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Cronaca

Sdemanializzazione Porto Vecchio, Cosolini «Gioco di squadra. Chiamaremo le migliori intelligenze»

Intervento del Sindaco Cosolini

Conferenza stampa indetta a tamburo battente, stamattina in Municipio, sul tema “Porto Vecchio” dal Sindaco Roberto Cosolini dopo l’approvazione notturna al Senato di un emendamento alla Legge di Stabilità presentato dal senatore Francesco Russo che postula la sdemanializzazione della quasi totalità dell’area (esclusi l’Adriaterminal, le banchine e l’immediata fascia di costa) e la sua assegnazione al patrimonio del Comune di Trieste con il contestuale spostamento del Punto Franco.

Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato anche gli Assessori alla Pianificazione Urbana Elena Marchigiani e al Demanio, Patrimonio e Lavori Pubblici Andrea Dapretto, il Sindaco ha spiegato di aver ritenuto opportuno sviluppare un primo commento generale su quello che sarà – peraltro dopo l’imminente voto ancora necessario da parte della Camera dei Deputatiun percorsoancora certamente lungo e complesso che necessiterà di affrontare e armonizzare aspetti urbanistici, finanziari, di ricerca di investitori, ma anche di integrare reti, funzioni e servizi con il resto del “sistema città”. Motivo per cui la prima cosa da fare – ha osservato Cosolini - sarà di avviare quanto prima un indispensabile ‘tavolo tecnico’ con tutte le istituzioni competenti, a cominciare dal prossimo nuovo presidente dell’Autorità Portuale».

«Il grosso lavoro che sarà necessario e il grande impegno che dovremo profondere vedrà certamente il Comune in testa ma – ha sottolineato il Sindaco – avrà la necessità di un forte gioco di squadra in quanto si tratterà di definire il futuro di un’area di 600 mila metri quadrati (pari a 60 ettari) e nel contempo svolgere un inevitabile “ridisegno” del quadro stesso della città e della sua funzione complessiva».

«La ridestinazione e riqualificazione di una così vasta area trova infatti un senso compiuto – ha ancora osservato in tal senso Cosolini – solo se sapremo lavorare anche per una crescita demografica della città, attraendo investimenti, nuove attività e nuove persone».

«E in tale prospettiva – ha proseguito -, per confrontarci al più alto livello sul futuro di quest’area intendiamo convocare a Trieste le migliori intelligenze, nazionali e internazionali, in materia. Per dare al Porto Vecchio di domani un senso compiuto, armonico e organico, che quindi dovrà andare ben al di là – ha rimarcato Cosolini – di supposte “speculazioni” o interventi meramente edilizi. Anche perché – ha aggiunto – la sdemanializzazione in questo caso non è – come alcuni ritengono – passare ‘da pubblico a privato’ bensì a un altro tipo di interesse pubblico. E va ribadito che la norma stessa appena approvata prevede che ogni introito eventualmente ottenuto da alienazioni di aree o immobili vada a sostenere misure di sviluppo del Porto Nuovo o per l’infrastrutturazione delle nuove aree dove il Punto Franco sarà trasferito».

«In ogni caso il voto al Senato fissa un punto politico fondamentale – ha ribadito il Sindaco Cosolini – e va a finalmente risolvere il nodo di fondo finora per lungo tempo insoluto, cioè se quell’area dovesse essere considerata ‘porto’ o ‘città’ laddove, al di là di residue resistenze frutto di taluni interessi e di alcune errate letture di norme e trattati, era invece ormai evidente che non più di porto si trattava, come era pure chiaro che un ‘punto franco’ poteva avere ancora senso solo dove ancora si svolgessero attività portuali o collegate».

«E per l’aver finalmente sbloccato questa lunga impasse, superando un immobilismo che sembrava perpetuarsi all’infinito, è doveroso oggi ringraziare  - così ancora il Sindaco – il senatore Russo per il suo decisivo intervento, ma anche il Presidente del Consiglio Renzi, la Governatrice del FVG Serracchiani e l’on. Ettore Rosato».

In conclusione, più tecnicamente, l’Assessore alla Pianificazione Elena Marchigiani ha osservato come il nuovo Piano Regolatore cittadino, così come adottato, già preveda un quadro ampio e articolato di funzioni inerenti l’area dell’ex Porto Vecchio. “Ma non vi può essere né si può pensare a un ‘modello assoluto’ di recupero – ha sottolineato anche con riferimento alle soluzioni adottate in altre città per operazioni analoghe -, e invece per ogni situazione va trovato il modello peculiare e più adeguato alla conformazione e alla natura della città che lo ospita».

Concetto ripreso anche dal ‘collega’ al Demanio, Patrimonio e Lavori Pubblici Andrea Dapretto che ha rimarcato come “in realtà la città vada ora ad acquisire per la prima volta un’area finora del tutto ‘separata’ e mai veramente integrata con la struttura urbana, per cui – ha detto Dapretto si profila un risultato quasi ‘incredibile’ e un momento che non è eccessivo definire davvero ‘storico’, nel quale queste due parti di città si riuniranno e si fonderanno, e andranno integrate, in prospettiva anche con la probabile necessità di ulteriori strumenti urbanistici».

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