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Cronaca

Turismo culturale da record nel 2019, Trieste sfonda il milione di presenze

I dati sono stati presentati questa mattina all'interno di una conferenza stampa indetta dall'assessore alla Cultura Giorgio Rossi. "E' una delle migliori aziende che abbiamo e dobbiamo continuare a lavorare nel lungo periodo". Oltre 670 mila le presenze nei musei

Con la cultura non si mangia. L’opinione un tempo diffusa tra gli addetti ai lavori viene smentita dalla crescita del turismo museale triestino che nel 2019 ha fatto segnare un incremento “straordinario” delle presenze dei visitatori all’interno delle numerose realtà gestite dal Comune di Trieste, con il castello di San Giusto a fare da “punta di diamante” dell’offerta locale. Per quanto riguarda le presenze totalli (comprensive anche delle biblioteche e delle mostre) nel 2019 l’Area Cultura del comune giuliano per la prima volta supera il milione di presenze, mentre nei musei sono state 671 mila le persone che li hanno visitati.  pari ad un aumento del 10 per cento rispetto al 2018.

I dati sui musei sparsi sul territorio municipale (che mettono in luce un aumento del 10 per cento rispetto al 2018) e presentati questa mattina all’interno di una conferenza stampa svoltasi al Museo d’Arte Orientale, rappresentano la punta dell’iceberg della programmazione turistica locale, gestita dall’assessorato alla Cultura guidato da Giorgio Rossi, e dalla Direzione museale triestina coordinata dalla dottoressa Laura Carlini Fanfogna.

Tutti i dati dei musei triestini nel 2019

La classifica e le parole di Giorgio Rossi

La classifica vede al primo posto il maniero sul colle di San Giusto con poco meno 130 mila visitatori, seguito a ruota dalla Risiera di San Sabba con 128 mila e il monumento alla foiba di Basovizza con 122 mila. Significativi anche i dati del museo Revoltella che registra 62 mila visitatori, seguito dal museo dedicato a Winckelmann con 58 mila ed infine dall’Acquario con 54 mila.

“Il turismo museale è una delle aziende migliori di Trieste – ha affermato Rossi – e una delle realtà che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. I dati raccolti sono straordinari anche in ragione dei programmi a lunga scadenza sul turismo”. Secondo Rossi infatti “alcuni obiettivi sono stati raggiunti oggi, ma è altrettanto vero che vogliamo fare in modo che si manifestino da qui a 10 anni”.

La rivoluzione museale

Il “cavallo di battaglia” di Rossi è la creazione di un polo museale all’interno del Porto vecchio, dove far confluire il futuro Museo del mare, il museo istriano, l’Immaginario Scientifico di Grignano e molti altri. Proprio sul contenitore di via Torino Rossi ha rimarcato l’idea che “verrà spostato in Porto vecchio, liberando la sala al primo piano e lasciando all’Irci il compito di occuparsi maggiormente delle attività di ricerca che coinvolgono il mondo dell’esodo giuliano-dalmata e le sue declinazioni”.

Le quattro fasi

Rossi ha sottolineato le diverse fasi del lavoro sui musei che vedranno la loro concretizzazione nei prossimi anni. “La prima è quella relativa al Porto vecchio e allo spostamento delle attività museali in quell’area; quella successiva è legata alla sistemazione di alcuni contenitori museali dal 2020 al periodo a cavallo tra il 2023 e il 2024; la terza fase vedrà la creazione del grande contenitore scientifico e la quarta ed ultima, dovrebbe vedere la trasformazione del de Henriquez, grazie a collezioni di futura acquisizione, nel più grande museo della guerra per la pace europeo”. Rossi ha concluso menzionando la protesta in merito alla riduzione dell'orario della biblioteca Quarantotti Gambini che, tra l'altro, tra il 2018 e il 2019 ha fatto registrare un incremento del 203,72 per cento in termini di visitatori. "Cercheremo di risolvere la situazione in tempi medio-brevi". 

L'idea sul de Henriquez

Il museo dedicato al grande studioso triestino andrebbe quindi ad occupare anche le stanze del museo di Storia Naturale, da spostare anch’esso in Porto vecchio. Una vera e propria rivoluzione museale che ha incassato il sì della direttrice dei Musei Civici, dottoressa Fanfogna, che coordina circa 170 dipendenti, 120 dei quali all’interno dei musei.  

I numeri "nascosti"

“Il grande lavoro che abbiamo fatto negli ultimi tempi spesso non è evidente ma i numeri parlano chiaro: solo nel 2019 infatti sono state 41 le nuove sale espositive (pari a 5000 metri quadrati di superficie ndr), 28 le mostre, 274 le conferenze, 111 gli spettacoli, 16 mila gli interventi conservativi, più di 8 mila i reperti conservati e 28 mila le nuove schede museali”.

Infine, una curiosità: la direzione dei musei civici nel 2019 è entrata in possesso di circa 1000 opere in più e ha fatto registrare 1287 prestiti museali, opere e collezioni che temporaneamente finiscono in collezioni ed esposizioni di musei fuori dall’Italia. “Rappresentano a tutti gli effetti gli ambasciatori della nostra città. In pochi lo sanno, ma è il più efficace passaparola che si possa ottenere”.  

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