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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Precari o no, anzianità e punteggi sono gli stessi. Lo ha stabilito il TAR di Trieste

14.10 - Fino ad ora, nella scuola, non era così: il servizio svolto dal personale precario valeva la metà, contrariamente a quanto previsto dalla direttiva europea

Il Tar di Trieste ha dato ragione a una docente che nei 28 anni di servizio con contratto a tempo determinato - grazie alla sentenza della Corte d’Appello di Trieste n.374 del 17 settembre 2014 - avrà diritto al riconoscimento per intero del proprio servizio e non a un computo che assegna la metà del punteggio ai contratti stipulati a tempo determinato, oltre al diritto di percepire le differenze retributive di anzianità di servizio maturata, pari a 13.929,59 euro. Il Tar ha riconosciuto il servizio non di ruolo come servizio intero ai fini giuridici ed economici, mentre il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca è stato condannato anche al pagamento delle spese legali, pari a 3.300 euro circa. 

Perché lo Stato italiano si ostina a non riconoscere a pieno titolo, l’anzianità di servizio degli insegnanti precari ai fini giuridici ed economici? Nella direttiva europea 1999/70 è scritto chiaramente che i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole di quelli a tempo indeterminato comparabili, a meno che non sussistano ragioni oggettive. Invece, i contratti della scuola non riconoscono gli stessi trattamenti al personale di ruolo rispetto a quello precario assunto a tempo determinato. Nei contratti di mobilità, per i trasferimenti, mobilità professionale e graduatorie interne d’istituto, il punteggio del servizio svolto da precario, e nello stesso ordine e grado di scuola, vale ancora metà del punteggio rispetto al docente di ruolo, con evidente discriminazione ed infrazione della direttiva europea di cui sopra.

La sentenza del Tar di Trieste appare di buon auspicio per la risoluzione delle annose differenziazioni tra il servizio svolto dai docenti precari e quello svolto dai docenti di ruolo. D'ora in poi si dovranno iniziare a ridurre le differenze del punteggio di servizio tra docenti precari e di ruolo, con l'obiettivo di estendere l'applicazione del provvedimento anche sui contratti di mobilità. Forse la sentenza del tribunale di Trieste potrebbe rappresentare lo sprone in questo senso, evitando qualunque forma di discriminazione tra servizio di ruolo e servizio svolto a tempo determinato.

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