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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Piazza Unità d'Italia

Cappi al collo in piazza Unità per la manifestazione sul clima di Fridays for Future

"Con l'acqua alla gola" è il nome dell'azione dimostrativa nazionale che apre la Climate Action Week. Gli attivisti: "Con questa metafora vogliamo illustrare i devastanti effetti della fusione dei ghiacciai e del conseguente innalzamento del livello del mare". Previsto uno sciopero il 27 settembre

Cappi al collo in piazza Unità per la manifestazione - Flashmob sui cambiamenti climatici. "Con l'acqua alla gola" è il nome dell'azione dimostrativa che Fridays For Future ha organizzato in modo coordinato in tutta Italia durante il primo giorno della “Climate Action Week”, settimana di mobilitazione mondiale per il clima iniziata oggi che culminerà nel 3° Sciopero globale per il Futuro indetto per l’intera giornata di venerdì 27 settembre 2019. Per l'occasione in tantissime piazze d’Italia sono stati installati dei patiboli e gli attivisti sono rimasti in piedi con un cappio al collo su dei blocchi di ghiaccio che si andavano via via sciogliendo.

Allarme inascoltato

"Con questa metafora - spiega Fridays for future -vogliamo illustrare i devastanti effetti della fusione dei ghiacciai e del conseguente innalzamento del livello del mare. Forse a qualcuno può sembrare macabro ma questa è la cruda realtà, stiamo solo riportando quello che la scienza ci dice da tempo e che i politici non vogliono ascoltare. La comunità scientifica mondiale, infatti, lancia continui allarmi sull'impressionante velocità con la quale lo scioglimento dei ghiacciai sta avvenendo e sulle conseguenze che questo avrà sul livello dei mari e sulla biosfera terrestre".

"Nonostante ciò, ad oggi, non è stata adottata nessuna politica adeguata per rallentare e fermare il collasso climatico in atto. Ciò che desta maggiori preoccupazioni, però, non sono le conseguenze che tutto ciò avrà sulla Terra: il nostro pianeta è qui da più di 4 miliardi di anni ed è sopravvissuto a cinque estinzioni di massa, non è lui ad essere in pericolo, lo siamo noi". Senza misure rapide e concrete per azzerare le emissioni di gas serra infatti, la nostra sicurezza alimentare è messa a rischio, scoppieranno migrazioni di massa, conflitti per le risorse idriche e alimentari e, tra i tanti altri disastri, parte delle 1.7 miliardi di persone che vivono nelle zone costiere si ritroveranno presto sfollate".

"Non c'è più tempo1"

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