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Cronaca

Il 118 piange Emanuele “Lele” Quargnal: il ricordo di chi gli ha voluto bene

Amato dai colleghi, conosciuto e apprezzato nell'ambiente della sanità triestina, Emanuele si è spento stamattina nella struttura dell'ASUITS di via Farneto. Gli amici: “Il suo entusiasmo e la sua competenza lo rendevano un punto di riferimento per tutti”

Trieste dice oggi addio a Emanuele Quargnal, uno degli “storici” infermieri del 118, che è stato trovato senza vita nel primo mattino di oggi, 6 agosto 2019, nella struttura dell'ASUITS di via Farneto. Le cause della sua prematura dipartita (aveva solo 49 anni) sono tutte da accertare, ma è ben chiaro il ricordo impresso in chi ha lavorato con lui: un eccellente professionista e una grande perdita per il 118, oltre che una persona amabile, leale e disponibile. Al di fuori dell'ambiente lavorativo lo piangono la madre, la sorella e gli amici.

I suoi colleghi si dicono “devastati per aver perso un amico e una colonna portante della squadra” ma la sua fama era nota anche ben oltre il servizio di primo soccorso: “Una persona precisa e scrupolosa – sostiene l'infermiera di un altro reparto, che spesso ha avuto a che fare con lui -. Un ottimo infermiere e una persona di grande valore, lo pensavano tutti”. Un ex collega lo definisce “diligente e appassionato nel proprio lavoro, che aiutava tutti quando poteva”. Anche la FIALS infermieri, tramite il segretario provinciale Fabio Potoschnig, riferisce che “lo sconforto per la sua scomparsa è tangibile in chi l'ha conosciuto. È una grande perdita per tutta la professione infermieristica in particolare nell'ambito dell'emergenza. Ci mancherà”.

Ne dà un vivido ricordo Dino Roggi, dirigente della FIALS e in passato relatore della sua tesi all'università: “Lele, come lo chiamavano tutti, era un punto di riferimento per il suo entusiasmo, la sua competenza e lo studio che dedicava alla materia. Nell'ultimo periodo si era specializzato nei defibrillatori di pubblico accesso, seguiva la formazione del personale, sia interno che esterno, su manovre di rianimazione cardiopolmonare”. 'Lele' era soprattutto noto per la sua competenza nell'ambito delle maxiemergenze, ossia le situazioni che vanno oltre la routine quotidiana, come la Barcolana e le partite allo stadio, dove c'è afflusso di persone e le situazioni operative vanno programmate. Aveva anche redatto le istruzioni operative del motosoccorso.

“L'ho rivisto di recente – continua Roggi -, dopo parecchio tempo, rincontrarlo è stata una gioia. Ricordo bene quando ci siamo conosciuti: veniva da un percorso di studi completamente diverso, aveva frequentato il conservatorio prima di trovare la sua vera vocazione e intraprendere la laurea in infermieristica”.

“L'ho conosciuto durante le lezioni che tenevo sulle emergenze e da subito aveva chiaro quale sarebbe stato il suo ruolo: voleva lavorare nelle ambulanze, con il 118. La sua era davvero una missione e la nostra amicizia è durata ben oltre gli studi. Sono contento – conclude Roggi - di averlo visto realizzare il suo sogno”.

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