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Cronaca

"Beccata" la banda della sparatoria di Opicina

Tre persone di origine albanese sono state fermate in Puglia con l'accusa di furto, tentato omicidio e lesioni gravi. L'episodio risale all'11 gennaio quando i ladri si erano introdotti in una villa a Opicina e il vicino di casa aveva fatto partire un colpo di pistola

La Procura di Trieste ha individuato la "banda" che nella serata dello scorso 11 gennaio si era introdotta in una abitazione di Opicina, rendendosi protagonista di una violenta collutazione con un vicino di casa armato. L'indagine diretta dalla Procura della Repubblica del capoluogo del Friuli Venezia Giulia, e su segnalazione della Squadra Mobile, ha portato all'arresto di tre cittadini di origine albanese con l'accusa di furto aggravato, tentato omicidio e lesioni gravi e alla denuncia per favoreggiamento per una quarta persona, accusata di essere il "basista" del gruppo. 

Rapina in villa, cosa è successo

Già lo scorso 18 marzo il Commissariato di Martina Franca, in provincia di Taranto, ha provveduto al fermo con l'accusa di tentato furto a danno di una villetta. Nell'occasione è scattata anche la flagranza del reato. Nei confronti di S. L. del 1983 e H.K. del 1991, è scattata l'ordinanza della custodia cautelare in carcere, mentre per il trentunenne M.M. sono stati disposti gli arresti domiciliari e H.G. del 1992 è stato per l'appunto deferito per favoreggiamento. Durante le successive perquisizioni è stato trovato anche un chilogrammo di marijuana, all'interno del garage di uno dei ladri. 

I fatti: i ladri sfondano la porta, esplode un colpo di pistola

L'11 gennaio a Opicina i malviventi erano stati sorpresi dal vicino di casa, il quale dopo aver udito l’allarme anti intrusione, percorrendo un giardino interno, era andato nella proprietà adiacente, il cui proprietario era in quel momento assente, per verificare se vi fosse la presenza di estranei, portando con sé una pistola legalmente detenuta. Non appena giunto nel giardino dell’attigua abitazione, il vicino di casa aveva notato uno dei tre con passamontagna. 

In quell'occasione il malvivente aveva colpito la vittima con un piede di porco e con un cacciavite. Durante la colluttazione il malcapitato vicino di casa aveva anche esploso anche un colpo d'arma da fuoco. E' qui che entra in scena il secondo malvivente che, richiamato dallo sparo, arriva in soccorso del complice. Qui strappa di mano la pistola alla vittime e la punta al petto dell’uomo. Subito dopo i due si danno alla fuga e portano via l'arma. 

A seguito del pestaggio la vittima riportava lesioni, fratture e traumi alla mano sinistra, alle spalle, alla testa ed all’addome che gli cagionavano un’incapacità ad attendere alle ordinarie occupazioni superiore a gg. 40, nonché l’indebolimento permanente della funzione prensile della mano.

Le indagini degli investigatori

Benché le abitazioni colpite risultassero prive di sistemi di videosorveglianza, il sopralluogo effettuato aveva consentito di rinvenire un piede di porco, abbandonato dai malviventi. Gli accertamenti sull’arnese utilizzato per lo scasso hanno condotto gli investigatori, tramite il marchio ed il numero seriale impresso sullo stesso, alla ferramenta dove era stato acquistato; dallo sviluppo delle targhe delle autovetture presenti nei pressi dell’esercizio commerciale, si individuava anche l’auto utilizzata dagli indagati, il cui proprietario era gravato da precedenti di polizia per sequestro di persona e sfruttamento della prostituzione.

Le ulteriori indagini tecniche hanno poi consentito di fissare, nell’area all’interno della quale si è consumato il delitto ed in orario concomitante alla consumazione dei fatti oggetto di indagine, la presenza dei tre albanesi provenienti dal sud Italia, i quali si aggiravano in questo centro nell’arco temporale durante il quale si erano registrati altri furti in abitazione nell’altipiano carsico. 

I residenti: "Impennata di furti negli ultimi due anni"

Il ritorno in Puglia

I successivi approfondimenti investigativi, hanno permesso, infine, di raccogliere ulteriori elementi a riprova dell’ipotesi accusatoria, in forza della quale il terzetto, dedito alla commissione di furti in vari centri del territorio nazionale, dopo avere colpito a Trieste, grazie anche al supporto fornito dal basista e connazionale H. G. ha fatto rientro ad Altamura (BA). I tre sono stati rintracciati nelle prime ore della mattinata di oggi 16 aprile dagli investigatori della Squadra Mobile giuliana con il supporto operativo dei colleghi della di Bari, del Commissariato di Gravina in Puglia (BA) e del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Settentrionale”.

Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti, nella disponibilità degli indagati, diversi monili ed oggetti di verosimile provenienza illecita; inoltre, all’interno di un garage, nella disponibilità di H.K. è stato ritrovato un chilogrammo lordo di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

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