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Cronaca Barriera Nuova - Città Nuova / Via Fabio Filzi

Narodni Dom, Shaurli: "Anniversario sia un passo avanti"

Questa la posizione del segretario regionale del Partito Democratico che altresì ha definito l'attentato contro la casa degli sloveni " Una terribile e vergognosa pagina della storia"

"Novantanove anni dovrebbero bastare a Trieste e a tutta la Regione per fare pace con il suo passato. Questo è il nostro auspicio, e questo è uno dei motivi per cui il Pd in queste terre si sente chiamato a un supplementare impegno, in favore del dialogo e dell'equilibrio". Le parole sono del segretario regionale dei dem, Cristiano Shaurli, che in una nota stampa ha preso posizione sulla commemorazione del tragico attentato che il 13 luglio 1920 distrusse la casa degli sloveni a Trieste. 

"Fatto grandi passi avanti"

Shaurli ha indicato come il raggiungimento della pacificazione sia "un lavoro che ha visto giornate coronate dalla convinzione di aver fatto grandi passi avanti, come quelle vissute assieme dai presidenti Napolitano e Mattarella con Pahor sul Monte Santo, a Trieste, Gorizia, Doberdò. Altre volte invece abbiamo visto il preoccupante rinfocolarsi di nazionalismi o di revisionismi che riaprono ferite: vogliamo che questo anniversario sia un passo avanti". 

"Ben prima della Marcia su Roma e dell'ascesa di Mussolini al potere - ricorda Shaurli - una banda di squadristi con a capo Francesco Giunta dette alle fiamme il Narodni dom di Trieste, simbolo dell'ascesa economica e culturale della borghesia slovena e slava della Trieste emporiale e multiculturale. Il 13 luglio 1920 fu una notte di fuoco che non si limitò al prestigioso edificio progettato dall'architetto Max Fabiani, nell'odierna via Filzi".

"Una pagina vergognosa della storia italiana"

"Durante la notte furono messi a soqquadro negozi, uffici, locali e persino qualche abitazione privata, che facevano capo agli sloveni. Quel 13 luglio rappresenta una pagina buia per la vita di Trieste. Gli stessi fascisti definirono quest'incendio 'la forza del fascismo in ascesa'. Ebbe così inizio un quarto di secolo di persecuzioni nei confronti degli sloveni, con la italianizzazione forzata di nomi, cognomi, toponimi, deportazioni, carceri, esilio forzato di migliaia di persone, morti. Una terribile e vergognosa pagina della storia - ha continuato Shaurli - che dobbiamo ricordare".

Occasione per restituirlo agli sloveni

"Questa è un'occasione - scrive Shaurli - per far rivivere un pezzo della nostra storia in modo autentico, non come restaurazione ma come recupero, simbolica reintegrazione in centro città della comunità slovena, che da Trieste si irraggiò come da una capitale culturale ed economica. Rendere il Narodni dom agli sloveni - aggiunge l'esponente dem - come speriamo possa avvenire in armonia, significa donare a Trieste un pezzo di se stessa. Sta seguendo un percorso analogo il Narodni dom di San Giovanni. E’ fondamentale che vi sia convinzione trasversale su questo temi, anche se rivendichiamo con legittimo orgoglio quanto fatto dal centrosinistra".

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