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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

1200 euro per i consiglieri comunali, le reazioni della politica triestina

Votata a maggioranza la delibera che garantisce dal 1 gennaio un'indennità lorda per l'attività politica in consiglio comunale. Camber: "Guai se viene a mancare la passione". Contraria l'opposizione. Menis: "Aumenteranno i costi". Martini: "Non possiamo votarci la delibera noi stessi"

Lo “stipendio” da 1200 euro lordi per ogni consigliere del Comune di Trieste ha passato l’esame dell’aula. Nell’ultima seduta municipale la delibera è passata con 20 voti favorevoli della maggioranza. Contrari invece i Cinque Stelle e De Gioia mentre non hanno partecipato al voto tutto il Partito Democratico più la Bassa Poropat dei Cittadini e il presidente del consiglio comunale Marco Gabrielli che già nei giorni precedenti aveva annunciato la sua posizione. Astenuta dal voto Sabrina Morena. Dal 1 gennaio 2019 quindi i consiglieri comunali di Trieste percepiranno una retribuizione che mai prima d’ora era stata pensata all’interno del municipio.  

“Guai se viene a mancare la passione”

Piero Camber di Forza Italia ha dichiarato che “così facendo diamo una certezza dei costi che mettiamo a bilancio mentre fino ad oggi era incerto. Con il voto esprimiamo uguaglianza per tutti i consiglieri e, auspichiamo ci sia coerenza da parte di chi ha votato contro, visto che la delibera comprende anche la rinuncia a parte dell’indennità e la possibilità di devolverla ad associazioni senza fini di lucro”. Piero Camber è consigliere sia in Comune che in Regione. “Personalmente non la prendo da maggio, però mi sono battuto per il fatto che ritengo sia una delibera giusta nei confronti dei miei colleghi”.

Camber ha concluso affermando che “deve esserci dignità per un ruolo che si ricopre sette giorni su sette. Dal 1 gennaio il costo sarà inferiore e comunque, alla fine, deve passare un anno di prova. È logico poi che guai se viene a mancare la passione e l’entusiasmo per questo ruolo”.

Il voto contro dei Cinque Stelle

Paolo Menis del Movimento Cinque Stelle ha affermato che “i gettoni di presenza e l'indennità di funzione sono due sistemi di retribuzione che hanno entrambi sia pregi che difetti. In linea di massima l'indennità di funzione ha comunque il pregio di stabilizzare i costi e per questo motivo a fine 2016 votammo una mozione che andava in questo senso”. Secondo Menis “la delibera presentata da Lega, Forza Italia, Fdi e Lista Dipiazza, avrà invece il sicuro effetto di aumentare i costi della politica dai 400.000 euro spesi nel 2018 a 587.000 nel 2019. Comprendo quindi lo sdegno e la rabbia dei triestini per questo inutile regalo natalizio ai consiglieri comunali".

Il PD non ha partecipato al voto

Critica anche Fabiana Martini del PD che ribatte alla maggioranza. “Non abbiamo mai pensato che l’attività politica non vada riconosciuta: prevedere un compenso è l’unica strada per evitare che la politica la facciano solo i ricchi e i pensionati. Tuttavia non siamo convinti che lo strumento dell’indennità di funzione sia il più adeguato, tanto più se andrà ad aumentare la spesa complessiva a carico dell’Ente”. La posizione del PD, secondo la Martini è che “probabilmente non esistono strumenti perfetti, ma quello scelto dalla maggioranza di centrodestra che governa la città, che prevede un tantum fisso mensile, finirà col deresponsabilizzare i consiglieri e col ridurre l’attività. Senza contare — e questa è stata la motivazione principale che ci ha spinto a decidere di non partecipare al voto — che le conseguenze della delibera votata stanotte avevano dei riflessi diretti su chi la votava, facendo venir meno la terzietà auspicabile e necessaria”.

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