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Cronaca

Profughi, in Fvg lavori socialmente utili ed esperienze formative per migliorare l'integrazione

Lo ha affermato l'assessore regionale alla Solidarietà Gianni Torrenti in occasione dell'assemblea pubblica che si è svolta nel municipio di Cavazzo Carnico per affrontare il tema dell'accoglienza dei migranti

«La Regione, in accordo con lo Stato, per prima in Italia, ha attuato alcuni atti normativi che consentono di impiegare i migranti in lavori socialmente utili così da restituire al territorio che li ospita qualcosa di concreto. Abbiamo, inoltre, avviato dei corsi di italiano e di sicurezza sul lavoro, attraverso i progetti locali dedicati, per 1600 persone su 3403 richiedenti asilo ospitati sul territorio. Progetti che sono utili per agevolare percorsi di integrazione con la popolazione residente». Lo ha affermato l'assessore regionale alla Solidarietà Gianni Torrenti in occasione dell'assemblea pubblica che si è svolta nel municipio di Cavazzo Carnico per affrontare il tema dell'accoglienza dei migranti (a cui hanno partecipato il prefetto Vittorio Zappalorto, il vicequestore aggiunto di Udine, Alessandro Miconi, il direttore della Croce Rossa Fabio Di Lenardo, il primo cittadino del centro carnico, Gianni Borghi, con il comandante provinciale dei Carabinieri di Udine Marco Zearo).

Torrenti ha rimarcato che si tratta di richiedenti protezione internazionale che si affidano a noi e ha invitato a non aver timore di chi si fa identificare e richiede protezione. Da qui l'importanza dei progetti volti a sostenere e potenziare la capacità di accoglimento diffusa ed integrata in Friuli Venezia Giulia attraverso il supporto agli enti locali che accolgono persone richiedenti o titolari di protezione internazionale. L'intento è di promuovere l'inserimento, la conoscenza e l'accettazione reciproca tra persone accolte e comunità ospitante, attraverso attività socialmente utili ed esperienze formative, con il coinvolgimento del privato sociale.

L'assessore ha voluto ricordare il dato positivo della nostra regione dove un comune su tre ha accolto i richiedenti asilo rispetto alla media italiana che non arriva ad 1 su 10. 

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