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Cronaca Via della Guardia

«Spedizione punitiva contro di noi», parla la coppia picchiata selvaggiamente nel proprio bar

Il titolare Arles Musto dell'Osteria La Stalletta di San Giacomo racconta i tremendi attimi in cui lui e sua moglie sono stati aggrediti

Intervistati dal tg di Telequattro i titolari dell’osteria “La Stalletta” in via dei Giuliani di San Giacomo, aggrediti selvaggiamente tra venerdì e sabato scorso all’interno del loro locale, le cui foto post- pestaggio hanno fatto il giro del web.

«Il tutto è nato per futili motivi – sottolinea il titolare Arles Musto – ed il fatto poteva finire in tragedia. Attorno alle 22 due ragazzi hanno ordinato da bere e per l’ennesima volta si portano via il bicchiere. Alla quarta volta ho deciso di entrare nel bar, alla fine di via dell’Industria, dove si sono portati i miei bicchieri ed un po’ ironicamente gli chiedo la restituzione di quanto dovuto. Questa mia richiesta ha scatenato un tafferuglio partito dalla persona che aveva ancora il mio bicchiere in mano. Una volta divisi, recupero il mio bicchiere e sono tornato nel mio ristorante, in quel momento pieno di clienti».

«Passano circa due ore – continua il titolare – nel frattempo mi ero già dimenticato di quanto successo – ed arrivano nel mio locale cinque persone, tra cui quello che mi aveva rubato il bicchiere, mentre un’altra era la sua fidanzata russa ed altri tre giovani piuttosto robusti. Tutti e cinque mi aggrediscono, mi buttano a terra e mi picchiano, mia moglie si butta in mezzo per istinto per difendermi. Nel frattempo loro continuano a pestarci per terra con calci e pugni in faccia. Il risultati dell’agguato sono sotto gli occhi di tutti. Sia io che mia moglie abbiamo i volti tumefatti».

«Questo attacco – sottolinea – non solo era organizzato ma è stato pure orchestrato bene. Queste persone si sono portate dietro due t-shirt. Per il pestaggio ne hanno utilizzata una, poi, una volta usciti, si sono cambiati la maglietta. Non è stata una zuffa insomma dovuta a qualche bicchiere di troppo o perché non gli ho dato da bere».

«Ho aperto il mio locale – continuai – circa tre mesi fa e la mia gestione continuerà anche dopo questo episodio di violenza. Sono nuovo della zona, conosco le persone di vista, so che uno dei ragazzi viene spesso a bere ma non so dove abiti o altro. Ho ricordi confusi di quanto successo durante il pestaggio».

La moglie Alessandra Zacchè riferisce che «poteva andare decisamente peggio. In quel momento, più che paura, avevo in corpo tanta adrenalina. In questo momento sono attonita perché non pensavo che potesse esistere tanta cattiveria. Mi sembra assurdo che queste persone, peraltro riprese, sono state solamente denunciate per lesioni e danneggiamenti ma rimangono a piede libero. L’altro giorno eravamo in ospedale mentre loro erano in giro per bar a bere birre».

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