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Cronaca

Il professore udinese amico del Califfo: «L’Italia non rischia niente»

Andrea Agostinis, professore già noto alle cronache per diverse vicende che lo hanno interessato, è intervenuto al programma "La Zanzara" di Radio24, raccontando della sua amicizia con Al Baghdadi e dell'esperienza estiva a Raqqa

«La situazione è molto grave, ma non per l’Italia». Parola di Califfo, almeno secondo quanto dichiarato dal suo amico Andrea Agostinis. Professore di aeronautica al Malignani, 57 anni, Agostinis ha avuto spazio sui giornali diverse volte nel corso degli anni. Prima venne sospettato - poi scagionato - di essere coinvolto nel caso Unabomber, mentre lo scorso mese di gennaio ha ricevuto una condanna - in primo grado - a 3 anni e 6 mesi per l’accusa di aver sottoscritto una serie di contratti di lavoro a tempo determinato come insegnante di musica per la moglie, mentre lei si trovava ricoverata in una stanza del Gervasutta di Udine in stato vegetativo. Oltre a questo, nel suo passato - e pare anche nel presente -, Agostinis vanta rapporti confidenziali con il Califfo Al Baghdadi, conosciuto a fine anni ’80 a Roma. Assieme - come rivelò nel marzo scorso al quotidiano capitolino “Il Tempo” - scrissero pure un libro - “Imposed war” - in riferimento alla guerra di quel periodo tra Iraq e Iran. 

Lo rileva il sito Udinetoday.

Lunedì sera Agostinis è stato rintracciato al telefono da “La Zanzara”, il programma di Radio 24 di Giuseppe Cruciani e David Parenzo, raccontando ai due conduttori del suo rapporto con Al Baghdadi e degli sviluppi legati agli ultimi e tragici fatti di cronaca. Un estratto delle sue dichiarazioni. 

FRANCIA E RUSSIA SI, ITALIA NO. «Sono circa  5 o 6 mesi che non sento il Califfo. Abbiamo discusso del fatto che la situazione è molto grave, non per l’Italia che non rischia niente, perché non ha fatto nulla se non operazioni di intelligence e supporto ad altri stati. È inutile quindi, secondo me, che il  nostro paese predisponga servizi di tutela, non c’è nessun rischio. Chi vuole fare la guerra all’islam, come la Francia e la Russia, si arrangi. Vanno avanti a 250 morti al colpo e questo è il risultato. L’Isis vuole che in Siria ed Iraq venga applicato integralmente il Corano, non gradisce che altri stati come Francia o Russia decidano la loro religione. La loro rivendicazione è stata molto chiara: voi venite a uccidere donne e bambini in Iraq e noi facciamo lo stesso nei vostri paesi. Che senso ha esportare la nostra civiltà e la nostra democrazia nei paesi arabi? Io sono per la pace. Non giustifico la cosa, ma è una ritorsione prevedibile». 

IL CALIFFO. «Se vedeste la sua pagella scolastica, di quando aveva 18/19 anni, potreste osservare quanto andava bene in religione. Se noi credessimo nelle cose che facciamo come lui crede nella religione saremmo migliori, perché qui parliamo tanto ma facciamo poco. Non ha ordinato lui le stragi in Francia. La struttura Isis è composta dal consiglio della Sharia, decidono assieme, lui è tra i più moderati del gruppo decisionale».

LE “VACANZE IN SIRIA”. «Dal 7 al 20 agosto di quest’anno ero in Siria. Non posso dire se ho incontrato il Califfo. Non sono mai stato interrogato dalla polizia italiana per i miei spostamenti, ma io non posso andare dove voglio? Se lei va a Raqqa è come andare a Livorno. C’è si la polizia religiosa che gira, ma ci sono anche tanti europei, gente che va via anche. Da quello che si sente sembra che si vada in un cimitero, e non è così, è una città. Ho girato tranquillamente. Se andate fuori Raqqua ci sono alberghi interi con piscine, camerieri in cravatta».

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