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Cronaca

Regeni, De Monte a Cambridge per un colloquio con i vertici dell'università

Isabella De Monte, eurodeputata Pd e vice capodelegazione italiana a Bruxelles, ha incontrato i vertici dell’Università assieme alla collega inglese S&D Alex Mayer

«I vertici dell’Università di Cambridge ci hanno riferito di voler incontrare la famiglia di Giulio Regeni, per chiarire la loro posizione, e mi sono messa a disposizione per favorire un incontro». Lo afferma Isabella De Monte, eurodeputata Pd e vice capodelegazione italiana a Bruxelles, che oggi a Cambridge ha incontrato i vertici dell’Università assieme alla collega inglese S&D Alex Mayer. Al centro del colloquio, il brutale omicidio di Giulio Regeni, giovane ricercatore conterraneo di De Monte, e in particolare il ruolo dell’università britannica, oggetto di critiche da più parti, anche del legale della famiglia. Le due deputate europee si sono confrontate con la professoressa Eilís Ferran, prorettore per le Relazioni internazionali e istituzionali, e Paul Mylrea, responsabile Comunicazione dell’Università.

Secondo De Monte «è stato un confronto cordiale, voluto da entrambe le parti per fare chiarezza sulla posizione dell’Università e lanciare un messaggio di apertura e disponibilità in particolare nei confronti della famiglia. Hanno rigettato con forza le accuse di scarsa collaborazione, dichiarando di essersi semplicemente attenuti a un protocolli di riservatezza che appartiene alla loro realtà accademica. Da parte mia – osserva De Monte – ho riferito ai responsabili dell’Università la richiesta della famiglia Regeni di prendere le distanze dalla tutor che seguì Giulio nella sua ricerca in Egitto. La risposta verrà eventualmente data in occasione dell’incontro con la famiglia».

«Hanno sostenuto – sottolinea De Monte - che esistono precise procedure e accortezze che vengono prese prima di inviare uno studente o un ricercatore in Paesi stranieri, e che l’Università ha rispettato tali procedure. Nel 2015 l’Egitto non era ritenuto dal ministero degli Esteri britannico un Paese a rischio. Regeni era inoltre considerato un ricercatore esperto. Hanno infine ribadito la volontà, come emerso di recente, di intitolare una borsa di studio alla memoria di Giulio Regeni, previo assenso dei familiari del ricercatore».

Al colloquio è poi seguito un incontro con i referenti locali di Amnesty International, che stanno organizzando una serie di iniziative in memoria di Regeni in occasione del secondo anniversario della sua morte. «Ci hanno chiesto - afferma De Monte - come contribuire in modo concreto alla ricerca di verità e giustizia per Giulio e abbiamo suggerito di scrivere una petizione per invitare il Parlamento europeo a dare seguito alla risoluzione del marzo 2016».

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