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Cronaca

Sicurezza, Serracchiani incontra Minniti: «Fvg prima regione che firma col Viminale»

«Con questo accordo diamo una risposta ancora più concreta al bisogno di sicurezza che viene espresso dalla popolazione»

«Diamo una risposta istituzionale all’istanza di sicurezza che ci giunge dai cittadini, convinti che solo la risposta istituzionale sia quella corretta: avremo un presidio del territorio più robusto, coordinato e visibile». Lo ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che oggi a Roma ha sottoscritto alla presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti l’Accordo per la promozione della sicurezza integrata tra il Ministero dell’Interno e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
«Siamo la prima Regione che firma con il Viminale un protocollo in attuazione delle “Linee Generali delle politiche pubbliche per la sicurezza integrata” approvate a fine gennaio dalla Conferenza Stato-Regioni. In questo modo rafforziamo l’alleanza tra Stato e Regione per garantire un maggior controllo del territorio, una più pronta repressione e una più efficace prevenzione del crimine, integrando le informazioni e coordinando al meglio i corpi di polizia locale, ma anche il Corpo forestale e la Protezione civile della Regione».

«Ringrazio il ministro Minniti e le strutture del Viminale, incluso il prefetto di Trieste Anna Paola Porzio, perché hanno risposto positivamente a una nostra richiesta e hanno così permesso alla nostra Regione di dotarsi uno strumento molto importante. La collaborazione con le Forze dell’Ordine nella nostra Regione infatti è già ottima – ha osservato Serracchiani - come si rileva anche dalla diminuzione degli atti criminosi, ma con questo accordo diamo una risposta ancora più concreta al bisogno di sicurezza che viene espresso dalla popolazione.  Si deve sapere che il Friuli Venezia Giulia non è terra conveniente per i delinquenti stanziali o di passaggio».

Per la presidente della Regione «fattispecie di crimini nuovi, come quelli informatici, gli episodi di bullismo giovanile, la violenza contro le donne, richiedono che la rete dei controlli sia più stretta e che si mettano a sistema tutte le risorse del territorio. Altrettanto importanti sono le azioni di prevenzione che prevedono il coinvolgimento delle associazioni antiracket e antiusura, dato che questi fenomeni spesso sono la spia di attività di riciclaggio e quindi un inizio di penetrazione della criminalità organizzata. Il coinvolgimento della cittadinanza attraverso le azioni della sicurezza partecipata e di vicinato permette di allargare il dispositivo di controllo del territorio, che si munisce di ‘antenne’ molto utili in direzione della deterrenza, ovviamente – ha concluso - senza mai derogare ai compiti che spettano in esclusiva alle forze dell’ordine».

21feb2018. serracchiani minniti

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