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Cronaca

Foibe: Scoccimarro contesta Raoul Pupo e litiga con gli insegnanti

L'assessore, durante un convegno, attacca Raoul Pupo per non aver menzionato le foibe nel suo discorso, poi litiga con gli insegnanti: "E'la dittatura del pensiero unico". Pupo: "Ho parlato anche delle foibe, bastava stare un po' attenti"

Animata discussione ieri tra l'assessore regionale all'ambiente Fabio Scoccimarro, alcuni insegnanti e lo storico Raoul Pupo: ancora una volta è il nervo scoperto delle foibe ad accendere la lite. È successo davanti a qualche centinaio di studenti, al convegno 'Novecento – Un secolo in bilico tra fragori di guerra e tentativi di pace” organizzato dall'associazione “Radici & futuro' al centro di fisica 'Abdus Salam'. Durante la prolusione del professor Pupo l'assessore è intervenuto accusandolo di non menzionare l'occupazione titina a Trieste nella sua analisi storica, per poi riprendere il discorso in seguito, a margine della conferenza, con altri insegnanti di differenti istituti. A quel punto la discussione ha assunto toni molto accesi finché Scoccimarro non ha abbandonato l'aula (che avrebbe comunque lasciato, secondo quanto si apprende, per impegni in consiglio).

La spiegazione di Pupo

Raoul Pupo, raggiunto al telefono, si è dichiarato stupito della reazione dell'assessore: “Credo si sia trattato di un malinteso. Ho iniziato a parlare degli spostamenti di confine e poi del memorandum di Londra del '54, lui è insorto perché non avevo ancora parlato delle foibe, perché in quel momento seguivo un altro filo, appunto quello degli spostamenti di confine. Poi ho parlato dei fatti del territorio, tra cui le migliaia di morti nelle foibe. Così gli ho detto di avere un po'di pazienza, bastava stare un po' attenti, semplicemente. La questione sembrava chiusa ma è continuata dopo con altri insegnanti".

La replica dell'assessore

Nel pomeriggio di oggi l'esponente della Giunta regionale ha diramato agli organi di stampa, anche nazionali, una lunga replica, in cui dichiara che “la polemica non è stata contro Raul Pupo (ricercatore acuto e autore di testi importanti ma per una volta disattento), bensì contro quei ben meno validi docenti che ancora oggi, dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo con la legge 30 marzo 2004 n. 92, sembrano dimenticarsi (o tacere) una parte della storia della nostra terra e della nostra gente, dei tanti, troppi morti assassinati perché italiani”.

Nella lettera Scoccimarro si dichiara comunque “sorpreso per la sua (di Pupo, ndr) stramba amnesia riguardo la tristemente famosa occupazione titina (i sanguinosi 40 giorni) di Trieste. Di certo la mia garbata osservazione ( nessun urlo…come nel mio stile) non è piaciuta fra i tanti docenti presenti, a un fazioso insegnante (o forse un accompagnatore) che, in barba a qualsiasi rispetto dei ruoli istituzionali, finita la lezione ed usciti dall’auditorium si è permesso prima di apostrofarmi come “ignorante” in materia, (forse a sua volta ignorando la mia preparazione e la laurea in Storia), poi affermando 'lei, non essendo un docente non può permettersi di fare queste dichiarazioni ai giovani', confermando  con la sua arroganza e supponenza le mie convinzioni in merito alla triste 'Dittatura del pensiero unico'”.

"Le autorità slovene e croate si rechino sulla Foiba di Basovizza"

L'esponente di fratelli d'Italia, nella sua missiva, non manca di rivolgersi anche alle autorità slovene e croate: “ritengo che il Concerto dei tre presidenti di piazza Unità sia stato un primo importante passo verso la piena riconciliazione sulla frontiera orientale ma manca ancora un passaggio determinante, cruciale: il riconoscimento da parte dei presidenti di Slovenia e Croazia, delle atrocità commesse dal regime comunista di Tito. Come fece il cancelliere tedesco Willy Brandt, quando si inginocchiò davanti al memoriale del ghetto di Varsavia, le autorità slovene e croate si rechino sulla Foiba di Basovizza. E onorino quei poveri morti”.

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