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Cronaca

Consiglieri della Lista Dipiazza litigano, Rossi: "Superato il limite"

Dopo le dichiarazioni rese al Piccolo da parte dell'ex presidente del Consiglio comunale Marco Gabrielli si è "scatenata" una plural tenzone all'interno della lista che ha coinvolto anche le forze di opposizione del mondo politico triestino

"Si consiglia al consigliere Gabrielli di non rilasciare dichiarazioni difformi dalla realtà considerato che i veri motivi che hanno determinato le dovute dimissioni hanno compromesso i rapporti politici e personali con la maggioranza del gruppo consiliare Lista Dipiazza". Il comunicato stampa, scritto a tre mani dai due consiglieri della Lista Dipiazza, Vincenzo Rescigno e Roberto Cason e dal neo presidente del Consiglio Comunale, Francesco Panteca, riflette l'aspra tenzone apparsa dopo alcune dichiarazioni rilasciate a Il Piccolo dall'ex presidente d'aula, Marco Gabrielli, nei confronti del suo successore. 

Le parole del trio della Lista Dipiazza

"Siamo rimasti sorpresi dalle dichiarazioni del consigliere Marco Gabrielli rese durante l'intervista pubblicata su Il Piccolo del 6 giugno 2019 in cui lo stesso afferma che il nuovo presidente si “scontrerà” con gli assessori e consiglieri circa l'applicazione dei regolamenti a seguito di varie richieste, come se ciò fosse avvenuto nel periodo in cui Gabrielli ricopriva la carica di presidente". Non è un mistero politico il fatto che da molto tempo tra i tre e Gabrielli non corra buon sangue, e, al netto delle rispettive posizioni "allineate e coperte", il nuovo duello non nasconde strascichi che evidentemente hanno a che fare con i tempi passati. 

Tra coriandoli e provocazioni, Francesco Panteca è il nuovo presidente

"A nostro parere - continuano Cason, Panteca e il capogruppo Rescigno - dette affermazioni non corrispondono a verità in quanto abbiamo valutato che nessun assessore e consigliere comunale si sia mai scontrato con lo stesso Gabrielli sull'applicazione dei regolamenti comunali. Invece, con riferimento all'indennità di funzione giova ricordare ancora una volta allo stesso che ora, con il nuovo regolamento, finalmente viene prevista un'indennità uguale per tutti i consiglieri comunali calcolata sulla media dei tre anni precedenti". 

La questione della "paghetta": uno specchietto per le allodole? 

Gabrielli, all'epoca presidente dei lavori d'aula in quell'occasione affermò la sua netta contrarietà sulla "paghetta". "Non voterò una delibera che mi aumenta la 'paga' di 5000 euro l'anno". Subito dopo in questo articolo fu proprio Roberto Cason a replicare. "Prima polemica sui gettoni, ora su indennità fissa minore di quella mediamente pagata". La relazione di partito sembrerebbe quindi compromessa, in un "gioco" a quattro - o forse di più - fatto di messaggi rispediti al mittente e di lotte intestine e mal digerite. L'asprezza dei contrasti è a conoscenza di tutto - o quasi - il Consiglio comunale (maggioranza e opposizione). 

Giorgio Rossi: "Superato il limite"

C'è anche a chi la querelle non è proprio andata giù. "Nel corso del tempo la lista civica Dipiazza ha avuto i suoi soci fondatori che hanno sempre puntato sul fatto che il comportamento non fosse fuori dalle righe" ha commentato Giorgio Rossi. "La querelle che si è creata non mi è assolutamente piaciuta soprattutto perché non fa parte dello stile e delle modalità di comportamento di chi ha iniziato molti anni fa. In politica c'è sempre un limite e credo che questa volta sia stato veramente superato". 

"Queste persone sono nuovi componenti della lista che abbiamo inserito nella lista dei 40 e non fanno parte della vecchia guardia. Da questi comportamenti io prendo nettamente le distanze. Se continuiamo così - ha concluso Rossi - non siamo più una lista civica ma siamo una delle tante forze politiche del territorio". TriestePrima ha tentato di raggiungere il sindaco Roberto Dipiazza per un commento ma nel momento in cui va in pubblicazione questo articolo non è stato possibile parlare con il primo cittadino. Ci riserviamo di aggiungere, ove ce ne fosse bisogno, una sua dichiarazione. 

Il commento dei Cinque Stelle

Nel dibattito allora ecco "spuntare" le più naturali reazioni politiche. "Come ho fatto in Consiglio comunale lunedì scorso, mi sento di difendere l'ex presidente del consiglio comunale di Trieste, Marco Gabrielli, dalle infamanti accuse che i suoi compagni di partito gli hanno rivolto ieri con un comunicato stampa". Le parole sono di Paolo Menis dei Cinque Stelle. "Gabrielli ha detto semplicemente la verità: per più di due anni ha subito pressioni da quasi tutti i presidenti di commissione (e fra questi anche Panteca e Cason) che, quando vigeva il sistema di retribuzione a gettone giornaliero, volevano convocare riunioni per ogni stupidaggine, riunioni che sembravano avere il solo fine di far incassare gettoni ai consiglieri".

"Per fortuna Gabrielli - continua Menis - esercitando una prerogativa assegnata al presidente dal regolamento di funzionamento del consiglio comunale, ha spesso negato il nulla osta a queste riunioni inutili e costose. E ricordo che questi consiglieri sono riusciti persino a presentare una proposta di modifica del regolamento proprio per tagliar fuori l'intervento di Gabrielli e sono poi riusciti nell'intento di modificare la modalità di retribuzione da gettone ad indennità di funzione. Questi sono i fatti, facilmente accertabili, che i signori Cason, Rescigno e Panteca fanno finta di non ricordare".

Il commento di Toncelli

Ad inserirsi nella pluarl tenzone è anche il consigliere del Partito Democratico, Marco Toncelli. "Premesso che non si va mai a giudicare e a guardare in casa d'altri, ma che nonostante ciò, quando si è spettatori di ciò che si è visto in consiglio in tutti questi mesi, mi permetto di dire che Gabrielli, persona estremamente elegante e forse eccessivamente generosa, non si è dovuto dimettere per la messa in dubbio della qualità del suo operato, bensì per altri e determinati motivi. Lo sanno tutti infatti che Marco è rimasto vittima di piccoli intrighi di bassa macelleria".  

"I tre amigos - così li definisce Toncelli riprendendo la pellicola di John Landis del 1986 - dopo tutto quello che hanno combinato negli ultimi mesi, ancora hanno la faccia tosta di parlare e di infierire contro questo povero diavolo". "Siamo tutti sinceramente curiosi di sapere in cosa Panteca sarà discontinuo, come lui stesso ha dichiarato, rispetto al suo predecessore. Intanto - ha concluso il dem - ha già fatto saltare un lunedì non convocando il Consiglio la prossima settimana. Se il buon giorno si vede dal mattino". 

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