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Cronaca

Le Strane Metamorfosi di Imprese Commerciali in Enti no Profit secondo l'Agenzia delle Entrate di Trieste

“Metamorfosi” da imprese commerciali a enti no profitI controlli delle Entrate del Friuli Venezia Giulia nel “falso” terzo settoreTrasformazioni progressive da imprese commerciali a finte associazioni sportive dilettantistiche e circoli privati...

"Metamorfosi" da imprese commerciali a enti no profit
I controlli delle Entrate del Friuli Venezia Giulia nel "falso" terzo settore
Trasformazioni progressive da imprese commerciali a finte associazioni sportive dilettantistiche e circoli privati per mascherare attività di carattere imprenditoriale.
Questo l'escamotage emerso dai controlli effettuati dalle Entrate del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Direzione regionale del lavoro e la SIAE.
Scopo dell'operazione individuare i soggetti che solo formalmente rivestono la qualifica di "no profit", per escludere l'utilizzo di agevolazioni fiscali e tutelare i reali operatori del terzo settore.
L'assenza della natura associativa - Gli accessi sono stati effettuati nei confronti di una ventina di enti, selezionati incrociando i dati presenti in Anagrafe Tributaria con quelli emersi a seguito di un'attenta analisi del territorio e dall'esame dei precedenti per violazioni finanziarie.

Per circa un terzo dei soggetti individuati, è stata accertata l'omissione dell'invio telematico all'Agenzia delle entrate del modello EAS, la comunicazione dei dati rilevanti ai
fini fiscali cui sono tenuti gli enti associativi.

"Trasformazioni" a ritmo di danza.
Molte le irregolarità di natura sostanziale, relative soprattutto alla assenza del rapporto associativo.
In alcuni casi è stata rilevata la trasformazione progressiva da s.r.l. a s.n.c. e, successivamente, ad associazione sportiva dilettantistica, al fine di beneficiare illecitamente delle agevolazioni previste, una volta dismessa la veste societaria
Emblematico il caso del presidente di una scuola di ballo, che ha letteralmente "piroettato" la sua attività da ditta individuale ad associazione sportiva
dilettantistica, al solo scopo di sottrarre all'Erario i corrispettivi incassati con i corsi di danza classica e moderna.
Stesso meccanismo utilizzato dal presidente e dal vice presidente di una palestra, che era stata trasformata sulla carta in associazione, ma in realtà continuava ad offrire corsi di fitness e pilates.
La palestra, quindi, era la stessa ma l'esercizio faceva formalmente capo all'associazione, con presidente e vice presidente che ne risultavano anche dipendenti.
Smascherati, infine, alcuni finti enti non commerciali, che in realtà operavano nell'ambito di un circuito di palestre in franchising, presente in più regioni, e che corrispondevano le royalties previste all'affiliante.

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