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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Operazioni "Raptor” e “Barattolo”, altri tre triestini e uno straniero in manette: 25 chili di marijuana sequestrati

Avevano acquistato lo stupefacente in Bulgaria ed era destinato al mercato triestino: avrebbe fruttato circa 175.000 euro

Nella serata di ieri, il Nucleo Investigativo del Comando provinciale Carabinieri di Trieste, nel quadro delle articolate attività investigative denominate “Raptor” e “Barattolo”, che già lo scorso 31 maggio avevano portato all’esecuzione di 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere, arresti in flagranza e, complessivamente, al deferimento di una trentina soggetti, consentendo di disarticolare un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, hanno eseguito ulteriori 4 misure cautelari.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Trieste e avviate nel 2014 grazie a un’attività di cooperazione internazionale dopo che la polizia spagnola, nei pressi di Barcellona, aveva controllato tre pregiudicati triestini trovandoli in possesso di una grossa somma in contanti, piccole quantità di hashish e alcuni coltelli, aveva consentito di fare luce sul nutrito e pericoloso gruppo criminale, delineandone assetti e attività.

Il sodalizio smantellato, composto per la maggior parte da triestini, costituiva il principale canale di distribuzione di stupefacenti sulla piazza di Trieste. Aveva contatti e ramificazioni in tutto il Nord Italia e un volume d’affari in rapida espansione.

La nuova ordinanza di custodia cautelare ha interessato tre triestini, V.G. classe 69, G.F. classe 56 e S.M. classe 73 oltre a Q.I., cittadino albanese venticinquenne. I quattro sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di aver acquistato e detenuto a fine di spaccio oltre 25 chilogrammi di marijuana. La droga, sequestrata dai Carabinieri, era stata acquistata in Bulgaria ed era destinata al mercato triestino. Lo stupefacente sequestrato, una volta immesso sul mercato triestino, avrebbe fruttato circa 175.000 euro.

I destinatari delle nuove misure sono a disposizione della Procura della Repubblica, nei rispettivi luoghi di detenzione.

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