Nasce Jotamata, il festival dedicato al piatto più triestino che c'è
Jota-tour, concerti, degustazioni e oltre 40 esercizi pubblici dove poter consumare la ricetta della minestra tradizionale delle nostre terre. L'evento in collaborazione con la Delegazione dell’Accademia Italiana della Cucina, FIPE, la Pro Loco e l'Unione Regionale Economica Slovena
Nella tipica stagione della bora - che non è solo un vento, ma rappresenta quasi l’anima stessa di Trieste, una di quelle specialità che la rendono celebre nel mondo – l’Assessore al Turismo del Comune di Trieste Maurizio Bucci ha presentato oggi, martedì 27 novembre, una nuova e inedita iniziativa, tra tradizione e innovazione, legata al piatto più triestino che c’è: la Jota.
Il piatto tipico della tradizione triestina
Jotamata – la cui edizione “zero” è in programma tra venerdì 30 e domenica 9 dicembre – celebra già dal titolo, con un gioco di parole, l’amore per questo piatto tipico della città di Trieste, esaltandone l’unicità proprio nella stagione dell'altra ‘specialità’ tutta triestina: possiamo affermare che la Jota è il sapore della Bora. E a proposito di clima, era naturale che la jota nascesse qui, nella città della bora. Del resto l’una completa l’altra: bora e bota, freddo e caldo, quasi uno “ying e yang” triestino.
Questa vera e propria festa dedicata alla jota è rivolta naturalmente a tutti gli amanti nostrani del noto piatto della tradizione, ma vuole arrivare gustosa e fumante soprattutto nei piatti dei turisti presenti in città, così come stuzzicare la curiosità di chi potrebbe scegliere una visita proprio in coincidenza della manifestazione.
Trattorie, buffet e ristoranti
Tutti gli alberghi di Trieste riceveranno il materiale promozionale da mettere a disposizione dei propri ospiti con l’elenco dei circa quaranta locali tra ristoranti, trattorie, caffè storici e buffet tipici che hanno aderito all’iniziativa e la relativa mappa della città che segnala i diversi luoghi coinvolti.
Dopo la degustazione di un piatto di jota – che ogni locale aderente potrà proporre nella forma più tradizionale, così come in forma personalizzata e rivisitata – gli avventori riceveranno un libretto ricordo con racconti di jota e di bora: accenni storici del piatto, aneddoti legati al nostro amato vento e la ricetta classica della tradizionale ed autentica Minestra Jota codificata solennemente nel 2003, registrata con atto notarile e depositata presso la Camera di Commercio a cura della Delegazione di Trieste dell’Accademia Italiana della Cucina, che compare anche come partner della manifestazione, che gode anche della collaborazione della FIPE, della Pro Loco Trieste e dell’URES – Unione Regionale Economica Slovena.
Da dove deriva il termine "jota"?
Si scoprirà quindi che la jota, descritta come una minestra a base di crauti (“capuzi garbi” in dialetto triestino, “cavolo cappuccio”, in italiano) e fagioli, patate e carne di maiale, deve molto probabilmente il suo nome a jutta, un termine tardolatino che significa “brodo, brodaglia, beverone” forse di origine celtica. Un significato che ritroviamo anche nell’irlandese it, e nel gergo del Poitou (Francia dell’Ovest) jut. La jota resta la zuppa triestina più popolare, in casa, nei ristoranti di tutte le categorie e nei tipici buffet.
I testi di Fonda e la Stelvio come riferimento
Come scrisse Cesare Fonda, grande studioso ed esperto di cose triestine, nel suo celebre libro “Ocio a la jota”, la jota è paragonabile a un prezioso documento storico. Racconta la storia, la politica, l’economia, il clima della città e l’estro dei triestini. Dice Fonda che la jota parla di freddo e di inverno, con tutti i fagioli e tutto il maiale che ha dentro e che urla ad alta voce “Mitteleuropa”, con i suoi “capuzi garbi” introvabili nelle altre zuppe sue cugine. Così, gustare un piatto tipico, il Piatto Tipico triestino per eccellenza (con le maiuscole, certo!) è avere davanti agli occhi e vivere con tutti i sensi un autentico concentrato della città, delle tante anime che la rendono ricca di memorie e di fascino. A proposito di date, i “Capuzi garbi” erano di casa a Trieste già nel Cinquecentoe verso la fine del secolo o al più tardi ai primi del Seicento arrivarono da queste parti i fagioli rossi americani. Così possiamo datare a quel periodo la nascita dell’adorata jota!
Come riconoscere i locali
Tutti i locali aderenti esporranno una vetrofania che riprodurrà il claim dell’iniziativa, Jotimisti, per identificare da subito l’adesione a Jotamata. Jotimisti è un modo di vedere la vita in positivo anche se c’è un vento potente e incredibile come la bora, è un po’ la sintesi del motto triestino “sempre allegri e mai pasion”, la gioia di vivere che a Trieste si ritrova naturalmente anche a tavola. I due fine settimana toccati dall’evento (1 e 2 dicembre e 9 dicembre) renderanno particolarmente protagonisti i Caffè storici con una degustazione-aperitivo a base di jota: tra le 11.00 e le 12.00, infatti, tutti saranno invitati al jota-time per scaldarsi con una degustazione della celebre zuppa, accompagnandola magari con un buon bicchiere di vino, preferibilmente del territorio.
Tutti gli appuntamenti
Sabato 1 dicembre, in particolare, alle 11.00 al Caffè Tommaseo in programma l’inaugurazione ufficiale di Jotamata per la stampa e il pubblico: il tutto naturalmente davanti a un piatto di jota e con l’accompagnamento del duo di musica tzigana Simonetto-Daris, con il noto violinista Alessandro Simonetto e il virtuoso della fisarmonica Roberto Daris, tra arie balcaniche e tzigane.
L’aperitivo musicale si replicherà domenica 2 dicembre allo Storico Caffè San Marco, mentre domenica 9 dicembre lo “jota-time” sarà proposto al centralissimo Caffè degli Specchi in piazza Unità.
Gli Jota tour
Sono previsti anche gli Jota-tour, tour gratuiti per i visitatori della città, alla scoperta del mondo che partiranno da Piazza Unità e si concluderanno con un assaggino di jota nei caffè storici
Jotamata coinvolgerà i principali locali del centro cittadino ma si estenderà anche fino al borgo marinaro di Portopiccolo, a Sistiana, passando da Opicina, Monrupino, Giarrizzole, Erta Sant’Anna, via dell’Eremo.