTE - «La prima parte della ricerca, condotta sulla base di questionari – quella sulla percezione della qualità della vita e dell’ambiente e dell'”attaccamento” al luogo dove si vive, illustrata in particolare dal professor Pier Giorgio Gabassi del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali – ha fornito alla fine dei dati abbastanza simili fra i due rioni, per quanto concerne gli aspetti della “salute psicologica” e dei “rapporti sociali”, ma già diversi per la “salute fisica” percepita (ad esempio per la peggiore qualità del sonno dichiarata dai servolani), e soprattutto per la qualità ambientale (riguardante la percezione di inquinamento, il ritrovamento di polveri, odori e rumori)».

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ANALISI URINE - «Ciò che naturalmente ha maggiormente colpito è stato invece il paragone formulato sull'altro aspetto, quello concretamente “fisico” delle analisi chimiche condotte sulle urine raffrontando la presenza di metaboliti ossidanti, sussistenti il primo (la Malonildialdeide urinaria – MDA, incidente come detto sulla membrana esterna delle cellule) in misura doppia a Servola rispetto a Guardiella (valore medio 1,28 rispetto a 0,61, misurati in μmoli·g-1 CRE), ma il secondo (l'8-idrossi-2’-deossiguanosina – 8-OHdG, incidente sul nucleo interno della cellula) addirittura circa 83 volte superiore a Servola rispetto a Guardiella, zona quest'ultima dove praticamente il dato non è riscontrabile (il confronto è in questo caso di 36,63 di Servola  μmoli·g-1 CRE contro lo 0,44 di Guardiella)», ha illustrato Gabassi.

CAMPIONE RIDOTTO - Il professor Ranieri Urbani - chimico del Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università, che l'ha redatta assieme alla professoressa Paola Sist -, ha definito «basato su un campione purtroppo più ridotto rispetto alla precedente indagine sulle percezioni personali formulata tramite questionari, e ciò in quanto non tutti i campioni di urine erano disponibili o utilizzabili in ugual numero – anche per la necessità di togliere dal novero i fumatori o gli addetti a lavorazioni specifiche, e perciò limitato, alla fine, a un centinaio circa di campioni totali che si sono potuti testare (62 del rione di Servola e 51 di quello di Guardiella)». Non è perciò certamente possibile trarne un risultato di ampio e formale valore statistico – per il quale necessiterebbero numeri di campioni ben maggiori -, «ciononostante è evidente – hanno sottolineato sia Urbani che Tominz nella sua conclusione – come i due biomarcatori urinari dimostrino una significativa differenza tra la popolazione “esposta” e quella “non esposta” e come i valori di picco risultino molto ben definiti, indicando uno stato di evidente sofferenza e una situazione complessiva dalla quale emergono effetti negativi per la salute collegati al fatto di abitare nell'area industriale in esame».

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ASSESSORE POLLI - Al termine, dopo alcuni interventi e domande da parte dei rappresentanti dei comitati e associazioni presenti, l'assessore Luisa Polli cui «preme sottolineare che questo studio è il primo elemento oggettivo e scientifico a disposizione delle pubbliche amministrazioni che devono agire a tutela della salute pubblica; questo elemento insieme a quelli portati ieri dal professor Barbieri, insieme ad altri, saranno le basi un provvedimento che dovrebbe essere condiviso da tutti gli enti preposti a salvaguardia dei cittadini per giungere alla chiusura dell'area a caldo».

DIPIAZZA - Il sindaco Roberto Dipiazza in una dichiarazione ha stigmatizzato come «i valori emersi dall'indagine, in special modo quelli riguardanti le urine, appaiano particolarmente pesanti e pericolosi. Dati sui quali bisognerà assolutamente riflettere poiché comportano un attacco alla salute dei cittadini. E non lo dice il sindaco ma un'indagine dell'Azienda Sanitaria e dell'Università».

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