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Cronaca

Proposta di legge inclusione attiva e sostegno al reddito: ok da Commissione, ora in Consiglio

Le modifiche, rivolte a sottolineare maggiormente il legame tra beneficio, beneficiario e politiche attive del lavoro, ma anche elevando da 12 a 24 i mesi di residenza minima in regione, abbassando da 4 a 2 i mesi di pausa per poter accedere nuovamente al beneficio

La proposta di legge sull'inclusione attiva e il sostegno al reddito del centrosinistra (500 euro mensili massimi per non più di 12 mesi, rinnovabili per altri 12, per i residenti in regione da almeno 24 mesi e con un Isee pari o inferiore a 6.000 euro) può essere portata all'attenzione dell'Aula. La III Commissione consiliare l'ha, infatti, approvata a maggioranza dopo una mattinata di discussione generale e l'accoglimento di vari emendamenti firmati in primis per il Pd dal presidente della Commissione stessa, Franco Rotelli, da Gino Gregoris per i Cittadini e da Stefano Pustetto per Sel, con il favore delle assessore Loredana Panariti e Maria Sandra Telesca. 

I voti favorevoli sono stati del centrosinistra, compatto, a cui si è aggiunto il M5S, mentre il centrodestra si è espresso con un'astensione. Relatori di maggioranza saranno Renata Bagatin (Pd), Gino Gregoris (Citt), Stefano Pustetto (Sel) e Cristian Sergo (M5S), di minoranza Alessandro Colautti (NCD) e Roberto Novelli (FI). 

Le modifiche, rivolte a sottolineare maggiormente il legame tra beneficio, beneficiario e politiche attive del lavoro, ma anche elevando da 12 a 24 i mesi di residenza minima in regione, abbassando da 4 a 2 i mesi di pausa per poter accedere nuovamente al beneficio e assegnando alla Giunta regionale la possibilità di aggiornare anche la soglia dell'Isee, sono servite a far cambiare il giudizio negativo di Alessandro Colautti (NCD) e di Roberto Revelant (AR) in uno di astensione. 

Se Colautti ha comunque accusato la maggioranza e la Giunta di non avere veramente voluto pensare a un provvedimento che non fosse solo "welfare" ma andasse verso il "workfare" (sussidi in cambio di lavori socialmente utili, corsi di formazione o di aggiornamento, etc.), l'appunto di Revelant è stato di aver creato un bonus povertà sotto mentite spoglie. 

Il pensiero del MoVimento 5 Stelle è stato riassunto da Elena Bianchi e Sergo: la nostra intenzione originale era di intervenire solo per arginare situazioni temporanee dettate ad esempio dalla mancanza di lavoro, invece le precarietà sociali non sono supportabili con interventi temporanei perché quelle sì sono situazioni strutturali e sicuramente non si cancellano con aiuti di un paio di anni. La platea da soddisfare così è più ampia, e allora anche le risorse dovrebbero essere più cospicue o risulteranno insufficienti.

Punto base, per il centrosinistra, era ed è rimasto il carattere di sperimentazione della misura: partire con un effetto immediato - hanno spiegato a più voci - ma porsi delle scadenze di revisione, ovvero verificare target, risorse e risultati.

A respingere si tratti di un bonus povertà, la Panariti, per la quale si tratta, invece, di un progetto di inclusione. E si deve riflettere su chi sono i poveri, perché in realtà le figure strutturali e quelle congiunturali si sono molto avvicinate. Per le politiche attive di sostegno al lavoro non è questa la sede dove riscriverle - ha rimarcato con forza l'assessore -, perché ce ne sono già altre dedicate, si tratti di inclusione, sussidi o formazione. I controlli vanno fatti, ma dobbiamo evitare di spendere per il processo amministrativo più di quanto eroghiamo, cosa che potrebbe accadere con un sistema sanzionatorio complesso.

Al termine, Bruno Marini, parlando a nome di Forza Italia, ha reso noto che all'interno del suo Gruppo le posizioni sono diverse e saranno oggetto di chiarimenti. La posizione sarà più univoca in Aula, per ora non può che essere di astensione benevola.

Valter Santarossa ha spiegato l'astensione anche di AR alla luce dell'importante apertura che la maggioranza ha fatto, promettendo di studiare una soluzione di mediazione per l'Aula, sui due elementi che caratterizzano la posizione del suo Gruppo: il Patto di inclusione e la "dote di lavoro". 

La Bianchi ha giustificato il voto favorevole del M5S per le integrazioni registrate dal testo base e per l'importanza della misura, da tempo voluta dal suo Gruppo, primo a depositare una proposta in tal senso. 

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