rotate-mobile
Cronaca

Nel carcere di Trieste i gladiatori raccontano favole

Visita dell'europarlamentare triestino Marco Zullo al carcere del "Coroneo" di Trieste, accompagnato dall'attore Francesco Gusmitta

Ci sono quattro uomini seduti a un tavolino di un bar,  come il brano di Gino Paoli, ma questi sono  davanti a un carcere. Sono appena le 8.30 di mattina e intorno la città è ancora intontita dal caldo estivo della notte appena trascorsa. Siamo a Trieste.

Tra questi quattro uomini c’è un parlamentare europeo vestito come uno studente universitario, semplice, umano, gentile. Barba incolta e sguardo aperto, chiaro. Di fronte siede un attore con il viso ricolmo delle maschere di personaggi interpretati in una lunga carriera e con il sorriso e la gioia coinvolgente di chi pratica l’arte facendo del bene. Accanto un giovane dallo sguardo attento, (Alessandro Mendizza) di chi è abituato a guardare dall’interno di un obiettivo e riuscire a trarre il succo dalla realtà rappresentata.

L’altro presente è chi sta scrivendo, un semplice giornalista che si è alzato presto come al solito, per incontrare persone.

È quasi ferragosto però e mentre molti dei politici che solitamente ingombrano i salotti televisivi si trovano in vacanza, lontani dai palazzi e dai problemi da risolvere, il giovane parlamentare che siede al tavolo di fronte a me, Marco Zullo, non è andato in ferie. Non gli interessano ora, o non è ancora il momento. Il parlamentare europeo del Movimento Cinque Stelle ha deciso di ascoltare persone oggi. Persone particolari, che forse hanno bisogno di piú aiuto degli altri, persone che trascorrono le loro giornate lontane dal solito contesto sociale, pur rimanendo al centro di una città dove scorre la vita di tutti i giorni, fatta di negozi, impegni, traffico, sorrisi, pianti. Persone che per un motivo o per un altro sono state private della loro libertà personale. Persone in carcere.

Francesco Gusmitta si chiama l’attore, direttore de “La bussola dell’attore” mi siede accanto ma è come se fosse in piedi sul tavolo come su un palco, a distribuire il suo entusiasmo per l’incontro che tra poco avrà con «i suoi gladiatori», cosí chiama i ragazzi che nel carcere lo aspettano per un’altra lezione. Gli insegna lettura espressiva.
«Ho fatto per Auxilia un corso di  lettura espressiva nel carcere “Coroneo” di Trieste, nel contesto del progetto "genitori e detenuti: ti leggo una favola". Tre mesi di lezioni, tre mesi di gioia in 12 incontri».

«Il fine è quello di lasciare un traccia audio che i bambini potranno ascoltare via computer e sentire la voce dei papà! Grazie a questa iniziativa ideata da Gabriella Russian,  sviluppata attraverso Auxilia e il dono dei racconti dell'autrice Viviana Marini, abbiamo avuto l'opportunità di conoscere queste persone meravigliose».
Sorridiamo tutti come bambini, seduti al tavolo del bar con quattro tazzine vuote che diffondono ancora aroma di caffè. Sorridiamo come fanciulli a cui hanno appena raccontato una favola, come quelle del corso di Francesco Gusmitta. Ma non si tratta di una favola, è un progetto concreto, evolutivo, di recupero, di reinserimento delle persone che tra poco, i tre che ho davanti, andranno a incontrare.

Marco Zullo, il giovane parlamentare europeo mi fa di sí con la testa, come a rassicurarmi che è tutto vero. Che esistono ancora persone che credono che il bene possa accrescere e migliorare la nostra società. Persone che a ferragosto scelgono di andare a rinchiudersi tra le mura di un carcere e ascoltare chi ha bisogno di una nuova opportunità, di una nuova base su cui ricominciare, di altri in cui credere. Compreso se stessi.

Si è fatta ora di entrare infatti, ci alziamo paghiamo il conto e li accompagno davanti alla porta del carcere Coroneo.  Li vedo varcare la soglia, mi allontano e sorrido anch’io. Il mio lavoro non è finito, devo scrivere. Narrare di persone del genere. Parlare di Marco, Francesco, Alessandro e dei “gladiatori” che leggono favole per i propri bambini, con la speranza di tornare a combattere, ma per il bene e con nuove opportunità.

Qualche ora piú tardi mi chiamerà Marco. Marco Zullo, l’europarlamentare del Movimento Cinque Stelle. È entusiasta:
«La visita di questa mattina in carcere è stata molto importante. Ho incontrato alcuni dei ragazzi che hanno seguito il corso sulla lettura. Quel che più mi ha colpito è stata la passione con cui si sono dedicati a questo progetto e la voglia di continuare l'esperienza maturata in questi mesi, oggi giunta all'ultima lezione».

«Ho letto nei loro occhi il giovamento che ne hanno tratto, giovamento che li aiuta ad affrontare il presente (rinchiusi tra le mura di un carcere), ma soprattutto il futuro: hanno una grande voglia di riscatto, di tornare nella società per integrarsi e di condividere quanto vissuto, per impedire ai giovani i loro stessi errori».

Tornerò lì tra un paio di settimane per approfondire il percorso fatto fino ad oggi e comprendere più a fondo le loro aspettative per il futuro.

«Come ti dicevo questa mattina, credo molto nella funzione rieducativa da  applicare nelle carceri e per quanto mi è possibile darò una mano in questa direzione; sono fiducioso dei risultati che si potranno ottenere lavorando assieme e contribuendo con entusiasmo».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nel carcere di Trieste i gladiatori raccontano favole

TriestePrima è in caricamento