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Burlo, Telesca: «Nulla cambia per l'utenza: non è un depotenziamento»

L'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca torna sulla questione Burlo e il trasferimento del laboratorio di analisi: «Il risultato previsto già nel 2016 sia di un risparmio di oltre 900.000 euro, senza nessuna riduzione di personale»

«L'unificazione delle attività di Medicina di Laboratorio tra l'Azienda Ospedaliera Universitaria e Burlo Garofolo aumenta la qualità del sistema attraverso la standardizzazione dei valori di riferimento e l'ottimizzazione dei metodi. Fuori luogo parlare di depotenziamento, perché è vero il contrario». Lo ha affermato l'assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca.

«Il nuovo assetto organizzativo della Medicina di Laboratorio nel Friuli Venezia Giulia tracciato dalla riforma sanitaria - ha sottolineato l'assessore - mira a promuovere in tutta l'area triestina (e giuliano-isontina) l'uniformità di risposta alla domanda di diagnosi di laboratorio, ad aumentare le competenze dei professionisti e a ridurre i costi tecnologici con incremento della qualità analitica, semplificando le duplicazioni strumentali ed evitando il sottoutilizzo delle tecnologie».

Puntualizzando che «nulla viene modificato per l'utenza, perché ambulatori, personale infermieristico, punti di ritiro dei referti rimangono come prima», Telesca ha spiegato che «presso il laboratorio del Burlo continueranno ad essere eseguiti gli esami di routine interni per i pazienti ricoverati e gli esami urgenti con lo stesso servizio offerto attualmente e sarà aumentata la sicurezza ampliando in alcuni reparti la tecnologia analitica a risposta rapida. Inoltre sarà mantenuta e potenziata presso il Burlo tutta la diagnostica di laboratorio dell'ambito materno-infantile. In più sarà trasferito e centralizzato presso il Burlo tutto il settore diagnostico di allergologia (attualmente eseguito presso il laboratorio dell'Aouts). Infine, sarà realizzato al Burlo Garofolo un laboratorio di ricerca dedicato alle attività peculiari dell'Irccs e a completare l'attività diagnostico-assistenziale con la disponibilità di tecnologie utilizzate prevalentemente per la ricerca. Quest'ultimo è uno degli aspetti più rilevanti dell'unificazione dei laboratori nell'area triestina, un esempio di come la ricerca venga messa a sistema e resa accessibile al processo diagnostico-assistenziale».

«La presenza radicata dell'Università in questo contesto riveste il ruolo di catalizzatore per promuovere l'innovazione e lo sviluppo. L'incontro dell'assistenza e della ricerca, infatti, produce un duplice risultato: l'accessibilità alla diagnostica d'eccellenza e l'eccellenza portata a sistema. Non è poi indifferente - ha concluso Telesca - il fatto che il risultato previsto già nel 2016 sia di un risparmio di oltre 900.000 euro, senza nessuna riduzione di personale».

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