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Cronaca

Inizio anno pastorale, Crepaldi: «Continui attacchi ingiustificati a Caritas, Chiesa risponde solo a Dio»

L'omelia che l'arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi ha pronunciato nella cattedrale di san Giusto in occasione della celebrazione per l'inizio del nuovo anno pastorale

Carissimi fratelli e sorelle, predragi bratie in sestre,

1. Il Vangelo che è stato appena proclamato in questo nostro incontro di preghiera per l'avvio dell'Anno pastorale celebra l'amore gratuito di Dio: "Vedendo le folle stanche e sfinite", Gesù "ne sentì compassione". Il verbo utilizzato dall'Evangelista Matteo esprime le viscere di compassione di una madre verso il figlio. Gli uomini vengono visti da Gesù stanchi e sfiniti, "come pecore senza pastore".  Nello stesso tempo, l'umanità sembra a Gesù come una messe promettente e pronta per essere raccolta, ma che attende invano i mietitori, perché gli "operai sono pochi". Tuttavia, non deve mai prevalere lo sconforto, ma l'umile e insistente preghiera: "Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Anche se il periodo storico che viviamo è segnato dal buio e dall'incertezza, sia nell'ambito sociale sia in quello ecclesiale, non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto. All'inizio dell'Anno pastorale e nel tempo propizio del Giubileo della misericordia che tanti frutti di bene sta facendo maturare anche nella nostra Chiesa diocesana, dobbiamo coltivare la consapevolezza che nessuna epoca è troppo buia per la misericordia di Dio. Siamo certi che Dio ci ama e non ci abbandona. Egli rinnova sempre il prodigio della sua misericordia. Dio, ci assicura Gesù, ha un cuore di Pastore e manda pastori al suo popolo sfinito. Come il Salvatore, resosi conto della stanchezza della folla che lo seguiva, inviò i dodici apostoli, così anche oggi, l'amorosa misericordia di Dio è pronta a suscitare profeti e pastori di cui il suo popolo ha bisogno. Lo sconforto e la miseria che talvolta ci assalgono, non sono mai troppo grandi da superare la misericordia di Dio, che soverchia e ricopre tutte le nostre peccaminosità e le debolezze della Chiesa. 

2. Bratie in sestre, fratelli e sorelle, in questa significativa circostanza avrò la gioia di consegnare ad alcuni rappresentanti i Documenti del Quinto Sinodo Diocesano, il Sinodo della fede che ha visto impegnati Vescovo, presbiteri, diaconi, religiose e religiosi e fedeli laici in un itinerario lungo e impegnativo durato cinque anni: due di preparazione e tre di celebrazione. Mettere a tema la fede ha significato per tutti andare al cuore del nostro essere credenti e del nostro essere chiesa, consapevoli che è per grazia di Dio che siamo ciò che siamo. Guardando all'interezza dei documenti sinodali possiamo ringraziare il Signore che ci ha benignamente assistito in questo lavoro: ne è emerso un Sinodo che ha ridato ossigeno alla nostra Chiesa. Ad una lettura attenta dei testi, infatti, si noterà che il Sinodo chiede alla nostra Chiesa diocesana di farsi presenza viva nella quotidianità abitata dagli uomini e dalle donne del nostro tempo. Anche le attività più propriamente intraecclesiali dovranno avere sempre l'occhio attento al vivere, spesso fragile e incerto, dell'uomo contemporaneo, al quale siamo chiamati a portare la bellezza e la gioia del Vangelo del Signore Gesù. Fin dal mio ingresso in Diocesi, è stato chiaro che era essenziale indirizzare tutte le forze verso la salus animarum. Il nostro Sinodo ha confermato tutti in questa prospettiva vivificante. Le persone, le strutture, le attività, il lavoro quotidiano: tutto va collocato nel salutare orizzonte di Dio che fa nuove tutte le cose, per la salvezza delle nostre anime.

3.Fratelli e sorelle, bratie in sestre, dopo la celebrazione del Sinodo diocesano, sono ora lieto di annunciare che prenderà avvio in questo anno la Visita pastorale del Vescovo. Essa avrà un sostanziale collegamento con il Sinodo. Tale collegamento consentirà prima di tutto di verificare se e come le deliberazioni sinodali sono state recepite dalle nostre comunità parrocchiali e, in secondo luogo, di individuare le modalità e le forme più adeguate per poterle concretamente realizzare. Il collegamento con i temi e le decisioni sinodali sarà particolarmente utile a dare alla nostra Chiesa un profilo più unitario, superando individualismi dottrinali e pastorali che provocano colpevoli e scandalose disarmonie. Accogliere generosamente le deliberazioni sinodali ci consente di far fare un passo indietro al nostro io nella direzione di promuovere il noi ecclesiale. Infatti, a fronte dei tanti problemi che si trova a sperimentare l’esperienza credente - da problemi indotti da pervasivi processi culturali tipici del secolarismo e nichilismo odierni, a quelli tutti interni della Chiesa spesso in affanno nel suo rapporto con il mondo e con la modernità – il nostro Sinodo diocesano è stato in grado di indicare un illuminante e unitario tragitto di fede: una fede da vivere intensamente per essere donata, con gioia e in un rinnovato sforzo di evangelizzazione missionaria, trasmettendola soprattutto alle nuove generazioni; una fede alimentata dalla Parola e dai Sacramenti per celebrare quotidianamente, in Cristo e nello Spirito Santo, il Padre misericordioso che abbiamo nei cieli, il Padre che attende con impazienza la nostra conversione e il nostro ritorno; una  fede testimoniata con la santità di vita e con lo sguardo educato dalla speranza cristiana, che si concretizza nei mille atti e iniziative di carità e di solidarietà verso il prossimo, soprattutto verso gli ultimi e i poveri.

4.Bratie in sestre, fratelli e sorelle, in sintonia con il Sinodo diocesano, anche la Visita pastorale del Vescovo porrà al centro il tema della fede. Come riferimento, richiamo e motto ho scelto, infatti, una frase della Lettera agli Ebrei: "...manteniamo ferma la professione della fede" (Eb 4,14). Come possiamo mantenere ferma la professione di fede? Lo possiamo fare, “perché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio”. La nostra umanità, con le sue povertà, i suoi slanci, le sue illusioni, i suoi dolori, i suoi affetti come le sue violenze…, questa nostra umanità ormai è presso Dio nella Persona di Gesù. E lo è perché Gesù è il Figlio di Dio che è entrato in pienezza nella nostra umanità, sia nella sua realtà creaturale, sia nella sua storia: “Gesù è stato messo alla prova in ogni cosa, come noi”; ha provato tutto quello che definisce e caratterizza l’umanità, la condizione umana; e tutto ha assunto senza peccare. Questa nostra umanità, nella sua fragilità e povertà, è amata da Dio, e Dio la fa sua in Gesù. Egli è venuto per liberarla da ciò che la tiene prigioniera, cioè dal peccato. Il Vangelo è la buona notizia di questa liberazione. Per questo Lui è venuto ed ha assunto fino in fondo la nostra condizione umana. Per questo, leggendo il seguito del versetto "...manteniamo ferma la professione della fede" (Eb 4,14) e, in particolare il versetto 16 del capitolo quarto della Lettera agli Ebrei, ci viene insegnato che il trono di Gesù Cristo, posto accanto a quello del Padre, è un trono della grazia. Si tratta cioè di una regalità espressa con l’immensità del dono. A questo trono possiamo accostarci “per ricevere misericordia e trovare grazia”, quando ne abbiamo bisogno. Dovrà essere cosi anche in occasione della prossima Visita pastorale del Vescovo. In tal modo l’infinita misericordia divina continua ad essere offerta a tutti. La “divinità”, infatti, non è un premio riservato ai più bravi, ma è donata a tutti, a partire da quelli che spiritualmente sono peccatori. A tutti. 

5.Fratelli e sorelle, bratie in sestre, la Visita pastorale del Vescovo si rivolgerà in maniera privilegiata alle comunità parrocchiali, seguendo la scelta operata dal Sinodo: “La comunità parrocchiale, nella sinfonia delle sue componenti, rimane pertanto il grembo concreto in cui prendono vita i percorsi di iniziazione cristiana, in cui si è accompagnati nel tempo della mistagogia (…) e in cui si continua a crescere attorno alla mensa eucaristica, maturando nella fraternità e nella prassi cristiana” (n. 73). La Visita pastorale del Vescovo alla parrocchia intende dare slancio e vigore alle istanze sinodali e, nello stesso tempo, fare in modo di rafforzare l’unità e la comunione di tutta la Chiesa diocesana, in modo che le parrocchie – unitamente ai decanati, alle associazioni, ai movimenti e ai gruppi - riconoscano la loro vocazione a coltivare i beni preziosi dell’unità e della comunione, superando individualismi, particolarismi, separatezze così presenti, purtroppo, anche nella nostra realtà ecclesiale. Con la Visita pastorale alle comunità parrocchiali, il vescovo si propone come principio e fondamento visibile dell’unità della Chiesa particolare. Lo farà, promuovendo e animando la Visita in fraterna collaborazione con il presbiterio diocesano e con tutti quelli che sono chiamati a riconoscere la loro vocazione a vivere in comunione, disponibili a ricevere e a dare, fermi nel rifiuto di ogni tendenza alla chiusura e all’isolamento. In modo particolare il Vescovo cercherà di raccordare la vita pastorale delle comunità parrocchiali alle scelte pastorali della Chiesa diocesana, seguendo nello specifico i precisi orientamenti del Sinodo.

6.Bratie in sestre, fratelli e sorelle, la Visita pastorale del Vescovo non dovrà costituire motivo o pretesto per un rallentamento delle attività ordinarie e quotidiane. In questo Anno pastorale, infatti, bisognerà dare attenzione ad alcuni specifici impegni. In primo luogo, si dovrà preparare adeguatamente la chiusura del Giubileo della misericordia che tanti e copiosi benefici spirituali ha sprigionato anche nel corpo della nostra Chiesa. In secondo luogo, bisognerà rivolgere un'attenzione più organica alla pastorale familiare, facendo tesoro delle indicazioni che giungeranno dalla Commissione diocesana. A questo riguardo, sono a comunicare che il corso di aggiornamento del clero e gli incontri mensili del gruppo dei preti giovani saranno dedicati all'approfondimento dell'Esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris laetitia. Dopo averla personalmente presentata presso la Studium fidei nell'ambito di un'iniziativa promossa dal CDAL, sto predisponendo un testo che, con saggezza ed equilibrio, cercherà di valorizzare le promettenti indicazioni pastorali che ci offre per affrontare le problematiche, spesso drammatiche, che vivono le nostre famiglie.  In terzo luogo, dopo attente considerazioni, il Centro diocesano per le vocazioni, metterà a tema l'avvio di una proposta vocazionale specifica per ragazzi e adolescenti con un programma che verrà tra poco  preso in considerazione dal Consiglio presbiterale. In quarto luogo, vedrà finalmente la luce l'iniziativa, auspicata dal nostro Sinodo, che affronterà nel contesto culturale di Trieste, città della scienza, il  rapporto tra fede e scienza con specifiche attività formative e divulgative. Per ultimo, desidero segnalarvi la necessità che la Diocesi tutta sostenga il prezioso e infaticabile lavoro della Caritas diocesana verso i migranti e i poveri. Gli attacchi ingiusti e ingiustificati che la Caritas subisce per le sue attività non intimoriscono la Chiesa di Trieste che non è tenuta a rispondere ai politici, di destra o sinistra che siano, ma solo e sempre al suo Signore, perché è l'unico Signore che ha. Inoltre, ho chiesto alla Caritas di venire incontro a quelle persone fragili che sono incappate nei giri infernali della dipendenza dall'usura e dal gioco e di lottare senza alcun riguardo contro coloro che lucrano in simili vergognose e disumane situazioni, distorsive del bene familiare e sociale.

7.Fratelli e sorelle, bratie in sestre, l'Anno pastorale che prende avvio sarà un anno intenso che chiede a tutti generosità e disponibilità a lavorare uniti nella Chiesa per il Regno di Cristo e per l'affermazione della sua salvifica regalità su tutto e su tutti. Un Anno che poniamo sotto la protezione del Cuore Immacolato di Maria, che si venera a Fatima. Cent'anni fa, infatti, la Madonna si mostrò ai pastorelli a Fatima e, per il collegamento che esiste tra Fatima e Trieste, il centenario delle apparizioni lo ricorderemo in maniera solenne e appropriata nel Santuario mariano di Mante Grisa, onorando e pregando il Cuore Immacolato di Maria, nostra Madre e nostra Regina. Vogliamo, inoltre, invocare la Madonna affinché sia Lei ad accompagnare  la prossima Visita pastorale del Vescovo alle comunità cristiane. La Vergine Maria fu protagonista di tante e decisive visite, quella dell’Angelo soprattutto che Le annunciava la sua divina maternità, ma anche quella che Lei stessa effettuò per andare ad incontrare la cugina Elisabetta. Come le sue anche la Visita pastorale che farò alla parrocchie della nostra amata Chiesa, dovrà essere un evento di grazia perché a visitarci sia il Signore, al quale andremo incontro pieni di gioia e gratitudine. 
 

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