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Cronaca

Operatore con la tubercolosi, indagine dell'Azienda sanitaria su 3500 bambini

Niente allarmismi ma controlli dovuti: all'operatore, libero professionista incaricato di vaccinare i bambini nei distretti 1,2 e 3, solo poco tempo fa è stata diagnosticata la malattia e il protocollo individuato dall'Asuits andrà a coinvolgere i piccoli pazienti dal settembre 2015

«È bene precisare che non si tratta di una situazione di emergenza e siamo certi che le percentuali di positività ai test saranno zero o molto vicine allo zero». Nicola Delli Quadri, direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste, tiene a vuole fin da subito precisare che non si tratta di emergenza e che l'episodio in questione è già sotto controllo e sono state avviate tutte le procedure per verificare eventuali contagi e la conseguente profilassi. 

I FATTI - «Un operatore (di cui per ovvi motivi di privacy non vengono rilasciare le generalità, ndr) che lavorava in ambito vaccinale ha scoperto dopo alcune vicissitudini di avere una tubercolosi in forma attiva; i primi sintomi risalgono presumibilmente un anno fa e a scopo precauzionale e preventivo bisogna far controllare i bambini che hanno avuto contatto con lui/lei in questo periodo - spiega Nicola Delli Quadri -. Il tempo di contatto fra l'operatore e i pazienti è stato di pochi minuti, mentre la letteratura medica parla di circa otto ore per la trasmissione della malattia con la saliva. Ci aspettiamo zero eventi positivi o vicini allo zero, ma dobbiamo fare comunque il test».

3500 BAMBINI - «In tre giorni lavorativi abbiamo messo in piedi un’organizzazione per tutelare la salute dei bambini e dare sicurezza e informazioni ai familiari: da oggi sono partite le chiamate alle famiglie e sono attivi sei ambulatori, inoltre c’è il numero verde 800 991170 dalle 8 alle 20 con 4 linee aperte; sono aperti poi i distretti di appartenenza (1,2,3 e non il 4, dove questo operatore lavorava, ndr) - ha sottolineato il direttore Asuits -. Il numero è di 3500 bambini da 0 a 6 anni coinvolti nell'indagine e con l’organizzazione messa in piedi (voglio ringraziare tutti per la massima disponibilità e professionalità), tra Azienda sanitaria, Burlo e pediatri di libera scelta, in circa 12 settimane dovrebbero concludersi le operazioni».

STRUTTURE - Al tavolo convocato per la conferenza stampa odierna (martedì 27 settembre) ci sono anche Vittoria Sola, Responsabile della Struttura semplice tutela Salute bambino e adolescente, Davide Franco, rappresentante Pediatri di libera scelta, con Andrea De Manzini, pediatra di libera scelta, Riccardo Tominz, Direttore Struttura complessa Igiene, sanità pubblica e prevenzione ambientale, Valentino Patussi, Direttore dipartimento di Prevenzione, Massimo Maschio, responsabile Centro regionale per la diagnosi e la cura della Fibrosi Cistica (Burlo), Eleonora Croci, Direzione Sanitaria del Burlo, Roberto Luzzati, direttore Struttura complessa Malattie infettive, e Vittorio Antonaglia, direttore 118.

«Abbiamo già provveduto a informare il sindaco Dipiazza ovviamente e con lui anche l'assessore regionale Telesca. Quanto al nostro sito aziendale verranno pubblicate tutte le informazioni del caso e poi il rendiconto della campagna - ha concluso Delli Quadri -. Le famiglie saranno preoccupate, ansiose, e hanno il diritto di sapere, ma non creiamo allarmismi».

TEST - «I numeri sono molto grandi e va spiegato perchè va fatto tutto questo: il contatto per essere tale deve essere di almeno 8 ore (di vicinanza intima, perchè si trasmette con gocce di saliva); tuttavia con il Burlo e Malattie infettive si è deciso di mettere in piedi questa attività perchè sotto i 6 anni i bambini sono più a rischio - spiega Riccardo Tominz -. Il germe che causa la tubercolosi è molto lento e quindi i tempi necessari per esaurire questa indagine possono andare sulle settimane, non è urgente fare il test di Mantoux: le persone vengono contattate, si da un appuntamento e si inietta una minima quantità di sostanza (sostanza proteica e non germe, non c’è rischio alcuno) e dopo 48/72 ore si fa la lettura e si vede se la persona è positiva al test. La positività evidenzia solo che in qualsiasi momento si è venuti a contatto con la malattia, ma non vuol dire che si è malati, e comunque poi partiranno le indagini per risalire all'episodio della contrazione. I casi che verranno ritenuti positivi verranno gestiti dal Burlo». 

PROFILASSI - «Tutti i bambini sotto i sei anni e che sono venuti a contatto con l'operatore malato negli ultimi due mesi verranno sottoposti a profilassi, ossia circa 500 pazienti - ha detto Massimo Maschio -. Da parte del Burlo Garofolo c'è massima disponibilità anche per quanto riguarda la "farmacia": infatti in commercio ci sono solo compresse per la profilassi, mentre trattandosi di bambini noi produrremo uno sciroppo "personalizzato" in base al peso di ogni paziente».

PEDIATRI - «Rappresento tutti i pediatri di libera scelta (22, ndr) e siamo pronti a supportare la situazione di emergenza affiancando l’azienda sanitaria e applicheremo senza remora il protocollo studiato, faremo da filtro e sopporteremo i genitori», ha voluto sottolineare Davide Franco; «Il test di Matoux ha decine e decine di anni alle spalle e non ha mai dato alcuna controindicazione, quindi lo possono fare anche donne incinte e bambini», ha aggiunto Andrea De Manzini. 

DISTRETTI - L'operatore è un libero professionista sempre sottoposto agli ordinari controlli, ma solo i dipendenti di pneumologia e di malattie infettive sono invece sottoposti a test specifici come quello per la tubercolosi - hanno spiegato i dirigenti in sala -. I distretti interessati, ossia quelli dove l'operatore prestava servizio, sono l'1 di Roiano, il 2 di San Giacomo e il 3 di Valmaura (con le sedi periferiche di Muggia e San Dorligo). 

TUBERCOLOSI - Sono sette le notifiche di tubercolosi del 2016 a Trieste, l’anno scorso erano 13, per lo più adulti e anziani. Negli anni 60 invece i numeri arrivavano anche alle 400 notifiche, dato che fa percepire come si tratti di ormai una malattia quasi rara. 

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